STUPIDA RAZZA

giovedì 23 giugno 2022

Energia, prorogati 3,2 miliardi di aiuti Chiudono per siccità le centrali sul Po

 

Proroga al terzo trimestre 2022 degli sconti sulle bollette di elettricità e gas e via alle garanzie finanziarie fino alla fine dell’anno per le società che devono stoccare il gas per l’inverno, ma fanno fatica a pagarlo ai prezzi elevati del mercato. Un pacchetto di misure che vale 3,2 miliardi. Il ministro Cingolani ha incontrato le società energetiche per fare il punto sugli stoccaggi. La siccità intanto mette a dura prova la produzione di energia elettrica. Delle grandi centrali termoelettriche sul Po, tre hanno interrotto la produzione mentre altre sei sono a rischio. Nelle prime due settimane di giugno la produzione di energia idroelettrica è crollata del 39%.Non soltanto le idroelettriche. La grande magra del Po sta mettendo sete anche alle centrali termoelettriche, quelle che hanno bisogno di bere l’acqua a tonnellate per raffreddare i condensatori del vapore e la restituiscono subito dopo al fiume, intiepidita. Tiravano su sabbia invece di acqua fresca, e si sono fermate le grandi centrali termoelettriche di Moncalieri (Torino, Iren), Sermide (Mantova, A2A), alcuni dei gruppi di Ostiglia (Mantova, Ep) per circa 2.400 megawatt in meno. E cominciano a tossire tosse secca Piacenza (A2A), La Casella (Piacenza, Enel), Chivasso (Torino, A2A), Turbigo (Milano, Iren), Tavazzano (lodi, Ep) per circa 4.800 megawatt. Tutte centrali che, ferme senza dichiarazione d’emergenza, restano esposte anche ai contenziosi contrattuali. Tutte le maggiori le aziende elettriche ricevono da Terna l’ordine di riavviare qualsiasi impianto di generazione di corrente, anche quelli marginali, vecchi, inattivi. Si stanno preparando a riaccendersi e a digerire carbone a tonnellate le centrali di Venezia Fusina (Enel), La Spezia (Enel), Monfalcone (A2A). Bisognerà affrontare con la raucedine elettrica il mese di luglio, quello in cui gli italiani consumano più corrente elettrica, in coincidenza con i le bizze di Mosca e con la fermata per manutenzione di sicurezza per 28 dei 56 reattori nucleari francesi, la ruota di scorta dell’Europa elettrica. I numeri. Martedì Terna ha diffuso i dati relativi a maggio. Il mese scorso l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche è salite a 3,32 miliardi di chilowattora, quasi il doppio rispetto ad aprile. E si sono vuotati i bacini, mezzo vuoti al 38,5%, e riempimento bassissimo in Alta Italia, appena il 25,2%. Le nevi si sono sciolte con un mese d’anticipo e la loro acqua è già passata veloce nelle turbine idroelettriche, scivolando nel letto rinsecchito del Po fino all’Adriatico. Le Regioni hanno chiesto alle società elettriche di lasciar andare un po’ d’acqua per dissetare gli agricoltori, ma anticipare al mese di giugno la produzione idroelettrica significa anche rimanere senza scorte per l’estate piena.Ci sono indicazioni ancora approssimative per giugno: nelle prime due settimane la produzione idroelettrica crolla del 39% rispetto al giugno 2021. Le centrali con la diga sono meno sofferenti; si tratta di dosare una risorsa che, pur bassa, è trattenuta dalla muraglia di calcestruzzo. Diverso il caso delle dighe ad acqua fluente, che usano la corrente del fiume. Ecco Isola Serafini, la centrale Enel sul Po tra Piacenza e Cremona. Di là dai pioppi occhieggia il cilindro candido della centrale nucleare di Caorso, in smantellamento. Isola Serafini è formata da 11 paratoie che dovrebbero deviare il Po dentro quattro colossali turbine modello kaplan, 80 megawatt. Dieci paratoie sono chiuse, l’undicesima cede al fiume un mulinello d’acqua verdastra. Le quattro turbine dormono, asciutte. In questi mesi, i conti economici delle attività idroelettriche del Nord sono fortemente esposti, con una produzione fra il 30 e il 50% in meno secondo la tipologia di centrale. «Abbiamo attivato tutte le nostre centrali termoelettriche, anche quelle di piccola taglia interne ai poli industriali, in modo da poter sopperire alle esigenze del settore elettrico», avverte Marco Stangalino, vicepresidente esecutivo power asset dell’Edison, una delle più forti società elettriche italiane che raccoglie un’eredità idroelettrica secolare. «Abbiamo tavoli aperti con la protezione civile e con le Regioni Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e con la Provincia di Trento, dove abbiamo numerosi impianti idroelettrici, e su loro richiesta lasciamo defluire più acqua». Siamo in tempo per ricuperare l’acqua? «Forse sì, se pioverà con abbondanza entro un paio di settimane». Lorenzo Giussani, responsabile della produzione elettrica e del trading energetico di A2A aggiunge: «Per ripristinare le scorte servirebbe un periodo di piogge generose, e il meteo non le lascia prevedere. Come ci chiedono, rilasciamo l’acqua in anticipo, 3 milioni di metri cubi al giorno, rispetto alla pianificazione ottimale della produzione, in modo da aiutare gli altri utilizzatori, ma in genere la produzione idroelettrica viene conservata per dare il suo contributo nel mese di luglio, più difficile per il settore elettrico», specifica Giussani di A2A. Per le centrali termoelettriche «il problema principale è il livello del Po e il pescaggio, ma c’è anche un tema di temperatura massima autorizzata per lo scarico nel fiume».

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