STUPIDA RAZZA

giovedì 23 giugno 2022

Svolta al Senato Usa: accordo sulla legge contro le armi facili

 

Spronato dalla volontà di rispondere a continue stragi, il Congresso americano compie passi decisivi per adottare una nuova legge sul controllo delle armi. La legislazione ha passato il test del primo voto al Senato ed è pronta a diventare a giorni il primo giro di vite federale da decenni su fucili e pistole facili negli Stati Uniti, nonostante l'opposizione delle storiche e influenti lobby del settore. È una stretta considerata modesta, che esclude provvedimenti invocati a gran voce dalle associazioni contro la violenza delle armi quali la messa al bando di arsenali d’assalto o severi controlli universali sugli acquirenti. Fa leva piuttosto su incentivi agli stati per iniziative quali le cosiddette “Red Flag Laws”, i sequestri temporanei di ordigni in mano a persone giudicate pericolose o a rischio. Ma la legislazione è ugualmente rivelatrice di un’inedita spinta a intervenire che ha fatto breccia anche nei ranghi del partito repubblicano, da sempre contrario a erodere il diritto al possesso di armi, davanti a una vera e propria epidemia di sparatorie di massa, 277 da inizio anno (9 nell’ultimo fine settimana). A maggio il Paese ha assistito sotto shock ai massacri nella scuola elementare di Uvalde in Texas, costato la vita a 19 bambini e due insegnanti, e in un supermercato di Buffalo a New York, dove un suprematista bianco ha ucciso dieci persone di colore. È ormai dal 1994, quando scattò un divieto sulle armi d'assalto decaduto dieci anni dopo, che Washington non vara provvedimenti restrittivi. «Sarà l'azione più importante in trent'anni contro la violenza delle armi», ha dichiarato il senatore democratico Chris Murphy, tra gli autori del compromesso bipartisan e impegnato su questo fronte dagli anni della strage presso un'altra scuola elementare, quella di Sandy Hook nel 2012 avvenuta nel suo stato del Connecticut. «Salverà vite», ha aggiunto il leader dem del Senato Chuck Schumer. Il capogruppo conservatore Mitch McConnell ha a sua volta indicato che in gioco è una legge «di buon senso». I senatori hanno spianato la strada all'approvazione della legge con un voto procedurale che ha visto l'adesione di 14 repubblicani assieme ai 50 democratici, superando la soglia dei 60 voti richiesti alla Camera Alta per scongiurare l'ostruzionismo e portare in aula leggi non di budget. Un voto definitivo del Senato è atteso a tambur battente, seguito da un sì della Camera ritenuto certo. Il Presidente Joe Biden ha promesso di firmare la legge, definendola un «passo nella giusta direzione» anche se insufficiente. Aveva chiesto di vietare sia fucili d'assalto che caricatori ad alta capacità, usati nelle stragi di Uvalde e Buffalo. Lo sblocco della riforma è stato aiutato da sondaggi che mostrano un sostegno dell'opinione pubblica almeno ad alcune restrizioni al possesso di armi. Ma l’idea scatena ancora profonde divisioni politiche e culturali. Contro la riforma si sono comunque espressi 34 senatori. E la lobby National Rifle Association l’ha denunciata come violazione di un diritto costituzionale assoluto a armi e munizioni - un settore che rivendica un impatto economico da 70 miliardi di dollari l’anno (+269% dal 2008). Tra le misure ora previste nelle 80 pagine della legislazione, oltre alle “Red Flag”, ci sono investimenti da 15 miliardi nella sicurezza delle scuole e in programmi di salute mentale. Sono previste maggiori verifiche, con fino a dieci giorni di tempo, su acquirenti di fucili e pistole con meno di 21 anni. Scatta una più ampia proibizione alle armi per i condannati di reati di violenza domestica, compresi partner non sposati. E vengono inasprite le pene contro la rivendita di arsenali a chi è soggetto a divieti di possederli.

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