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Federica Angelini, fondatrice del comitato Ascoltami che riunisce le persone danneggiate dai vaccini, chiede «con forza che venga istituita una commissione d’in ch iesta parlamentare» sui sieri perché «ora esigiamo delle risposte». Intanto Confcommercio ha realizzato, in ritardo, che lo stato di emergenza è cessato e reclama protocolli più snelli. «Chiediamo con forza che venga istituita al più presto una commissione d’i n c h ie s ta parlamentare sui vaccini, non si può più ignorare quello che sta accadendo»: è l’appello ufficiale che Federica Angelini, fondatrice del Comitato Ascoltami, che riunisce oltre 1.500 danneggiati, ha fatto pochi giorni fa in occasione del primo convegno organizzato da chi, dopo il vaccino contro il Covid, si è ritrovato da essere completamente sano a malato, nella più totale indifferenza delle istituzioni. «È più di un anno che noi danneggiati chiediamo semplicemente di essere ascoltati, abbiamo fatto il vaccino, ci siamo fidati della scienza, ci siamo fidati di chi diceva che con una puntura saremmo usciti dalla pandemia, ma adesso la scienza e tutti quelli che invitavano a gran voce a iniettarsi un siero ancora sperimentale, dove sono? Esigiamo delle risposte». Nelle parole di A n gel i n i c’è una profonda indignazione, quella di chi, dopo più di un anno, continua a stare male, a pagarsi visite ed esami medici di tasca propria, senza alcun tipo di aiuto o considerazione da parte dello Stato. Eppure, ormai, i casi di reazioni avverse sono all’ordine del giorno: il Comitato Ascoltami quotidianamente riceve nuove adesioni perché, se prima i danni venivano provocati dalle prime dosi, adesso si aggiungono i disturbi causati dalle seconde e terze inoculazioni e pian piano anche dalle quarte. Tutto questo, però, contrasta nettamente con i dati dell’Aifa, fermi a mesi addietro, dai quali sembra che la situazione non sia così preoccupante. «Il vero problema è che non abbiamo dati affidabili, perché la farmacovigilanza sugli effetti avversi è ancora di tipo passivo», ci spiega il dottor Attilio Cavezzi, chirurgo vascolare tra i primi ad aver assistito i danneggiati soprattutto per quanto riguarda l’aspetto delle trombosi. «Tutte le piattaforme utilizzate per raccogliere i dati, anche a livello internazionale, non permettono di capire la reale portata di questo fenomeno, i casi sono sottostimati e ne ho persino conferme dirette dato che vedo ancora molti medici di famiglia continuare a essere riluttanti a segnalare gli effetti indesiderati. Se non ci sono le segnalazioni, come si può capire quello che sta succedendo realmente?». C avez z i ha seguito fin da subito i casi di trombosi confluiti nel Comitato, alcune volte ha persino «predetto» che ci sarebbe stata una reazione avversa, perché dalle analisi c’era un alto rischio, ma i pazienti si sono dovuti vaccinare lo stesso. «Purtroppo non ci sono delle linee guida da rispettare, la vaccinazione viene messa al di sopra di qualsiasi rischio, sembra che ci sia stato un vero e proprio addormentamento delle coscienze dei medici che non vogliono riconoscere questo p rob l e m a » . E in tema di dati ci sono specialisti che hanno deciso di cercare autonomamente delle risposte, in mancanza di quelle ufficiali. «Faccio il medico del lavoro da tanto tempo», ci dice la dottoressa Mar - gherita Savini, «questo significa che, ogni anno, visito i miei pazienti annotando tutte le loro patologie. Da settembre scorso, però, ho incominciato ad assistere a un fenomeno preoccupante: sempre più persone, prima completamente in salute, si presentavano nel mio studio con delle patologie. Pian piano ho iniziato ad associare questi disturbi al vaccino e così ho cercato di capire quello che stava succedendo, anche perché io stessa ho avuto dei forti disturbi dopo la vaccinazione. E così, analizzando le cartelle cliniche, ho trovato un dato davvero impressionante: in pratica il 30% dei miei pazienti sani, che da più di dieci anni non avevano mai avuto patologie, iniziavano a star male come conseguenza della puntura che avrebbe dovuto proteggerli contro il Covid e la cosa più drammatica è che con l’aumentare delle vaccinazioni, stanno aumentando i casi». Una percentuale altissima, il 30%, che di certo non può e non deve essere ignorata. La consapevolezza di tutto questo ha spinto la dottoressa Sa - vini a esporsi in prima persona durante una riunione dell’Ordine dei medici di Venezia, di cui fa parte, chiedendo ai suoi colleghi se fosse normale continuare a ignorare tutto quello che stava e che sta accadendo. «Troppi medici non hanno ancora consapevolezza», ci dice, «tendono a minimizzare, preferiscono non vedere, obbediscono ciecamente alle indicazioni che ci vengono date dall’alto, dai vertici del sistema anche se, ormai per me è evidente, molte delle scelte fatte non servono e non sono servite a tutelare la salute dell’essere umano». Così come aumentano i danneggiati dal vaccino, cresce anche il numero dei medici che scelgono di ribellarsi alla vaccinazione indiscriminata, come Mauro Mantovani, biologo e ricercatore specializzato nel sistema immunitario. «Il rischio-beneficio non è un concetto assoluto», sottolinea, «deve essere valutato per ogni singola persona, non ha senso vaccinare chi ha una elevata probabilità di essere danneggiato molto di più dalla puntura che dal Covid, e gli esami per poter fare questa valutazione ci sono tutti, solo che non vengono minimamente presi in considerazione». Appare quindi evidente che, forse, c’era una maniera per evitare che succedesse tutto questo e soprattutto adesso la macchina delle vaccinazioni che producono più danni che benefici può ancora essere fermata. È proprio per questo che Federica Angel i n i ha deciso di chiedere la commissione parlamentare di inchiesta. «La verità sta venendo a galla, non può essere più sepolta dalla menzogna. È necessario che si indaghi su tutto quello che poteva essere evitato, proprio per bloccare questa spirale negativa, in cui i danneggiati non hanno perso solo la salute, ma anche la dignità di malati».
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