STUPIDA RAZZA

lunedì 6 giugno 2022

La mania bellicosa dimostra il masochismo Ue

 

n C’è una diserzione di massa dopo cento giorni di video-guerra. Mai guerra fu narrata e vista più ossessivamente, nei minimi particolari,e discussa all’infinito nei parlatori vanesi chiamati talk show. E mai reazione popolare fu più massiccia. Appena sentono parlare di guerra le persone cambiano canale, cambiano tavolo, cambiano argomento. Non ne possono più. I tg sono in calo per monomania bellicosa. Anch’io vedo sempre meno tv, e sempre meno tele-guerra, e ne scrivo poco. Le parole dei media sono finite per descrivere quanto è cattivo Vladimir Puti n e quanto è bravo Vol ody myr Z el e ns ky. Ma le parole, per noi, sono finite anche per descrivere quanto è idiota e masochista l’Unio - ne europea, che continua a farsi del male scientificamente, e azzanna chiunque voglia limitare i danni e riportarla alla realtà, come fanno V i k to r O r bá n , e più di nascosto Olaf S ch ol z ed Emmanuel Macron. Però tre cose tre vorrei dirle per riassumere il senso del conflitto e fare qualche aggiornamento in margine. La prima è elementare, vistosa, ma a dirla è un’eresia. Parto dalla letteratura. Se parli di N i kol a j G ogol , tutti lo definiscono il drammaturgo russo, e invece è ucraino. Se parli di Nikita Krus c ev, tutti lo definiscono l’esu - berante presidente russo dell’Unione sovietica, e invece è ucraino. Se metti a fianco le immagini del patriarca russo e del patriarca ucraino, hai difficoltà a trovare le differenze, sono uguali nelle vesti, nei paramenti e nella religione. Se studi poi la storia l’Ucraina si chiamava un tempo rus, e per secoli l’Ucraina è stata parte della Russia. Sono tante le coppie russo-ucraine, gli intrecci matrimoniali tra loro. Cosa voglio dire, che sono la stessa cosa, o che l’Ucraina deve perciò sottomettersi a Mosca, come ai tempi dell’Urss e degli Zar? No. L’Ucraina, sin dal nome è terra di confine, è linea d’argi - ne tra la Russia e l’Europa, tra l’Asia e l’Occidente, e tale dovrebbe restare, neutrale. Ma storia, lingua, cultura, vita ucraina s’intrecciano profondamente con la Russia. L’Eu - ropa è oltre, l’Occidente è fuori. La follia che ha distorto ai nostri occhi l’invasione dell’Ucraina è nel dichiarare l’attac - co di Puti n u n’aggressione all’Europa. È stato un modo per considerarci in guerra, per procura, e agire di conseguenza. Una cosa del genere conviene dirla a Joe B id e n , agli Usa, alla Nato, per coinvolgerci nel conflitto in funzione antirussa. Ma è una menzogna e ci fa enormi danni. Questa guerra è tra due popoli affini, intrecciati dalla storia e dal destino, dalla politica e dalle vite di molti, è un conflitto dentro la Russia, o tra la Russia e il suo confine. L’Europa non c’e ntra . Qui entra in ballo Puti n . A parte le definizioni di Pazzo, Criminale, Dittatore fascista (curioso che nel paese del comunismo sovietico si richiami in ballo il fascismo e curioso che il dittatore fascista dichiari guerra ai «nazisti» ucraini), a parte tutte le malattie che gli vengono attribuite, qual è la definizione di Putin che più corrisponde al vero o nella quale si riconosce la sua azione, il suo perimetro, la sua ideologia? Direi la definizione classica adottata da Ivan il Terribile: Zar di tutte le Russie. Non ha pretese egemoniche oltre le Russie. Ma dietro la definizione classica ci sono più chiavi di lettura. La prima è che se oggi diciamo tutte le Russie intendiamo non solo e non tanto tutti i territori russi - compreso l’Ucraina, pur recalcitrante, e la Crimea, che solo il dittatore ucraino Kru - s c iov annesse a Kiev. Ma per tutte le Russie va intesa sia la Santa Madre Russia tradizionale degli Zar, che la Russia comunista e sovietica. Puti n si sente erede di tutte le Russie nei secoli e non disdegna l’ere - dità dell’Urss; non fosse altro perché in quel tempo era una superpotenza, con tante repubbliche, poi sottratte al dominio sovietico con la caduta dell’I m p e ro. E la definizione di Zar va concepita nel suo significato etimologico: Zar o meglio Czar è la contrazione russa di Caesar. Lo Zar è il Cesare in versione russa. Difatti la definizione più rigorosa della sua democratura o della sua autocrazia, è proprio quella: cesarismo. Nella modernità il primo caso di cesarismo fu il bonapartismo: Na p ol e o n e fu una sintesi fra monarchia e rivoluzione francese, tra amor patrio militare e spirito giacobino. Puti n è cesarista. Ed è forse l’unico, esile punto che lo fa assomigliare al dux. Anche se il suo ultimo Zar di riferimento resta Iosif Sta l i n . A volte le definizioni colgono la realtà più dei giudizi e dei pregiudizi c o r re nt i . La terza cosa da notare è l’indecente l’estensione della guerra ad ambiti estranei: la sciagurata guerra a Fë d o r Do - s to evs k i j e alla cultura russa, il sequestro suicida di sontuosi yatch ai magnati russi, per pura ritorsione senza alcun fondamento giuridico, con la costosa manutenzione a nostro carico; l’odio esteso agli artisti e agli atleti russi, anche disabili, a tutti i russi indiscriminatamente. E da ultimo la minaccia di espulsione degli scienziati russi. Ho letto il grido di dolore di un famoso scienziato nostrano, Guido Tonelli, sulla folle idea di cacciare i mille ricercatori e scienziati russi dal Cern. La decisione verrà presa a metà giugno. Sono ricercatori, tecnici, ingegneri, di grandi competenze - spiega To n el l i -, Mosca ha contribuito all’im - presa con soldi, ricerca e materiali. Sarebbe assurdo cacciarli. «La scienza non deve appartenere ai Paesi, né tanto meno ai governi. È un patrimonio dell’umanità e insieme all’arte deve restare un tabù per la politica». Agli euroglobal deliranti dedico infine un pensiero di George Or well: è la follia di «pensare che gli esseri umani possano essere classificati come insetti, e che interi blocchi di milioni o decine di milioni di persone possano tranquillamente essere etichettati come buoni o cattivi». Or well si riferiva ai nazionalisti ma i globalisti sanno fare di p eg g io.

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