STUPIDA RAZZA

venerdì 17 giugno 2022

La strana solidarietà dei francesi: ci regalano i migranti

 

La sensazione, non particolarmente gradevole, è che nonostante le ossessioni mediatiche che ci perseguitano (il Covid prima, la guerra poi), il mondo lì fuori continui a funzionare esattamente come prima. Anzi, un po’ p eg - gio. A ieri, secondo i dati del Viminale, gli stranieri sbarcati  sul territorio italiano erano 21.945, contro i 17.420 dello stesso periodo del 2021 e i 5.585 del 2020. Significa che, nel giro di tre anni, gli sbarchi sono più o meno quadruplicati. I dati forniti nei giorni scorsi da Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere, non sono molto più entusiasmanti. Nei primi cinque mesi di quest’anno, gli ingressi illegali nell’Ue sono aumentati dell’82% rispetto a dodici mesi fa. Il numero maggiore di arrivi (40.675, tre volte tanto rispetto allo stesso periodo del 2021) è stato ovviamente registrato sulla rotta balcanica. Quanto alla rotta del Mediterraneo centrale – per intendersi quella che dalla Libia conduce verso l’Italia – l’aumento del traffico è stato del 15%. Le persone in arrivo da ogni direzione sul nostro territorio provengono per lo più da Egitto, Bangladesh e Tunisia, nazioni colpite dalla crisi alimentare, ed è facile che prossimamente i flussi siano destinati a crescere. Ma a prescindere dalle ragioni che spingono le masse alla migrazione, non sembra che la situazione sia molto diversa da quella che l’Italia viveva prima della pandemia e prima del conflitto in Ucraina: come sempre siamo soli ad affrontare l’ondata di arrivi. L’unica vera differenza sta appunto nei numeri: tre anni fa approdava qui molta meno gente. Per il resto, tutto come al solito. Se ben ricordate, negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare ripetutamente di «solidarietà europea». Abbiamo sentito dire che Putin era riuscito a ricompattare u n’Unione Europea altrimenti lacerata da mille divisioni, e che la guerra alle porte aveva spinto il Vecchio Continente a riscoprire i propri valori profondi. Ebbene, a distanza di circa quattro mesi dall’i n i z io delle operazioni militari non si direbbe proprio che questa Europa sia così radiosamente affratellata come ci è stato raccontato. A ben vedere, ognuno si fa gli affari propri, con la radiosa eccezione dell’Italia che continua a danneggiare sé stessa per compiacere chissà chi. Dev’essere in nome della solidarietà europea e democratica, infatti, che la Francia continua a rimandarci indietro gli stranieri sgraditi, proseguendo a tenere i confini blindati proprio come faceva nei momenti di massima affluenza migratoria prima del 2020. Redattore Sociale, in un articolo di Eleonora Camilli, ha riportato i dati contenuti in un rapporto realizzato dall’asso - ciazione Medici per i diritti umani, una organizzazione che si propone di fornire assistenza sanitaria agli stranieri che cercano di raggiungere clandestinamente il territorio francese passando dalla Val di Susa. Secondo il report, che prende in considerazione i primi quattro mesi del 2022, que s t’anno sono stati rispediti in Italia dai francesi più di mille immigrati. Per la precisione, «i respinti al Monginevro sono stati 669, 344 i respinti al Frejus. La maggior parte delle persone che arrivano a Oulx sono afghani, iraniani e curdi delle diverse nazioni (rappresentano più del 60% del totale). Sono presenti famiglie con bambini, neonati, anche se non sempre accompagnati da tutti i genitori». Nulla di nuovo, ovviamente: i francesi si comportano così da anni, e non usano metodi particolarmente simpatici per liberarsi degli irregolari indesiderati. Che però i respingimenti continuino mentre in giro si ciancia di unità continentale e buoni sentimenti, beh, è un filino irritante. Ma non è tutto. Perché riguardo l’attegg i amento francese sorgono alcuni interrogativi. La rivista Info - migrants ha pubblicato qualche settimana fa un articolo interessante, dando conto delle perplessità espresse da Guillaume Gontard, senatore del Partito dell’Ecologia. Il 16 maggio, il politico (di sinistra) francese si è recato presso «un avamposto della Polizia di frontiera francese (Paf ) sul suolo italiano». Questo avamposto «è ospitato in un blocco rettangolare con finestre. Si trova presso i caselli all’ingres - so del tunnel del Fréjus che collega l’Italia con la Francia e sulla tortuosa strada attraverso le Alpi che porta verso il paese italiano di Bardonecchia». Secondo Infomigrants, «l’avamposto è condiviso dalla polizia francese e dalle autorità italiane», ma a detta del senatore Gontard qualcosa non torna. «Ci sono alcune cose sorprendenti che stanno succedendo qui», ha dichiarato il politico francese. «In primo luogo, il fatto che la polizia francese stia effettuando controlli sul territorio italiano. In secondo luogo, che stiano vietando l’ingresso in Francia alle persone che non hanno ancora attraversato il confine». Al di là di come la si pensi sulla gestione dell’i mm ig razione, la faccenda è interessante. Come ha notato L au re Palun, direttrice dell’associa - zione pro migranti Anafé, «come può la Francia rifiutare l’ingresso nel suo territorio sul territorio sovrano di un altro Paese?». In effetti è una domanda suggestiva: perché noi ci troviamo da soli a fronteggiare flussi sempre più imponenti e intanto i nostri vicini di casa fanno la selezione all’in - gresso sul nostro territorio? Per altro, stando a un’indagine di Alt rae c o n o m ia , i respingimenti dei francesi sono in netta crescita. Nel 2021 sono stati più di 24.000, un aumento non irrilevante rispetto al dato del 2020 (21.654) e a quello del 2019 (16.808). Ricordiamocelo la prossima volta che qualcuno verrà a magnificare l’Euro - pa unita e solidale.

Nessun commento:

Posta un commento