STUPIDA RAZZA

giovedì 30 giugno 2022

Powell: la priorità? Lotta al caro vita frenando l’economia

 



I tre banchieri centrali più potenti del mondo occidentale, i numeri uno della Bce, della Federal Reserve e della Banca d’Inghilterra, sono pronti a intervenire con tutti i rialzi dei tassi necessari «per fare il nostro lavoro», garantire la stabilità dei prezzi e dunque riportare l’inflazione il più rapidamente possibile al livello del target del 2%. E nell’alzare i tassi, Bce, Fed e BoE guarderanno all’economia reale, perché il rallentamento della crescita dovuto dall’inasprimento monetario non si trasformi in una recessione. Il contesto è molto complesso e molto incerto, l’economia è colpita da una serie di shocks nella domanda e nell’offerta e sul fronte dell’energia provocati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. Per i tre banchieri centrali, però, quel che è certo è che dopo oltre un decennio di lotta contro un’inflazione troppo bassa, ora la situazione è totalmente nuova perché l’inflazione è adesso troppo alta. E le banche centrali non intendono correre il rischio che questa alta inflazione entri nelle aspettative disancorandole dal target del 2%. È questa la determinazione di Christine Lagarde, Jerome Powell e Andrew Bailey emersa ieri al Forum di Sintra, nella discussione del panel conclusivo dedicato alla politica monetaria e al quale ha partecipato Agustín Carstens, general manager della Banca dei regolamenti internazionali. I tre banchieri centrali si sono detti pronti a contrastare l’inflazione troppo alta, ed evitare che un periodo di bassa inflazione persistente sia seguito da un periodo di alta inflazione altrettanto persistente e lontana dalla stabilità dei prezzi. Per Lagarde, l’intervento della Bce resta inquadrato nel percorso della normalizzazione della politica monetaria, con rialzi dei tassi basati sui dati e sulle prospettive di medio termine, e una tabella di marcia dettata dalla gradualità per via «dell’incertezza molto alta» (un iniziale cauto rialzo dello 0,25% il 21 luglio e poi un altro rialzo in settembre) ma anche dall’opzionalità ovvero dalla possibilità di alzare i tassi in maniera meno graduale nel momento in cui l’incertezza dovesse venir meno. Per Powell, i rialzi dei tassi mirano a un chiaro obiettivo: far rallentare l’economia (che è in ottima forma e che fino a un anno fa viaggiava a +5,5%) per riportarla su un percorso sostenibile, e far scendere così l’inflazione verso il target «idealmente con un rallentamento della crescita che resti in terreno positivo». «Sappiamo che la crescita potrà essere più lenta, è una cosa che dobbiamo mettere in conto, perché il nostro obiettivo è ritrovare la stabilità dei prezzi e fare calare l’inflazione, nella speranza che la crescita economica non diventi negativa», ha detto Powell al Forum. «Il focus della Fed deve essere la volontà di riportare l’inflazione sotto controllo», anche se «c’è il rischio che la Fed possa inasprire troppo la politica monetaria»: i mercati intanto hanno fatto salire molto i rendimenti su tutta la curva, e così hanno fatto il lavoro che spetta alla banca centrale perché le condizioni di finanziamento si sono già inasprite. I mercati comprendono bene cosa sta facendo la Federal  Reserve, per Powell. Il governatore della Banca d’Inghilterra Bailey non ha voluto confermare se il prossimo rialzo dei tassi a luglio sarà dello 0,50%, perché l’incertezza impone cautela anche a Londra. Resta un’opzione sul tavolo, ma non è l’unica opzione e per questo lo 0,50% non è una scelta obbligata. «Non credo che torneremo ad una situazione di bassa inflazione. Ci sono forze scatenate dalla pandemia e dalla situazione geopolitica che cambiano lo scenario», ha detto Lagarde al Forum. Ma alla domanda sul nuovo scudo anti-spread, la presidente si è limitata a ripetere le caratteristiche note e annunciate finora: efficace, proprozionato e con le salvaguardie adeguate nell’ambito della solidità dei bilanci pubblici degli Stati membri dell’euro. Il consiglio direttivo della Banca centrale europea «discuterà del nuovo strumento anti-frammentazione durante la prossima riunione del 21 luglio», ha affermato Lagarde, ribadendo che «per fare in modo che la politica monetaria sia efficace, occorre che sia trasmessa in modo ordinato nei Paesi dell’Eurozona», evitando una «frammentazione indesiderata».

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