PERCHE' NON NE PARTE UNO PER BANCHE,ASSICURAZIONI E MULTINAZIONALI...?🤔🤔🤔
Il ministro Franco ha firmato ieri
il decreto che dà il via libera all’algoritmo antievasione grazie al
quale potranno essere incrociate
tutte le informazioni a disposizione nei database del Fisco (dichiarazioni fiscali, dati sul patrimonio
mobiliare e immobiliare, nonché
la Superanagrafe dei conti correnti) dopo averli resi anonimi. Così la
lotta all’evasione diventa ancora
più mirata ma contemporaneamente verranno potenziate anche
le attività di compliance.Dopo due anni e mezzo dall’entrata
in vigore della legge di Bilancio 2020,
diventa operativo l’algoritmo antievasione che sfrutta la possibilità di
rendere anonimo il potenziale informativo a disposizione nei database
del Fisco e, in particolare, la Superanagrafe dei conti correnti. Come prevede il decreto firmato dal ministro
dell’Economia Daniele Franco, i dati
da utilizzare per l’analisi del rischio
evasione ed elusione sono quelli riportati nelle dichiarazioni fiscali,
quelli relativi al patrimonio di case e
altri immobili ma anche mobiliare
(quote societarie), le informazioni
contabili e finanziarie e quelle su versamenti e compensazioni. In sostanza, tutti quei dati utili alla profilazione
dei soggetti che non dichiarano nulla
o abbastanza al Fisco.
L’algoritmo punta a un elevato livello di precisione, anche perché sarÃ
alla base dell’operazione per potenziare la compliance come promesso
dall’Italia alla commissione Ue tra gli
impegni del Pnrr. Prima di tutto nella
fase di analisi bisognerà impedire
«l’identificazione diretta degli interessati». Non solo, andrà limitato il
pericolo di tirare dentro anche contribuenti in regola o che non presentano un rischio fiscale significativo.
Non sarà solo la macchina a dare
la caccia agli evasori, ma - come prevede espressamente il decreto - sarÃ
«sempre garantito l’intervento umano» degli operatori di Entrate e della
Guardia di Finanza.
Considerata la delicatezza delle
informazioni trattate, tanto l’Agenzia quanto le Fiamme gialle dovranno garantire l’accesso solo a personale autorizzato e in ogni caso gli accessi andranno tracciati. E, grazie al
decreto, d’ora in poi i dati sintesi delle
operazioni su conti correnti e altri
rapporti finanziari saranno messi a
disposizione dalle Entrate anche alla
Guardia di Finanza.
Anche sulla scorta del parere arrivato dalla Privacy dopo il primo
schema di decreto e la successiva interlocuzione, vengono dettagliati i
tempi di conservazione dei dataset di
analisi e controllo e la possibilità di
accesso da parte dei contribuenti.
Sotto il primo profilo, il decreto fissa
la conservazione dei dati anonimizzati fino al secondo anno successivo
a quello in cui «matura la decadenza
della potestà impositiva» e, comunque, fino alla chiusura di eventuali
contenziosi. Quindi dovrebbe trattarsi di un termine più di quello giÃ
concesso al Fisco per gli accertamenti. Sotto il secondo profilo, sono tre le
ipotesi “codificate” di accesso ai dati:
dalla data di ricezione della lettera di
compliance; dalla data di consegna
del processo verbale di constatazione
(pvc), della notifica dell’atto istruttorio o dell’atto impositivo nel caso di
contribuenti sottoposti a controllo
vero e proprio; dal primo giorno successivo a quello in cui matura la decadenza del potere di accertamento
per i contribuenti che non hanno ricevuto né un alert del Fisco né un atto di controllo. Resta, comunque,
sempre possibile la richiesta del contribuente di ottenere la rettifica di
dati personali inesatti.
Il decreto atteso ora in «Gazzetta Ufficiale» pone le basi anche per l’attuazione della delega fiscale nella
parte in cui prevede l’interoperabilitÃ
delle banche dati. La messa a punto
consentirà , infatti, di passare dai dati
anonimi alle liste selettive di contribuenti a rischio da stimolare per il
ravvedimento con la compliance o da
controllare nei casi più gravi.
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