STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

il sonno dell’europa sarà pagato dai cittadini

 

questo punto è meglio che
i consumatori paghino
sulla loro pelle la crisi del
gas e dell’elettricità che ha
investito l’Europa. Dispiace per i
milioni di persone che sono in
difficoltà, per le migliaia di
aziende che in Italia saranno
costrette a chiudere, speriamo
solo per qualche settimana,
in
attesa che le cose tornino un po’
a normalità.(MA ADESSO SIAMO ENTRATI NELL'ERA DELLA NUOVA NORMALITA' !)  Sì; perché i politici,
quelli eletti dagli stessi
consumatori, non si accorgono
di quanto sta accadendo.

A Bruxelles, nell’ultimo
Consiglio, si è discusso di
acquisti comuni di gas e di
gestione congiunta degli
stoccaggi, argomenti effimeri e
distanti anni, se mai realizzati,
mentre invece servono azioni
immediate. Constatata la
difficoltà, si sono aggiornati al
marzo 2022, tra quattro mesi,
quando la crisi avrà assunto
effetti imprevedibili.

Manca gas dalla Russia, e
allora che fa la Commissione a
trazione tedesca? Minaccia
Mosca per la questione Ucraina e
per il Nord Stream 2. Il nuovo
governo del socialdemocratico
Scholz dimentica tre cose:
primo, la Merkel l’ha voluto
strenuamente; secondo, il Nord
Stream 1, il gemello, funziona
perfettamente dal 2011; tre, il
precedente cancelliere
socialdemocratico Schroeder dal
2006 è nel Cda di Nord Stream.
Il problema sono i verdi e la
loro leader Baerbock, nominata
ministro degli esteri, che si è
sempre detta contro il gasdotto e
contro la Russia perché si illude
che ciò aiuti un veloce
abbandono dei fossili e porti
l’alba radiosa delle fonti
rinnovabili. Nel frattempo nei
primi 11 mesi del 2021 la
produzione elettrica da carbone
della Germania è salita del 26%,
rispetto allo stesso periodo del
2020, a 131 miliardi di
chilowattora, mentre quella da
eolico è scesa dell’8% a 103
miliardi. La produzione da gas è
scesa del 16% a 50 miliardi
chilowattora. E meno male che
hanno ancora un po’ di nucleare,
da cui devono uscire quest’anno,
ma che intanto ha dato 60
miliardi di chilowattora.
Anche in Italia riparte qualche
centrale a carbone, la soluzione
più veloce per ridurre le tensioni
sul gas, ma la capacità è in
chiusura e scarsa. Nei primi 11
mesi la produzione elettrica da
carbone in Italia è salita del 20%
a 14 miliardi chilowattora e
quella da gas è aumentata del 4%
a 144 miliardi. Il nostro sistema
elettrico, una volta molto
flessibile, è sbilanciato sul gas
con l’aggravante, unico caso al
mondo, che è quasi tutto gas
importato.

Certo, le riserve nazionali
sono abbondanti, ma ci si sveglia
tardi e servono un paio d’anni
per portarle sul mercato.

Quest’anno l’estrazione di gas
scenderà al minimo dal 1954 di 3
miliardi di metri cubi, mentre
noi ne importeremo almeno 67,
con un travaso all’estero di
risorse nazionali, soprattutto
verso la Russia, di almeno 30
miliardi di euro.
Una follia, per un sonno della
ragione da cui ci sveglierà come
un incubo la bolletta di gennaio.

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