STUPIDA RAZZA

mercoledì 22 dicembre 2021

La minaccia di nuovi divieti affossa ristoranti e hotel: già persi 2 miliardi di incassi

Stanno col decreto sospeso, vuoti di turisti, pieni di debiti saliti in un anno di 10 miliardi. Sono gli albergatori ormai allo stremo mentre i ristoratori denunciano cali di fatturato del 40% con punte del 55. Il turismo sprofonda di nuovo nella crisi nera. È l’e f fetto «Omicron» anche se la variante - stando agli scienziati - non ha ancora attecchito in Italia. Ma a terrorizzare gli operatori sono i nuovi provvedimenti che dopodomani, giovedì 23, potrebbe prendere il Consiglio dei ministri dopo il «rito» della cabina di regia. In particolare gli albergatori temono il ricorso al tampone anche per i vaccinati, i ristoratori la riduzione dei tavoli col distanziamento rafforzato. Gli operatori avevano sperato che col super green pass, anche se a platea ridotta, si potesse lavorare per sfruttare il periodo natalizio che per la ristorazione rappresenta oltre il 10% dell’incasso annuale; ora temono di trovarsi con i locali vuoti. Ci sono comunque già dei dati preoccupanti. Secondo Demoskopika si è passati da una possibile platea del 52% d’italiani decisi a partire a solo un 24% di sicuri vacanzieri. Ci sono 8 milioni di disdette già consumate appena è stato accennato alla variante Omicron. Confrontando il possibile flusso turistico - così come stimato adesso - del Natale 2021 con quello del 2019 - si perderanno due terzi delle presenze. Perché se c’è quel 24 % di italiani pronti a partire, il problema sono gli altri 12 milioni di indecisi. Di quelli che partiranno (attualmente non più di un italiano su quattro) oltre il 90% resterà vicino casa scegliendo di preferenza la montagna (piace a quasi un terzo dei vacanzieri). Il 48% non ha nessuna intenzione di muoversi, sono 24 milioni di persone che non andranno neppure al ristorante. Ber nabò Bo cca, presidente di Federalberghi, che già ha polemizzato duramente col governo dopo l’annuncio dei tamponi richiesti ai turisti stranieri, commentando il monitoraggio afferma: «Era un dato che ci aspettavamo. Già come associazione avevamo registrato il trend nelle ultime settimane. Se per i giorni strettamente legati al Natale avevamo visto un incremento delle prenotazioni, così non è successo per i giorni attorno a Capodanno, la rinuncia è strettamente legata all’esigenza di tenersi lontani, ancora di più con «Omicron», da situazioni a rischio come cenoni e feste per la fine dell’anno». A fare i conti di come andrà per gli alberghi ci ha pensato il Centro Studi Turistici di Firenze che annuncia una disfatta per il Sud. Comunque non si andrà oltre una media del 40% del tasso di occupazione degli alberghi, con la montagna che arriva al 60%, il Sud che non arriva al 25 e le città d’arte che si barcamenano tra il 35 e il 42%. Sono tassi da fallimento delle aziende. Che dal punto di vista finanziario stanno messe malissimo. Lo testimonia uno studio di Osservatorio Next Generation di Competere.eu che si è occupato della tenuta finanziaria delle imprese turistiche. Giuseppe Arl eo leggendo i dati sottolinea: «L’au me nto dei contagi dovuto alla nuova variante Omicron e le misure di contenimento necessarie per fermarla rischiano di mettere in ginocchio il turismo, un comparto che ancora risente - più di altri - delle ricadute economiche legate alla pandemia. Le sofferenze nel comparto alloggio-ristorazione in ottobre hanno ripreso ad aumentare, è un segnale da non sottovalutare». Tradotto in quattrini, significa che nel 2020, solo i prestiti al settore alloggio-ristorazione sono aumentati di 6 miliardi di euro (lo stock di prestiti era 27 miliardi di euro nel 2019) a fronte di flussi di cassa negativi per oltre 10 miliardi. Ad ottobre 2021, lo stock complessivo di debiti al comparto ammonta a poco più di 37 miliardi di euro. Il rischio di insolvenza sale fino al 78% nel settore ricettivo e al 95% nella ristorazione. A conferma che la sofferenza economica è altissima interviene il Mio (Movimento imprese accoglienza aderente a Confindustria Turismo) guidato da Paol o B i a n ch i n i che nota: «I primissimi dati di dicembre, elaborati dal nostro Centro studi, dicono che il comparto della ristorazione sta registrando in media il 40% di incassi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, con punte anche di meno 55%. E non è ancora finita, perché ci sono le incognite di Natale e Capodanno: se la tendenza negativa non si arresterà, nei locali sarà il deserto». La stima è che i ristoranti abbiano già ricevuto disdette per oltre 2 miliardi di mancato incasso. «Queste cifre sono reali e fanno a cazzotti con la propaganda trionfalistica sulle stime del Pil. Di fatto, i ristoranti sono aperti - così si possono non concedere nuovi ristori mentre si fanno pagare le cartelle esattoriali - ma semivuoti. La paura istillata nelle persone, il guazzabuglio del super green pass, gli errori e le incertezze sulla gestione invernale del Covid ci stanno portando al profondo rosso. Così la ristorazione salta e se accade va male per tutti». In attesa della cabina di regia Babbo Natale si tiene alla larga dal ristorante.


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