Stanno col decreto sospeso,
vuoti di turisti,
pieni di debiti
saliti in un anno
di 10 miliardi.
Sono gli albergatori ormai allo stremo mentre i ristoratori denunciano cali di fatturato del 40% con punte del 55. Il
turismo sprofonda di nuovo
nella crisi nera. È l’e f fetto
«Omicron» anche se la variante - stando agli scienziati
- non ha ancora attecchito in
Italia. Ma a terrorizzare gli
operatori sono i nuovi provvedimenti che dopodomani,
giovedì 23, potrebbe prendere il Consiglio dei ministri
dopo il «rito» della cabina di
regia. In particolare gli albergatori temono il ricorso al
tampone anche per i vaccinati, i ristoratori la riduzione
dei tavoli col distanziamento
rafforzato. Gli operatori avevano sperato che col super
green pass, anche se a platea
ridotta, si potesse lavorare
per sfruttare il periodo natalizio che per la ristorazione
rappresenta oltre il 10% dell’incasso annuale; ora temono di trovarsi con i locali vuoti. Ci sono comunque già dei
dati preoccupanti. Secondo
Demoskopika si è passati da
una possibile platea del 52%
d’italiani decisi a partire a
solo un 24% di sicuri vacanzieri. Ci sono 8 milioni di disdette già consumate appena
è stato accennato alla variante Omicron. Confrontando il
possibile flusso turistico -
così come stimato adesso -
del Natale 2021 con quello del
2019 - si perderanno due terzi delle presenze. Perché se
c’è quel 24 % di italiani pronti
a partire, il problema sono gli
altri 12 milioni di indecisi.
Di quelli che partiranno
(attualmente non più di un
italiano su quattro) oltre il
90% resterà vicino casa scegliendo di preferenza la
montagna (piace a quasi un
terzo dei vacanzieri). Il 48%
non ha nessuna intenzione
di muoversi, sono 24 milioni
di persone che non andranno neppure al ristorante.
Ber nabò Bo cca, presidente
di Federalberghi, che già ha
polemizzato duramente col
governo dopo l’annuncio dei
tamponi richiesti ai turisti
stranieri, commentando il
monitoraggio afferma: «Era
un dato che ci aspettavamo.
Già come associazione avevamo registrato il trend nelle
ultime settimane. Se per i
giorni strettamente legati al
Natale avevamo visto un incremento delle prenotazioni, così non è successo per i
giorni attorno a Capodanno,
la rinuncia è strettamente legata all’esigenza di tenersi
lontani, ancora di più con
«Omicron», da situazioni a
rischio come cenoni e feste
per la fine dell’anno». A fare i
conti di come andrà per gli
alberghi ci ha pensato il Centro Studi Turistici di Firenze
che annuncia una disfatta
per il Sud. Comunque non si
andrà oltre una media del
40% del tasso di occupazione
degli alberghi, con la montagna che arriva al 60%, il Sud
che non arriva al 25 e le città
d’arte che si barcamenano
tra il 35 e il 42%. Sono tassi da
fallimento delle aziende. Che
dal punto di vista finanziario
stanno messe malissimo. Lo
testimonia uno studio di Osservatorio Next Generation
di Competere.eu che si è occupato della tenuta finanziaria delle imprese turistiche.
Giuseppe Arl eo leggendo i
dati sottolinea: «L’au me nto
dei contagi dovuto alla nuova
variante Omicron e le misure
di contenimento necessarie
per fermarla rischiano di
mettere in ginocchio il turismo, un comparto che ancora risente - più di altri - delle
ricadute economiche legate
alla pandemia. Le sofferenze
nel comparto alloggio-ristorazione in ottobre hanno ripreso ad aumentare, è un segnale da non sottovalutare».
Tradotto in quattrini, significa che nel 2020, solo i
prestiti al settore alloggio-ristorazione sono aumentati
di 6 miliardi di euro (lo stock
di prestiti era 27 miliardi di
euro nel 2019) a fronte di
flussi di cassa negativi per
oltre 10 miliardi. Ad ottobre
2021, lo stock complessivo di
debiti al comparto ammonta
a poco più di 37 miliardi di
euro. Il rischio di insolvenza
sale fino al 78% nel settore
ricettivo e al 95% nella ristorazione. A conferma che la
sofferenza economica è altissima interviene il Mio (Movimento imprese accoglienza
aderente a Confindustria Turismo) guidato da Paol o
B i a n ch i n i che nota: «I primissimi dati di dicembre,
elaborati dal nostro Centro
studi, dicono che il comparto
della ristorazione sta registrando in media il 40% di
incassi in meno rispetto allo
stesso periodo del 2019, con
punte anche di meno 55%. E
non è ancora finita, perché ci
sono le incognite di Natale e
Capodanno: se la tendenza
negativa non si arresterà, nei
locali sarà il deserto». La stima è che i ristoranti abbiano
già ricevuto disdette per oltre 2 miliardi di mancato incasso. «Queste cifre sono reali e
fanno a cazzotti con la propaganda trionfalistica sulle stime del Pil. Di fatto, i ristoranti sono aperti - così si possono non concedere nuovi ristori mentre si fanno pagare
le cartelle esattoriali - ma semivuoti. La paura istillata
nelle persone, il guazzabuglio del super green pass, gli
errori e le incertezze sulla
gestione invernale del Covid
ci stanno portando al profondo rosso. Così la ristorazione salta e se accade va male per tutti».
In attesa della cabina di
regia Babbo Natale si tiene
alla larga dal ristorante.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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