Vaccini «bucati»? Ne vogliono di più

 

Tutti vaccinati, tutti infettati, eppure «salvi» grazie al vaccino. L’ostaggio di una banda di sequestratori, che garantisce: «Mi trattano bene», non sarebbe parso più grottesco. Ieri, il C o r rie re ha aperto con la dichiarazione del paziente zero italiano della variante Omicron: «Considerato il campione della mia famiglia, che comprende uomini e donne di età dagli 8 anni agli 81 anni e i sintomi blandi riscontrati in questi dieci giorni, posso affermare di essere soddisfatto di essere stato vaccinato poiché il vaccino ha funzionato […] in maniera egregia». Invero, l’unico dato certo è che i parenti del quarantottenne si sono contagiati nonostante le due dosi ricevute; al contrario, del fatto che, se non fossero stati inoculati, sarebbero finiti in ospedale, manca una prova. Anzi, le evidenze che arrivano da Pretoria alimentano i dubbi: a Re p ub b l ic a , Angelique Coetzee, presidente dell’Associazione medici del Sudafrica, ha spiegato che più della metà dei casi di Omicron da lei analizzati riguardava persone che non avevano ancora porto il braccio. E tutti hanno mostrato «sintomi molto lievi», «uguali per entrambi, vaccinati e non». Da noi, suona un’altra musica. L’Asl di Caserta fa sapere che nei suoceri del paziente zero «non è stato possibile avviare il sequenziamento a causa della bassa carica virale». Un risultato associato a chi è in via di guarigione - grazie al vaccino, ovviamente. Può ben darsi che agli anziani, senza iniezioni, sarebbe andata peggio. I figli dell’uomo, però, frequentano le elementari. Dunque, non possono essere vaccinati (hanno meno di 12 anni) e, nondimeno, sono sanissimi. È perché, appunto, sono dei bambini? Bene. Ciò dimostrerebbe che, anziché inseguire i minori con la siringa, bisogna mettere al sicuro i più attempati, senza osceni apartheid sui «renitenti». Invece, il rituale mistico costruito attorno al sacro siero è ancora il principale elemento di confusione, in questa ennesima, concitata cronaca di un’emergenza ipotetica. Nessuno opta per il silenzio. La sintesi dei «bla bla bla», per citare Greta, è straniante: non sappiamo se i vaccini resistono, quindi vaccinatevi. E preparatevi pure alla quarta dose. Così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sile ri: bisogna capire se la variante Omicron «possa o meno eludere i vaccini», per cui «proseguiamo con la vaccinazione». Per Walter Ricciardi, c’è una buona probabilità che i vaccini continuino a proteggerci. Giuseppe Remuzzi rile - va che «il più bravo virologo del Sudafrica ha detto che la nuova variante non saprà sfuggire al vaccino». Ma se ancora non decolla la campagna sulle terze dosi, l’immunologo Alber to M antova n i e il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, si portano avanti: non è escluso che servirà la quarta. Manto - va n i , tuttavia, precisa: «Ci auguriamo che con la terza dose ci sia memoria immunitaria di lunga durata». Ipotesi, ammonimenti, auspici: è l’ef fetto stordente di una scienza che insegue le varianti, ma ancor più le agenzie di stampa. Di chi fidarci? Per un esperto che ci rassicura, c’è un farmaceutico che, magari pro domo sua, ci avvisa: «Non sappiamo se il vaccino vada adattato». Lo cincischia Katalin Karikò, senior vice president di Biontech. E gli Stati sono pronti a sborsare per i futuri supermedicinali. Può darsi che sia stato An - drea Crisanti, mai campione di ottimismo, a indicare uno spiraglio di ragionevolezza: se Omicron fosse «responsabile di sintomi lievi», avremmo «la prova che l’epidemia è finita, perché verrebbe alimentata da una variante che immunizza senza fare danni». Il guaio, purtroppo, è questo: a quanta gente fanno molto più comodo irrazionalità e panico?