STUPIDA RAZZA

mercoledì 24 novembre 2021

Auto elettrica per tutti? Neanche con 30 reattori

 

L’auto full electric, pubblicizzata come «sostenibile», ha una tecnologia incompatibile con le nostre esigenze di automobile: autonomia di 600 km, climatizzazione, pochi secondi per fare un pieno. Poi costa cara e necessita di troppa energia.Dopo aver tratteg giato qualche giorno fa la gretinata n.1, quella della cattura e sequestro della CO2, oggi tocca alla gretinata numero 2: l’aut o elettrica. Se vi chiedete che ordine seguo, la risposta è: lo stesso, cioè quello sparso, che alberga nella mente delle gretine. Le quali, in proposito, vorrebbero obbligare l’universo mondo a rottamare le automobili esistenti e dotarsi di auto full electric. Ignare, le Gretine, che 1) di siffatte auto esistono sul mercato solo bozzoli vuoti, con buona pace dei produttori che s’affannano a pubblicizzarle e 2) non v’è alcuna speranza che da codesti bozzoli voli qualcosa. Voglio sùbito scusarmi coi produttori d’auto, che fanno un lavoro egregio nel produrre veicoli a benzina, diesel e ibridi, tutti ottimi. Ma mi gioco la camicia che qualunque loro potenziale cliente, benintenzionato ad acquistare u n’auto nuova, alla ipotetica proposta di averla full electric e gratis ma a patto di usare solo ed esclusivamente quella, dopo aver ringraziato per la generosa offerta, la rifiuterà, con la motivazione che dell’auto ha bisogno. Come mai la pubblicizzano tanto, mi chiederà il lettore. L’unica risposta che mi sovviene è: per la stessa ragione per cui oggigiorno, qualunque prodotto in vendita, senza eccezione alcuna, fosse anche un chiodo, è pubblicizzato come «sostenibile». La parola non significa niente ma, di tutta evidenza, le misteriose regole del marketing la impongono. Ed è così talmente logora e abusata che perfino il mio correttore automatico me la segnala come tale e mi consiglia di cambi a rl a . Veniamo alle Gretine. Queste, oltre che di sabato e domenica, non vanno a scuola né di venerdì, perché è di venerdì che pensano - si fa per dire - al futuro; né di giovedì, quando si preparano al venerdì, e neanche di lunedì quando si riposano dal venerdì. Onde per cui non hanno il tempo di studiare la Storia e credono che l’auto elettrica sia l’ultimo ritrovato della tecnologia. Ma la Storia dell’auto elettrica è antica: nell’anno 1900 oltre un quarto delle automobili prodotte negli Usa erano elettriche. Scomparvero dalla scena nel giro di pochi anni. La ragione è tecnica, ma l’ottimismo ogni tanto ritorna. Per esempio, nel 2012 il governo di M a r io M o nti assicurava che - cito - «entro due anni» in Cina ci sarebbero state più di 1 milione d’auto elettriche in circolazione. I due anni sono passati da sette, e in Cina d’aut o elettriche ce n’è oggi, sì e no, un terzo di quelle che avrebbero dovuto esserci, secondo quel nostro governo, sette anni fa. Comunque sia, nel mondo sono lo zero-virgolaqualcosa percento del paio di miliardi di veicoli circolanti. Per fortuna nel mondo c’è anche chi ha la testa sulle spalle. Trattasi di A kyo Toyo - da, presidente della Toyota motor corporation. Il quale appena l’anno scorso dichiarava che l’auto elettrica è sopravvalutata, poi avvertiva che il perseguirne lo sviluppo farà collassare l’i n du s tr i a automobilistica con conseguente perdita di milioni di posti di lavoro, e infine si interrogava se i politici comprendono quel che dicono quando dicono di perseguire il modello di trazione elettrica. Ma già nel 2014 S e rg io Ma rchion ne a mm etteva sconsolato: «Abbiamo lanciato la 500 elettrica alcuni anni fa in California, ma perdiamo 15.000 dollari per ognuna di quelle auto che lì ve n d i a m o » . L’auto full electric non è - e non lo sarà in un ragionevole futuro - appetibile. Perché? Il fatto è che noi non sappiamo come immagazzinare energia elettrica in un contenitore trasportabile da un’auto - mobile che abbia le caratteristiche di quelle cui siamo abituati. Tra la gente comune (e purtroppo anche tra i politici) v’è la convinzione che sia solo questione di tempo. No. La bontà degli accumulatori elettrici è inversamente proporzionale alla massa atomica della sostanza attiva. Ma la tavola periodica degli elementi è nota da tempo: l’elemento più leggero è l’idrogeno (che però non esiste sulla Terra ed è pure gassoso), poi c’è l’elio (che però è inerte), e poi il litio, che finalmente esiste è reattivo ed è solido. Ma le batterie al litio esistono già e, posta uguale a 100 la densità (in volume o in peso) d’energia immagazzinata nella benzina, quella immagazzinata nelle migliori batterie al litio è uguale a 1. Siamo cioè al limite di quanto consentito dalla tecnologia. Una tecnologia che è incompatibile con le nostre esigenze di automobile. Che sono: autonomia di 600 km, climatizzazione, pochi secondi per fare un pieno. E non autonomia dell’ordine di 100 km, sempreché non si usi il climatizzatore, e alcune ore per la ricarica. Insomma, solo i poveri che non possono permettersi di acquistare u n’auto tradizionale, possono accettare, in regalo, u n’auto full electric ed accettare d’essere obbligati di usare solo quella. L’auto elettrica - sebbene costi tre volte quella a benzina - è l’auto per p ove r i . Lo sprovveduto pensa alla tecnologia dei computer, le cui dimensioni, prestazioni e costi sono migliorati in modo esponenziale: perché - s’usa dire - ciò che è avvenuto con i computer non può ripetersi con le batterie per un’aut o elettrica? La risposta è tecnica: gli elettroni di un processore non occupano spazio, e le piccole dimensioni del processore non influiscono sulla sua capacità e, anzi, aumentano la velocità di trasferimento dei dati. Gli ioni di una batteria, invece, occupano spazio, e ubbidiscono inesorabilmente a leggi della termodinamica, le quali non cambiano se cambia la chimica dell’elemento attivo. Bisogna esser consapevoli che 1) finché nel mondo v’è petrolio e metano, le auto avranno il serbatoio per contenerli e 2) che le leggi di nessun parlamento potranno battere quelle della fisica. E taccio del fatto che, anche qualora avvenisse un imprevedibile miracolo tecnico-scientifico che mi sconfessasse - nessuno ha la sfera di cristallo - non avremmo comunque l’energia elettrica necessaria per alimentare la miracolosa auto: se il parco automobilistico italiano fosse di auto elettriche, sarebbero necessari almeno 30 reattori nucleari per alimenta rl o.

Nessun commento:

Posta un commento