Il fisico Giorgio Parisi, fresco di premio Nobel, all’in augurazione dell’anno accademico della Sapienza, ha tenuto una lectio magistralis di cui bisognerebbe mandare a memoria alcuni passaggi. Lo studioso ha iniziato con decisione, spiegando che «ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale», e sulle prime sembrava che intendesse muoversi sullo stesso, rassicurante sentiero tracciato negli ultimi mesi dai sacerdoti della Cattedrale Sanitaria. Pa r i s i ha insistito sulla distinzione fra «scienza» e «magia», e ha semplificato un po’troppo, perché le radici della scienza occidentale affondano proprio nelle arti magiche, nell’alchimia e nella sapienza tradizionale, che con troppa supponenza sono state archiviate, come ha spesso notato quel gran pensatore che fu Giuseppe Serm o nti . Tuttavia, la lezione di Pa r i s i ha presto deviato dalla strada della banalità. «È possibile», ha detto il luminare, «che questa sfiducia di massa nella scienza che arriva fino al nostro Parlamento sia dovuta anche a una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è affatto». Con estrema semplicità, dunque, Pa r i s i è arrivato al cuore del problema. «A volte», ha proseguito, «l’arroganza consiste nel non cercare di far arrivare al pubblico le prove di cui si dispone, ma di chiedere un assenso incondizionato basato sulla fiducia negli esperti. Proprio il rifiuto di accettare i propri limiti può indebolire il prestigio degli scienziati che a volte sbandierano un’e c c e s s iva sicurezza che non è autentica, davanti a un’opinione pubblica che in qualche modo ne avverte la parzialità di vedute e i limiti». Non avrebbe potuto essere più chiaro. Ma attenzione alla stoccata finale: «A volte cattivi divulgatori presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria le cui motivazioni sono comprensibili solo agli iniziati […]. Se la scienza diventa una pseudomagia, perché non scegliere la magia vera?». Il punto è esattamente questo. Se, da un lato, la scienza moderna tende a presentarsi come il potente lume della ragione capace di spazzar via le tenebre della superstizione, dall’altro essa ha mantenuto i tratti deteriori della sua ascendenza magica. Quanti predicatori in camice bianco, oggi, si presentano come i detentori della Verità assoluta, quanti pretendono dalla popolazione «atti di fede»? E, ancora, quanti sono pronti a farsi inquisitori per mandare al rogo chiunque osi avanzare dubbi o perplessità? Purtroppo, questi non sono ragionamenti astratti. Abbiamo esempi drammaticamente concreti a dimostrazione dell’importanza del discorso. Prendiamo, per dire, ciò che ha detto ieri a Repubblica Sil - vio Br u s a fe r ro, gran visir dell’Istituto superiore di sanità. Ammettiamo di non riporre grandissima fiducia in questo signore, specie dopo che abbiamo appreso del suo scambio di messaggi con il ministro Speranza: una conversazione (anzi, più di una) in cui si parlava di far sparire il famoso report dell’Oms curato da Fran - cesco Zambonperché sgradito al governo. Tanto basta a far perdere parecchia credibilità al volto pubblico dell’Is s . Il guaio è che Brus aferro non sembra impegnarsi molto al fine di guadagnare nuova autorevolezza. Ieri ha spiegato che il vaccino ai bambini è sicurissimo, e bisogna farlo. Sentite come ha motivato l’af - fermazione: «Se non bastasse la letteratura scientifica a convincerci, guardiamoci attorno», ha detto. «La correlazione fra contagi e tassi di vaccinazione nei vari Paesi è nitidissima, anche attorno ai nostri confini». Il fatto è che la correlazione tra contagi e tassi di vaccinazione non è «nitidissima». Al contrario, ogni Stato sembra fare storia a sé. Il Portogallo, ad esempio, sfiora il 90% di inoculati, ma da qualche giorno vede aumentare non poco i decessi. Mentre la Spagna, con quasi il 10% di vaccinati in meno, ha assistito a un calo dei morti. Irlanda, Danimarca, Svezia, Regno Unito: ovunque la situazione è differente, cambiano i numeri dei morti e la quantità di positivi. Il cittadino si chiede allora: come può uno scienziato serio dichiarare con tanta sicurezza una cosa falsa? Che bisogno c’è di mentire costantemente, di mistificare, di fornire informazioni parziali e viziate dal pregiudizio? E, soprattutto, come può una persona normale fidarsi di autorità che mostrino un atteggiamento sim i l e? Per Brusafe rro, come per tanti altri suoi colleghi a vari livelli, la correttezza dei dati, la prudenza nelle dichiarazioni e la consapevolezza dei limiti della ricerca sono divenute del tutto superflue. Essi si limitano a pretendere un atto di fede da parte della popolazione. Hanno abolito completamente la distinzione moderna tra scienza e magia, rifugiandosi in una nuova forma di stregoneria tecnologica. Si comportano come i re taumaturghi descritti nel capolavoro dello storico March Bloch: si considerano unti dal Signore, e credono di poter guarire gli scrofolosi con l’imposi zione delle mani. Nel caso dei sovrani medievali, la capacità di vincere le malattie serviva da cemento per la sovranità, e pure oggi gli «esperti» fondano il proprio potere sulla presunzione taumaturgica. Ci pare evidente, tuttavia, che siano ben lontani dall’aver sconfitto la pestilenza, e questo dovrebbe suggerire loro, per lo meno, un filo di modestia in più. A prevalere è invece l’arro - ganza tanto stigmatizzata da Giorgio Parisi,la falsa sicurezza che quotidianamente viene ostentata dal sistema politicomediatico. Citiamo a questo proposito l’editoriale del Cor - riere della Sera di ieri, firmato da Aldo Cazzullo,i nte ra m e nte modellato su una visione binaria e - appunto - magica della situazione. «Siamo al bivio», ha scritto il noto collega. «Da una parte un inverno relativamente tranquillo, con il Covid che non scompare ma viene tenuto sotto controllo: gli ospedali e le terapie intensive non si intasano, le persone colpite da altre malattie non vengono trascurate, le scuole e i locali pubblici restano aperti […]. Dall’altra parte, invece, c’è il ritorno dell’incubo che abbiamo vissuto nel marzo 2020 e nell’inverno scorso». Il senso è cristallino: secondo Cazzullo basterebbe vaccinare tutti i no vax, e magari pure i bambini, per farci vivere sereni. Che è un po’come dire: eliminando gli untori, la peste se ne and rà . Se una cosa simile potesse accadere, saremmo ebbri di gioia. Ma non può succedere. L’aumento dei contagi non dipende dai no vax. E se non si rendono disponibili più posti in intensiva, se non si dà la giusta importanza ai protocolli di cura, se non si pone un freno al l’ossessione medicalizzante, dall’emergenza non si uscirà mai. Si resterà, al contrario, in una condizione di libertà limitata, in cui il possesso del corpo dell’individuo rimarrà saldamente nelle mani delle istituzioni. In pratica, un medioevo magico pieno di stregoni, in cui i cavalieri votano la fiducia ai draghi.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 25 novembre 2021
La scienza che rifiuta i dubbi si fa autogol
Il fisico Giorgio Parisi, fresco di premio Nobel, all’in augurazione dell’anno accademico della Sapienza, ha tenuto una lectio magistralis di cui bisognerebbe mandare a memoria alcuni passaggi. Lo studioso ha iniziato con decisione, spiegando che «ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale», e sulle prime sembrava che intendesse muoversi sullo stesso, rassicurante sentiero tracciato negli ultimi mesi dai sacerdoti della Cattedrale Sanitaria. Pa r i s i ha insistito sulla distinzione fra «scienza» e «magia», e ha semplificato un po’troppo, perché le radici della scienza occidentale affondano proprio nelle arti magiche, nell’alchimia e nella sapienza tradizionale, che con troppa supponenza sono state archiviate, come ha spesso notato quel gran pensatore che fu Giuseppe Serm o nti . Tuttavia, la lezione di Pa r i s i ha presto deviato dalla strada della banalità. «È possibile», ha detto il luminare, «che questa sfiducia di massa nella scienza che arriva fino al nostro Parlamento sia dovuta anche a una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è affatto». Con estrema semplicità, dunque, Pa r i s i è arrivato al cuore del problema. «A volte», ha proseguito, «l’arroganza consiste nel non cercare di far arrivare al pubblico le prove di cui si dispone, ma di chiedere un assenso incondizionato basato sulla fiducia negli esperti. Proprio il rifiuto di accettare i propri limiti può indebolire il prestigio degli scienziati che a volte sbandierano un’e c c e s s iva sicurezza che non è autentica, davanti a un’opinione pubblica che in qualche modo ne avverte la parzialità di vedute e i limiti». Non avrebbe potuto essere più chiaro. Ma attenzione alla stoccata finale: «A volte cattivi divulgatori presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria le cui motivazioni sono comprensibili solo agli iniziati […]. Se la scienza diventa una pseudomagia, perché non scegliere la magia vera?». Il punto è esattamente questo. Se, da un lato, la scienza moderna tende a presentarsi come il potente lume della ragione capace di spazzar via le tenebre della superstizione, dall’altro essa ha mantenuto i tratti deteriori della sua ascendenza magica. Quanti predicatori in camice bianco, oggi, si presentano come i detentori della Verità assoluta, quanti pretendono dalla popolazione «atti di fede»? E, ancora, quanti sono pronti a farsi inquisitori per mandare al rogo chiunque osi avanzare dubbi o perplessità? Purtroppo, questi non sono ragionamenti astratti. Abbiamo esempi drammaticamente concreti a dimostrazione dell’importanza del discorso. Prendiamo, per dire, ciò che ha detto ieri a Repubblica Sil - vio Br u s a fe r ro, gran visir dell’Istituto superiore di sanità. Ammettiamo di non riporre grandissima fiducia in questo signore, specie dopo che abbiamo appreso del suo scambio di messaggi con il ministro Speranza: una conversazione (anzi, più di una) in cui si parlava di far sparire il famoso report dell’Oms curato da Fran - cesco Zambonperché sgradito al governo. Tanto basta a far perdere parecchia credibilità al volto pubblico dell’Is s . Il guaio è che Brus aferro non sembra impegnarsi molto al fine di guadagnare nuova autorevolezza. Ieri ha spiegato che il vaccino ai bambini è sicurissimo, e bisogna farlo. Sentite come ha motivato l’af - fermazione: «Se non bastasse la letteratura scientifica a convincerci, guardiamoci attorno», ha detto. «La correlazione fra contagi e tassi di vaccinazione nei vari Paesi è nitidissima, anche attorno ai nostri confini». Il fatto è che la correlazione tra contagi e tassi di vaccinazione non è «nitidissima». Al contrario, ogni Stato sembra fare storia a sé. Il Portogallo, ad esempio, sfiora il 90% di inoculati, ma da qualche giorno vede aumentare non poco i decessi. Mentre la Spagna, con quasi il 10% di vaccinati in meno, ha assistito a un calo dei morti. Irlanda, Danimarca, Svezia, Regno Unito: ovunque la situazione è differente, cambiano i numeri dei morti e la quantità di positivi. Il cittadino si chiede allora: come può uno scienziato serio dichiarare con tanta sicurezza una cosa falsa? Che bisogno c’è di mentire costantemente, di mistificare, di fornire informazioni parziali e viziate dal pregiudizio? E, soprattutto, come può una persona normale fidarsi di autorità che mostrino un atteggiamento sim i l e? Per Brusafe rro, come per tanti altri suoi colleghi a vari livelli, la correttezza dei dati, la prudenza nelle dichiarazioni e la consapevolezza dei limiti della ricerca sono divenute del tutto superflue. Essi si limitano a pretendere un atto di fede da parte della popolazione. Hanno abolito completamente la distinzione moderna tra scienza e magia, rifugiandosi in una nuova forma di stregoneria tecnologica. Si comportano come i re taumaturghi descritti nel capolavoro dello storico March Bloch: si considerano unti dal Signore, e credono di poter guarire gli scrofolosi con l’imposi zione delle mani. Nel caso dei sovrani medievali, la capacità di vincere le malattie serviva da cemento per la sovranità, e pure oggi gli «esperti» fondano il proprio potere sulla presunzione taumaturgica. Ci pare evidente, tuttavia, che siano ben lontani dall’aver sconfitto la pestilenza, e questo dovrebbe suggerire loro, per lo meno, un filo di modestia in più. A prevalere è invece l’arro - ganza tanto stigmatizzata da Giorgio Parisi,la falsa sicurezza che quotidianamente viene ostentata dal sistema politicomediatico. Citiamo a questo proposito l’editoriale del Cor - riere della Sera di ieri, firmato da Aldo Cazzullo,i nte ra m e nte modellato su una visione binaria e - appunto - magica della situazione. «Siamo al bivio», ha scritto il noto collega. «Da una parte un inverno relativamente tranquillo, con il Covid che non scompare ma viene tenuto sotto controllo: gli ospedali e le terapie intensive non si intasano, le persone colpite da altre malattie non vengono trascurate, le scuole e i locali pubblici restano aperti […]. Dall’altra parte, invece, c’è il ritorno dell’incubo che abbiamo vissuto nel marzo 2020 e nell’inverno scorso». Il senso è cristallino: secondo Cazzullo basterebbe vaccinare tutti i no vax, e magari pure i bambini, per farci vivere sereni. Che è un po’come dire: eliminando gli untori, la peste se ne and rà . Se una cosa simile potesse accadere, saremmo ebbri di gioia. Ma non può succedere. L’aumento dei contagi non dipende dai no vax. E se non si rendono disponibili più posti in intensiva, se non si dà la giusta importanza ai protocolli di cura, se non si pone un freno al l’ossessione medicalizzante, dall’emergenza non si uscirà mai. Si resterà, al contrario, in una condizione di libertà limitata, in cui il possesso del corpo dell’individuo rimarrà saldamente nelle mani delle istituzioni. In pratica, un medioevo magico pieno di stregoni, in cui i cavalieri votano la fiducia ai draghi.
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