STUPIDA RAZZA

lunedì 29 novembre 2021

Priorità ai controlli sul pass Per gli altri reati, pazienza...

 

Il premier Mario Draghi ha dettato la linea: con il super green pass dovranno essere super anche i controlli. La Lamorgese ha già eseguito dando l’ordine ai prefetti: «Priorità assoluta». E loro obbediscono: «Vuol dire che molleremo altri fronti». Come se non esistesse più altro crimine che l’essere sprovvisti del lasciapassare. Ma le forze dell’ordi - ne, decimate proprio dalle restrizioni anti Covid, si lamentano: «Servono assunzioni». Parola d’o rd i - ne: controllare. Con il varo del super green pass parte un giro di vite senza precedenti voluto personalmente da Mario Draghi, per «impedire che un certo lassismo allarghi le maglie della lotta al Covid», soprattutto in provincia. Il salto di qualità dei controlli è ufficializzato ne ll’articolo 7 del decreto legge e mostra un orizzonte sociale fosco. «La ricreazione è finita, arrivano i dobermann», si lascia sfuggire non senza allarme un funzionario di Palazzo Chigi. Il linguaggio è adeguato alle imposizioni che dal 6 dicembre gli italiani avvertiranno sulla pelle - anche in zona bianca - negli esercizi pubblici, sui treni regionali, sulle metropolitane, alle fermate degli autobus, nelle vie dello shopping e nei quartieri della movida. Praticamente ovunqu e. Nessuna deroga, la priorità assoluta per l’ordine pubblico è combattere la pandemia (anche se i numeri di positivi, ricoverati e morti sono un decimo rispetto a un anno fa). Il premier mostra il suo volto prussiano, l’e l m et - to a punta gli dona. Quindi polizia, carabinieri, polfer e vigili urbani dovranno coordinarsi per l’immensa caccia al non vaccinato, inseguito con determinazione churchilliana: «Li combatteremo sulle spiagge, nei campi e nelle strade, sulle colline, non ci arrenderemo mai». Un brivido corre lungo la schiena, c’è qualcosa di terribile in tutto questo, ma alla realtà bisogna guardare in faccia. Oggi per il governo non esistono altre emergenze, per gli altri reati non c’è posto. Il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, secondo quanti riportato dal G az - zetti n o, lo ammette candidamente: «Adesso ci hanno dato questa priorità, vuol dire che molleremo su altri fronti». Questa pare essere l’indicazione giunta dal Viminale I prefetti hanno ricevuto dal ministero dell’Inte rn o l’ordine di far rispettare il super green pass in modo rigoroso e hanno già cominciato a convocare i Comitati provinciali per la sicurezza e l’ordine pubblico. Riunioni ogni tre giorni, massimo controllo del territorio, relazioni obbligatorie ogni settimana che finiranno sulla scrivania di Luciana Lamorge s e. Sospettato di aver gestito a briglia larga la prima fase del passaporto verde, il ministro ha ricevuto la classica lavata di capo e si è subito allineato con il pressing sulle prefetture. Si nota una singolare contraddizione: lei così morbida con i migranti clandestini, con i fricchettoni dei rave party, con i centri sociali e i Cobas che imperversano il sabato per «la qualunque», con i collettivi studenteschi in agitazione permanente, ha l’ordine di trasformarsi in kapò nei confronti dei privati c i ttad i n i . Da oggi per L a mo rges e, per i prefetti, per i questori c’è una seconda parola d’ordine: costante. Non saranno più tollerare verifiche occasionali e bonarie, anche quelle a campione dovranno essere costanti e pianificate; la missione prevede i canini affilati e uno spiegamento enorme di uomini. Per far fronte a possibili carenze d’organico l’armata sanitaria sarà supportata dall’esercito. Anche questo carico da undici arriva da Palazzo Chigi: «Le forze di sicurezza andranno mobilitate in maniera completa. Bisogna muoversi sui controlli, vanno rafforzati», ha detto il premier. Così sarà possibile vedere i soldati del progetto Strade sicure impegnati in interventi poco natalizi per evitare assembramenti e mascherine abbassate. O alle fermate degli autobus ad aiutare gli steward delle aziende di trasporto pubblico, come a Gerusalemme qualche anno fa dopo gli attentati di Hamas. Le forze dell’ordine vivono con perplessità la situazione. Incaricate di presidiare ogni angolo di strada, di ripetere con effetti urticanti gli show di un anno e mezzo fa contro i runner, i pensionati con il cane e i camminatori notturni, avvertono la responsabilità di un ruolo impopolare e le difficoltà da carenze d’organico. I rappresentanti sindacali di polizia mostrano le criticità della strategia: «Noi a differenza della scuola, poliziotti supplenti non ne abbiamo», sorride amaro Luca Capalbo della Federazione sindacale polizia (Fsp). «L’organico è all’osso e già l’obbligo di green pass ha creato tensioni fra colleghi come non se ne ricordavano in precedenza. Il carico di lavoro che non potrà essere smaltito dai poliziotti non vaccinati ricadrebbe inevitabilmente sugli a l tr i » . In polizia si teme che l’inasprimento delle regole moltiplichi le manifestazioni contrarie, con un impegno sempre più massiccio di uomini. Fabio Ballestriero, segretario regionale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) del Veneto mette il dito nella piaga: «I vaccini sono un tema divisivo, parlarne è camminare sulle uova. Con l’obbligo vaccinale per noi, mi chiedo se lo Stato risarcirà per eventuali effetti avversi. E se scatta la sospensione per 3.000 poliziotti, chi coprirà i buchi d’organico? ». Risponde il segretario nazionale del Coisp (Coordinamento indipendenza sindacale polizia), Domenico Pian e s e: «Senza un piano straordinario di assunzioni che copra almeno i vuoti d’organico, la nostra operatività rischia di essere compromessa. Non ci si può ricordare del sistema sicurezza solo nel momento del bisogno. A dicembre saranno pagate le ore di straordinario effettuate a luglio del 2020, dopo 18 mesi». Per lo Stato le nozze con i fichi secchi sono un dettaglio, conta solo la caccia all’uomo. Rullino i tamburi, riparte il circo.

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