STUPIDA RAZZA

giovedì 25 novembre 2021

Migliaia di alunni con le scuole chiuse restano pure senza didattica online

 

È come diceva il ministro A lb erto B ianchi una settimana fa: «la Dad non ritorna, la scuola è in sicurezza». Peccato che la didattica a distanza non ritorni perché la scuola chiude tutto, anche le attività online. Non è una battuta, ma pura cronaca della vita reale, quella che il ministro continua a non voler vedere. Una scuola della Capitale, l’istituto comprensivo Cassia, con più di 1.000 studenti, ha chiuso le attività didattiche comprese quelle online. Lo ha chiarito nero su bianco il dirigente scolastico, in una nota ai genitori pubblicata sul sito della scuola. Il plesso aveva registrato troppi contagi e la Asl è stata costretta a chiuderlo tutto per arginare il cluster. Il nuovo protocollo anti Covid nelle scuole non sta funzionando, come aveva già anticipato La Verità, e non si può neanche dare la colpa ai bambini, additati ormai come «untori», visto che tra i positivi ci sono anche insegnanti vaccinati. Inoltre, non si sa con certezza da chi possa esser partito il contagio. Non solo Roma, in tutta Italia chiudono le scuole e in molti istituti non si specifica se e quando partirà la dad. Le circolari, quando disponibili, non danno indicazioni chiare. Come nel caso di una scuola chiusa a Perugia che, in una comunicazione alle famiglie, scrive «potrà essere attivata la didattica a distanza»: una possibilità, a oggi non è chiaro se verrà attuata. Un’intera scuola è stata chiusa anche a Schio, in Veneto, dove le prime positività erano state riscontrate il 10 novembre, ma dopo due settimane la situazione è peggiorata e le classi contagiate sono divenute sei. Lo stesso succede nella provincia di Salerno, succede a Ravello e ancora a Marina di Ragusa e in provincia di Treviso. Il Giornale di Vicenza riporta ben 19 focolai solo nelle scuole del Vicentino. Interi plessi chiusi da Nord a Sud e per alcune scuole organizzare l’attività di didattica a distanza risulta ancora motivo di difficoltà. «È surreale che, nell’era del multimediale e dopo due anni di pandemia, non si riesca a evitare le quarantene e ad organizzare la didattica online», denuncia Jacopo Marzetti, presidente di Farmacap e del Comitato del Misemedia e Minori. «Tutto questo era prevedibile, ma si poteva evitare con lo screening dei test salivari con farmacisti qualificati che avevo proposto con Farmacap nel Lazio. La proposta era una soluzione pilota che si poteva applicare su base nazionale coinvolgendo le farmacie». Il nuovo protocollo anti Covid dei tre casi per classe ha messo in grande difficoltà gli uffici sanitari locali in tutta Italia che non riescono a effettuare screening tempestivi; anche a questo si deve l’au - mento dei contagi nelle scuole. «Siamo in tempo per recuperare e convivere con la situazione attuale» continua M a rzetti . «Insistere con la dad, non sempre efficiente ed efficace, senza prevedere forme alternative di organizzazione per le lezioni, significa aumentare il tasso di abbandono scolastico già pericolosamente alto nel nostro Paes e. » Sulla dad che non riparte, ma non come prometteva Pa - trizio Bianchi, il problema è di carattere organizzativo: le scuole che chiudono per Covid lo fanno dalla sera alla mattina e non danno quindi la possibilità ai genitori di riprendere il materiale che serve ai bambini per seguire la didattica a distanza. Inoltre va preparato un piano con un orario di lezione, che non può essere di otto ore per tutti perché i bambini non possono stare così tanto davanti a uno schermo. Problemi noti, mai affrontati e tanto meno risolti. Sarebbe bastato preparare un piano di emergenza per programmare la didattica online in caso di necessità. Il ministro, però, invece di pianificare, ha preferito fare promesse che ha dimostrato di non poter mantenere. Nel frattempo, quando le scuole hanno la fortuna di rimanere aperte, si continua ad avere il problema delle quarantene o dei singoli casi di isolamento fiduciario. I genitori continuano a lamentare il fatto che non sia previsto un piano di didattica parziale: la dad si attiva solo per l’i nte ra classe e non per il singolo studente isolato per contatto con un positivo o perché contagiato. Questo naturalmente va a danno di chi finisce in quarantena, costretto, suo malgrado, a rimanere a casa senza un supporto che lo aiuti a rimanere in pari con il programma didattico che, nelle due settimane di isolamento, il resto della classe continua a svolgere. Si va in ordine sparso, ogni scuola sulla dad agisce come vuole, ogni istituto ha approvato il suo personale regolamento: per il liceo scientifico Nomentano di Roma, ad esempio, che in questi giorni è occupato dagli studenti, la preside ha scelto di imporre la dad per garantire la continuità didattica agli alunni. Chi non seguirà le lezioni sarà segnato come a s s e nte.

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