Per circa un
anno e mezzo,
fra il 1896 e il
1897, Sig mund
Freud elaborò, a
s u o d i r e , u n a
teoria detta della seduzione
infantile, in base alla quale le
nevrosi avrebbero appunto
u n’origine nell’infanzia, in
episodi in cui un adulto com-
pie atti di natura sessuale su
un bambino o bambina. Non
avendo ancora sviluppato
una propria sessualità, la vit-
tima non comprende questa
esperienza, che rimane dun-
que bloccata nella psiche,
non esaminata e non risolta,
e diventa radice permanente
di malanni. Sempre secondo
la versione ufficiale della bio-
grafia freudiana, cristalliz-
zata dal suo discepolo più fe-
dele Ernest Jones, alla fine di
quel periodo Freud si rese
conto, analizzando sé stesso,
che i bambini anche molto
piccoli hanno una loro ses-
sualità, e contemporanea-
mente constatò che i casi di
seduzione infantile a lui ri-
portati dai suoi pazienti non
si erano realmente verificati.
Gli episodi furono allora ri-
categorizzati come fantasie
e, con la pubblicazione un
paio di anni dopo di L’i n te r -
pretazione dei sogni, si entrò
nella versione matura della
p s ic oa n a l i s i .
Nel 1984 Jeffrey Masson,
nel libro The Assault on Truth
(tradotto in italiano nello
stesso anno), contestò tale
narrativa. M as so n era un
personaggio eccentrico e ge-
niale, la cui famiglia era vis-
suta sotto l’influenza del gu-
ru Paul Brunton (vero nome:
Raphael Hurst), un divulga-
tore dello spiritualismo neo-
induista. Fu Br u nto n a con-
vincere i Masson a trasferirsi
in Uruguay (dagli Stati Uniti),
comunicando loro che era
imminente una terza guerra
mondiale, e a stimolare il gio-
vane Jeffrey allo studio del
sanscrito. Dopo un dottorato
in materia a Harvard, Jeffrey
divenne professore di san-
scrito all’università di To-
ronto, ma presto ebbe una
conversione: dalla lingue
morte alla psicoanalisi. Com-
pletato il necessario adde-
stramento, con un progresso
sbalorditivo divenne, a meno
di 40 anni, direttore dei
Freud Archives (situati a Wa-
shington e Londra). Dove,
studiando carte e lettere ine-
dite, stabilì, e scrisse nel suo
libro, che il passaggio freu-
diano dalla teoria della sedu-
zione infantile a quella delle
fantasie inconsce fu un atto
non di coraggio nel ricono-
scere un proprio errore ma
di codardia, sia nei confronti
d el l ’establishment dell’ep o-
ca sia della scoperta di sue
stesse esperienze di seduzio-
ne infantile. Licenziato dagli
archivi e radiato dalle istitu-
zioni psicoanalitiche, M as-
son vive in Nuova Zelanda.
Non entrerò nel merito
della controversia, peraltro
ormai piuttosto datata; ma
ne trarrò una innegabile con-
siderazione oggettiva. Una
«psicoanalisi» basata sulla
teoria della seduzione infan-
tile sarebbe stata una disci-
plina con forte impatto so-
ciale. Dato il numero enorme
di persone che soffrono di
disturbi psichici, e dato il fat-
to che una seduzione infanti-
le (per dirla in termini con-
temporanei: un abuso ses-
suale di minore) non avrebbe
sempre causato tali disturbi,
ne sarebbe seguito che gli
abusi sono endemici e fre-
quentissimi. La psicoanalisi
sarebbe così diventata uno
strumento di feroce critica
dei costumi e delle abitudini
sociali, e la soluzione del pro-
blema delle nevrosi che essa
poteva indicare avrebbe do-
vuto essere di natura politica
e giuridica. Così com’è anda-
ta, invece, si è evoluta in una
psicologia del profondo, per
la quale i disturbi psichici
hanno origine da conflitti in-
terni all’individuo, di cui l’in-
dividuo stesso non è consa-
pevole e che è dunque suo
compito (con l’aiuto dell’ana-
lista) portare alla luce.
La psicoanalisi ha perso
molto del fascino che aveva
fino a qualche decennio fa,
ma il contrasto di cui ho dato
un cenno è di scottante attua-
lità. La tendenza a interioriz-
zare i conflitti e ad attribuir-
ne la responsabilità a tortuo-
se involuzioni psichiche è ge-
nerale, soprattutto quando si
tratta di compiere questo la-
voro di interiorizzazione e
attribuzione per gli altri. Se
gli altri sono avversari, non si
va troppo per il sottile; ma lo
schema operativo è evidente
- tanto più evidente quanto
più grossolana ne è l’ap p l ic a -
zione. L’avversario non ha
torto, il che andrebbe dimo-
strato con dati inconfutabili
e argomentazioni cogenti: è
matto, irrazionale, perfino
(in quanto l’essere umano è
un animale razionale) disu-
mano, quindi non merita che
lo si prenda sul serio e si par-
tecipi con lui a una discussio-
ne. Sull’altra faccia della me-
daglia, se si riconosce un pro-
blema in sé stessi, invece di
cercarne le cause nella pro-
pria realtà familiare o socia-
le, e magari affrontarle, si
tenta di ovviarvi inseguendo
un diverso «atteggiamento»,
praticando la min dfuln ess,
accedendo a livelli diversi di
c o s c i e n z a , t ra s f e re n d o s i
(non in Uruguay, ma) in un
mondo di propria creazione.
È una vecchia storia, ed è
la storia di una sconfitta an-
nunciata. Ogniqualvolta nel
passato gli umani si sono
sentiti impotenti a realizzare
effettivi cambiamenti nelle
loro condizioni di vita, si so-
no rivolti all’interno e, per
evitare la disperazione, han-
no progettato di cambiare sé
stessi. Certo la situazione in
cui viviamo oggi potrebbe
suggerire scappatoie del ge-
nere; ma per me, almeno, è
troppo presto, e sarà sempre
troppo presto, per cedere.
Come nel caso degli abusi di
minore, il male è là fuori, c’è
qualcuno che lo compie e bi-
sogna fermarlo. Poi, se vole-
te, parleremo degli abissi in-
sondabili dell’( i n) c o s c ie n za .
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