POVERO CRISANTEMO CRISANTI,DALLE STELLE ALLE STALLE !
O c c h i o : chiunque si az-
zardi a non re-
putare straordi-
nariamente in-
telligenti i prov-
vedimenti del governo, non
adeguandosi alla vulgata del
super green pass o al dogma
della campagna vaccinale
degli infanti, rischia di finire
etichettato come un perico-
loso no vax. Che sia immu-
nizzato, favorevole a prima,
seconda e terza dose, e dota-
to di un curriculum scientifi-
co di tutto rispetto, non ha
importanza: è sufficiente
che si permetta di sostenere
che la caccia alle streghe nei
confronti dei renitenti all’i-
niezione non ha senso, o che metta in dubbio lanecessità di inoculare i mino-
renni e, da celebrato che era,
immediatamente si trasforma
in un povero decerebrato.
A noi, che siamo abituati a
non essere celebrati ma consi-
derati, appunto, decerebrati,
cioè appartenenti a una specie
subumana e a una sottospecie
giornalistica, la cosa ovvia-
mente non fa né caldo né fred-
do, perché da anni abbiamo
sviluppato gli anticorpi. Cono-
scendo certi colleghi, e la mag-
gioranza dei compagni di cui si
circondano, sappiamo che
soffrono sin dalla nascita di un
grave complesso di superiori-
tà. Da sempre si sentono più
intelligenti e più furbi degli al-
tri e sin dalla più tenera età
sono convinti di essere dalla
p a r t e d e l l a ra g i o n e e c h e
chiunque non la pensi come
loro sia, per logica conseguen-
za, dalla parte del torto. Dun-
que, non ci stupisce vedere
Beppe Severgnini, M a ss im o
G ia n ni n i , Rosy Bindi e L i ll i
G ru be r storcere il naso di
fronte a notizie e dichiarazio-
ni che contraddicono le loro
certezze e, soprattutto, l’ideo -
logia alla vaccinara che ha tra-
sformato un farmaco in un as-
sioma. Tuttavia, mentre noi,
conoscendo i nostri polli, li la-
sciamo starnazzare nel loro
pollaio senza farci né zittire né
influenzare, immaginiamo co-
me deve essersi sentito il pove-
ro Andrea Crisanti, docente
universitario con un passato
all’Imperial college di Londra,
quando l’altra sera, su La7, do-
po aver detto cose non molto
diverse da quelle che leggete
ogni giorno su questo giorna-
le, si sia visto mettere in riga
dai poliziotti dell’informazio -
ne politicamente corretta.
Accerchiato da un manipo-
lo di pro vax, il povero profes-
sore dell’Università di Padova
è stato manganellato e ridotto
al silenzio per essersi azzarda-
to a dichiarare che, prima di
vaccinare i bambini dai 5 anni
i n su , s a rebb e o p p o r tu n o
aspettare di conoscere i dati,
per avere certezza che non sia-
no vittime di reazioni avverse.
Non lo avesse mai detto. Il ciuf-
fo di Severg nini si è agitato su-
bito. Così, premettendo di non
voler essere scortese, l’uo m o
chiamato Cipria per l’impal -
pabilità del suo pensiero (co-
pyright Mario Cervi, il quale
attribuiva il soprannome a In -
dro Montanelli), prima ha det-
to di non volersi mettere a di-
scutere con C r i s a nti di vaccini
ed epidemie, ma subito dopo
gli ha impartito una lezione di
comunicazione. «Se alcuni di
voi si improvvisano comuni-
catori, finisce che la gente va in
paranoia e non capisce più
niente. Per certe cose ci sono i
congressi, ma se le ripetete in
prima serata, la gente si spa-
venta. Insomma, ci vuole cau-
tela prima di allarmare». A dar
man forte al ciuffo pensante ci
ha pensato Lilli Gruber, la
quale ha spalleggiato S eve r-
g nini ricordando al prof che
negli Stati Uniti e in Israele i
bimbi vaccinati sono già milio-
ni (in realtà a Tel Aviv hanno
cominciato da poco e le prime
dosi sono state somministrate
a qualche centinaio di minori),
e mentre l’altro rincarava di-
cendo che certe cose in televi-
sione non si dicono e men che
meno in prima serata, Crisan -
ti è stato messo a tacere. Il lu-
minare che fino all’al troier i
era portato in palmo di mano e
trattato come una star, ha pro-
vato a riprendere la parola, ma
a questo punto è stata la volta
di Giannini, il quale gli ha ri-
cordato che dopo la Food and
drugs administration e l’auto -
rità farmaceutica israeliana,
anche l’Ema, cioè l’ente Ue che
vigila sulle medicine, ha dato
via libera al vaccino per i pic-
coli. Il senso dell’obiezione era
chiaro: come si permette lei,
semplice professore di micro-
biologia, di contestare una de-
cisione presa da istituzioni
tanto prestigiose? C r i s a nti ha
provato a replicare, ricordan-
do che l’autorità europea ave-
va dato via libera al vaccino
Astrazeneca per i giovani, sal-
vo poi, dopo una serie di casi
avversi, essere costretta a fare
marcia indietro. Ma i suoi ten-
tativi di riportare il discorso in
carreggiata, senza farsi stop-
pare dagli improvvisati virolo-
gi, sono stati conclusi da una
sentenza lapidaria di Ro sy
Bindi, riemersa dall’oltretom -
ba della politica in vista dell’e-
lezione del prossimo capo del-
lo Stato: «Io penso che dobbia-
mo fermarci». Nel senso che
per il professore era preferibi-
le non insistere. In conclusio-
ne, i messaggi spediti all’u n ic o
che, in materia di vaccini, ave-
va qualche cosa da dire e qual-
che competenza per dirla, so-
no stati i seguenti. Primo, me-
glio non dire ciò che si pensa,
perché altrimenti le persone si
spaventano. Secondo, evitare
di esprimere opinioni in con-
trasto con le decisioni degli en-
ti che autorizzano i farmaci,
sennò si rischia di perdere di
autorevolezza. Terzo, i dubbi
non vanno espressi, in quanto
si finisce - come ha detto Lilli
Gruber - per dar ragione ai No
vax. Quarto, la soluzione mi-
gliore è tapparsi la bocca.
Cr is anti avvisato, mezzo
salvato: se non vuole in futuro
essere etichettato come terra-
piattista, deve mettersi il bava-
glio. Se no rischia di far la fine
di Enrico Montesano.
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