STUPIDA RAZZA

martedì 30 novembre 2021

False promesse, minacce, paura Ci trattano come bambini

 

 Beppe Sala, sindaco di Milano, dichiara baldanzos o alla Sta m pa ch e «con i vaccini il Covid fa meno paura», e sono proprio frasi come queste a dare la misura dell’a s su rd i tà della situazione. Nonostante i vaccini, la paura galoppa lo stesso, e l’intero sistema politico mediatico si prodiga per alimentarla. Fioccano ovunque i titoli sulla variante Omicron, sulla versione sudafricana del morbo che ha contagiato un malcapitato campano doppiamente inoculato. Quindi - iniezioni o meno - la paura c’è eccome, e continua a essere utilizzata come strumento politico. La strategia dell’e m oz io n e è sempre la stessa dall’i n i z io della pandemia: si spargono angoscia e timore per spingere la popolazione ad agire sulla base dei sentimenti, delle sensazioni, evitando il più possibile le argomentazioni razionali. Ha perfettamente ragione, a questo proposito, il sempre lucido giurista Miche - le Ainis, che al Fatto d ic h i a ra: «Il governo ci tratta come bambini». Secondo lo studioso il super green pass è una costrizione, un obbligo vaccinale mascherato con uno scopo «pedagogico: si vuole abituare gli italiani a una serie sempre più stringente di restrizioni fino a che l’obbligo di vaccinazione, se ancora ce ne sarà bisogno, finirà per essere considerato naturale». Le istituzioni hanno da tempo assunto un atteggiamento materno, ovviamente perverso. Alternano false promesse a minacce, non forniscono giustificazioni logiche ai provvedimenti, ma si limitano - spazientite - a richiamare il popolo all’obbedien - za, proprio come farebbe una matrigna con il bambino restio ad assecondarla. E quando poi i provvedimenti non funzionano, la responsabilità ricade manco a dirlo sui pargoletti. Il discorso ricorrente è più o meno questo: «Se volete salvare le feste, comportatevi bene». Che è un po’ come dire: «Fai il bravo se no Babbo Natale non arriva». Roberto Speranza, ad esempio, insiste affinché i sindaci impongano l’obb li go di mascherine all’aperto. Un provvedimento la cui utilità è estremamente discutibile, e che presuppone l’i n c apac i tà dei singoli di gestirsi da soli. In teoria, i cittadini dovrebbero essere in grado di stabilire in quali situazioni sia opportuno servirsi dei dispositivi di protezione anche all’e s te r n o. In ogni caso, fare credere che l’aumento dei contagi sia dovuto a chi non si copre la bocca all’aria aperta rimane un p o’ scorretto. Anche perché - salvo in caso di proteste che fanno storia a sé e per di più sono state vietate - è difficile sostenere che gli italiani si siano comportati da irresponsabili in questi due anni. Eppure anche Luciana Lamorgese batte ancora su questo tasto: «È il momento della responsabilità», dichiara. «Per passare in modo sereno il periodo natalizio dobbiamo fare la nostra parte». In effetti, sarebbe ora che il signor ministro la sua parte la facesse, magari limitandosi a svolgere dignitosamente il proprio compito, ma non sembra che ne abbia l’intenzione. È molto più facile, dopo tutto, comportarsi da matrigne: promettere ceffoni e punizioni, imporre regole assurde e offensive, e poi spiegare a Cenerentola che se non può andare al ballo è soltanto per colpa sua. Mai come in questo momento, per arginare il materno perverso, servirebbe una madre buona. Cioè quella che non imprigiona il figlio né lo mantiene in una condizione permanente di minorità, ma lo sostiene, lo cura e gli fornisce gli strumenti per affrontare con coraggio e libertà la vita di ogni giorno. L’istituzione a cui tanti italiani si volgono, in tali circostanze, non può che essere la Chiesa, madre per d e f i n i z io n e. Ancora una volta, però, Roma sconcerta e un filo delude. Papa Fra n c e s c o ha comunicato che l’8 dicembre «compirà un atto di devozione privato, pregando la Madonna perché protegga i romani, la città in cui vivono e i malati che necessitano della Sua materna protezione ovunque nel mondo». Non solo: anche quest’an - no la messa natalizia che tradizionalmente si svolge a mezzanotte sarà anticipata alle 19.30. Sono brutti segnali: perché organizzarsi come se fosse ancora in vigore il coprifuoco? O in Vaticano sanno qualcosa che noi non sappiamo, oppure sono più realisti del re. Con queste decisioni, sembra che la Chiesa arretri di fronte a «La Scienza», cioè a una caricatura di ragione che sempre più si confonde con la superstizione. Pare che Sa n P ietro si faccia volentieri soppiantare dalla Cattedrale Sanitaria e dai suoi predicatori pronti a spedire all’i nfer no tutti i peccatori che spargono il contagio. La madre buona, una volta in più, cede il passo alla matrigna. E allora comportatevi bene, e obbedite. Altrimenti, finirà che a mezzanotte vi trasformerete tutti in zucche. Anzi, alle 22: perché nella realtà il coprifuoco è più violento che nelle favole.

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