STUPIDA RAZZA

martedì 23 novembre 2021

Quando la vergogna sta dalla parte sbagliata

 



 La vergogna è un elemento importante per la società. Ma non deve essere usata, come invece avviene oggi, per colpire comportamenti normali come correre, cantare, rifiutare un farmaco su cui molti medici hanno dubbi. Perché questo è un metodo usato dalle dittature per reprimere il dissenso.VERGOGNA n La vergogna è un’e m oz io n e morale, noi ci vergogniamo quando abbiamo violato le regole di comportamento del nostro gruppo, se le condividiamo. La vergogna è un’emozio - ne molto forte, ed è sempre collegata a una punizione. Dove non esista la pena, non può esistere vergogna. La pena può essere l’insufficienza a scuola, 20 anni di galera, una coscienza che ti tiene sveglio la notte, ma sempre punizione è. Vergogna e punizione sono concetti talmente associati che la situazione precedente alla punizione diventa quella che genera vergogna, e che quindi sarà evitata. Nelle infanzie dove non esistano punizioni, mai, non possono essere identificate situazioni da evitare. L’edu - cazione è basata su un forte processo empatico, fatto di affetto e desiderio di insegnare, ma anche da (piccole) punizioni che insegnino attraverso la vergogna qual è il comportamento desiderabile. Tutte le volte che il mio cane mangiava cibo che non era nella sua ciotola, riceveva una piccola punizione. Bastava una sgridata. Il risultato è che ha capito che mangiare cibo che non era nella sua ciotola è contrario alle regole del gruppo. Se una punizione arriva gratuitamente, cioè senza essere preceduta da nessun comportamento disdicevole, allora si genera una paura continua, anzi una vergogna continua: una paura caratterizzata dei segni di vergogna. Un cane bastonato continuamente, un bambino massacrato da un genitore problematico, una minoranza continuamente aggredita, sviluppano la vergogna di sé. Questo succede anche nelle vittime innocenti di bullismo, di genocidi, di malattie invalidanti. Così si genera una vergogna continua che non può essere prevenuta evitando un determinato comportamento, perché non è conseguenza di nessun comportamento Abbiamo due tipi di vergogna, quella sul fare e quella sull’essere. Violare le regole genera una vergogna sul fare; essere fuori dai canoni a prescindere, genera la vergogna sull’essere. La prima può essere giusta o sbagliata a seconda che le regole siano giuste o sbagliate. Sotto il nazismo, comunismo, maoismo eccetera è stato considerato encomiabile uccidere innocenti e generava vergogna non osare farlo. La vergogna nasce dalla violazione delle regole del gruppo. È il caso di scegliere con molta attenzione il gruppo ed è il caso che del gruppo faccia parte anche Dio. In questo caso il comportamento che genera vergogna si chiama peccato. Tutto quello però che non è stato vietato da Dio non può generare vergogna, e si evitano fiumi di vergogne inutili e dannose. Dio non ha ordinato di essere alti o magri, Dio ha ordinato di non m e nt i re. Non è un caso che le persone con credenze religiosi molto forti resistano alla dittatura, non cedano alla banalità del male, non cedano nemmeno ai dettami di Vo g ue e soffrano molto meno di depressione. La vergogna genera depressione, una delle sue molteplici cause. La vergogna è come il colesterolo, l’eccesso uccide e la mancanza non è compatibile con la s o p rav v ive n za . Senza la vergogna non possono esserci regole, quindi si ha la dissoluzione di ogni ordine in un caos fatto di arbitrio. La vergogna, come ogni emozione negativa, è oggi criminalizzata e deve essere accuratamente evitata ai bambini in ogni sua forma. Dove ci sia u n’incapacità di vergogna si configura la struttura del criminale perfetto e assoluto. Vietare bocciature e insufficienze, cioè evitare che il bambino che non ha studiato si vergogni, trasforma la scuola in una curiosa fucina di semianalfabeti, dove qualcuno con una petizione piena di strafalcioni ha chiesto l’abo li zion e del tema di maturità, perché troppo difficile. TRAPPOLA COMUNICATIVA Il linguaggio manipolatorio su cui si basa il vittimismo cronico permette la dittatura delle minoranze, che distruggono la verità e la libertà elementare di dirla. La base del politicamente corretto è vietare le parole che potrebbero creare sofferenza in appartenenti a minoranze. Ma se qualcuno ha torto, ha torto anche se è in minoranza e anche se sta soffrendo. Un’identità non può mai essere criticata, un comportamento, se disfunzionale, sì. Un bel trucco è spacciare i comportamenti disfunzionali per genetici e renderli non criticabili. Le critiche che creano sofferenza, anzi una tragica vergogna di essere, si chiamano cancel culture e sono considerate una bella cosa. Ma il dolore non annulla la colpa. Non la attenua nemmeno. È la vergogna che permette la redenzione. È dalla vergogna che passa la via della vera gloria, che è la redenzione. Ne I promessi sposi è fondamentale il personaggio di Fra’C r i s to fo ro, che ha assassinato per motivi insulsi ed è arrivato al pentimento grazie alla preziosa vergog n a . Oggi è di moda il perdono low cost, la misericordia che inonda i senza vergogna e i senza pentimento. Anzi, c’è sempre più una curiosa inversione. Il sangue della vittima è ancora caldo e si precipitano a informarci che carnefice aveva il cuore spezzato dal non essere stato abbastanza amato o abbastanza integrato. Questa è la trappola della comunicazione manipolatoria, bisogna allenarsi per imparare a non c ad e rc i . L’apogeo delle dittature è convincere persone a vergognarsi di comportamenti assolutamente normali. Respirare normalmente senza mascherina, cantare, correre, prestarsi a vicenda una gomma o dividere la merenda, non aver voluto nel proprio corpo un farmaco in fase sperimentale su cui i maggiori scienziati sono molto dubbiosi, è oggi considerato fonte di vergogna nella totalità delle scuole. La vergogna dovrebbe correttamente colpire la menzogna. Oggi, invece, la vergogna colpisce chi ha offeso la suscettibilità di una minoranza, anche se ha detto la verità. La vergogna corrisponde alla percezione di una colpa. Una minoranza è sempre necessaria in una dittatura perché le dittature sono sceme per definizione, la dittatura è una forma di raffinata idiozia, basate sulla menzogna, altra forma di stupidità. Tutta roba che funziona sulle cortissime distanze. La necessità di schiacciare i dissidenti è assoluta, ma altrettanto assoluta è la necessità di colpevolizzarli, sprofondarli nel disprezzo, imporre loro di provare vergogna o morire. Diventano il capro espiatorio del fallimento economico e antropologico della dittatura e possono essere aggrediti. Su di loro si sfoga la frustrazione del popolo sprofondato nel disastro economico e antropologico. L’umanità è normalmente feroce e la ferocia è il frutto proibito, il piacere di aggredire. Il regalo della dittatura al popolo è la minoranza capro espiatorio da poter massacrare, così il bravo cittadino che si è fatto schiacciare si sente buono. BULLISMO CONTRO I GIOVANI Ora l’accusa è di impedire la risoluzione di un’e pide m i a provocata da un virus ingegnerizzato e curabile rifiutando l’inoculazione di farmaci talmente pericolosi che chi li inocula ha preteso lo scudo penale. I perplessi sono accusati di indifferenza ai morti di Bergamo e di incatenate una società a un’emergenza sanitaria perm a n e nte. I tredicenni vogliono farsi inoculare sieri genici sperimentali di cui sono secretati i contatti, iniettati da gente che ha preteso lo scudo penale per evitare la vergogna inflitta da professori che li offrono al mobbing e al bullismo.

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