NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 25 novembre 2021
Pure la Corte dei conti archivia la Fornero
Mentre la
m a g g io ra n za
continua a litigare su come
spartire le poche
risorse destinate al taglio delle tasse, la Corte
dei conti spinge il governo
Draghi ad abbracciare una
maggiore flessibilità in uscita
sul tema delle pensioni. Ieri il
terzo tavolo di incontro al
Mef tra il ministro Da n iel e
Fra n c o e i vari esponenti della maggioranza si è concluso
con un nulla di fatto e la discussione è stata rimandata a
giovedì mattina. Luigi Maratti n , presidente della commissione Finanze della Camera,
al termine dell’incontro ha
spiegato che «il bilancio dello
Stato ha stanziato 8 miliardi
pluriennali e su quelli stiamo
ragionando per fare una riforma fiscale. Cerchiamo di
utilizzarli al meglio perché il
fisco italiano ha bisogno di
una riforma e non di interventi spot». Ha poi precisato
che la decisione sugli 8 miliardi sarà soltanto un primo
passo dato che «il percorso è
da qui a fine legislatura».
Nella giornata di ieri in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato è però intervenuta anche la Corte dei conti che ha
presentato la sua relazione
sulla manovra 2022. Tra i temi affrontati c’è stato anche
quello delle pensioni, sul quale non state state risparmiate
critiche e auspici in merito
all’introduzione di una maggiore flessibilità in uscita per
i lavoratori.
Enrico Flaccadoro, presidente di sezione della Corte
dei conti, in audizione ha infatti spiegato come la valutazione complessiva sulle misure in materia pensionistica
non sia del tutto positiva. Ricordiamo che per il 2022 il
governo Draghi ha riconfermato Opzione donna e l’Ap e
sociale e ha istituito Quota
102 come regime transitorio,
altrimenti si sarebbe dovuta
applicare la Fornero, dato che
quota 100 vede la sua naturale
scadenza il 31 dicembre 2021.
«Fin dall’avvio di quota 100 la
Corte ha sottolineato come la
misura abbia costituito una
risposta non efficiente, per
gli equilibri della finanza
pubblica, all’esigenza di una
maggiore flessibilità in uscita
del sistema previdenziale.
Con il disegno di legge di bilancio, pur se si conferma la
piena adesione al principio
contributivo, non si rimuove
la forte incertezza che si è determinata nel sistema a seguito delle misure recate dal
dl numero 4/2019 (decreto
che ha introdotto Quota
100)», si legge dal documento
della Corte. Accanto al parere
poco positivo su quota 102
Fl ac cado ro ha però anche
sottolineato come la pandemia abbia esaltato «l’e s i ge n za
di disporre di strumenti di
flessibilizzazione. Sotto il
profilo generale, resta da affrontare su base strutturale il
tema di come garantire una
maggiore flessibilità preservando le caratteristiche proprie del sistema contributivo,
il quale allinea le prestazioni
ai contributi e determina
quindi l’importo in funzione
della speranza di vita. Come
rimarcato più volte dalla Corte, andrebbe considerata l’ipotesi di convergere gradualmente, ma in tempi rapidi,
verso una età uniforme per
lavoratori in regime retributivo e lavoratori in regime
contributivo puro. Ma è evidente che sia per ragioni di
equilibri finanziari che di
equità ciò andrebbe fatto prevedendo una correzione anche sulla componente retributiva dell’assegno, in analogia a quanto avviene per la
componente contributiva».
Quello che chiede la Corte
dei conti è quindi di voltare
pagina e di strutturare coraggiosamente un sistema pensionistico flessibile in uscita,
ben lontano dalle caratteristiche della legge Fornero che
invece irrigidisce il concetto
di pensione. Una legge che,
nonostante sia stata elogiata
in tutti questi anni, evidentemente presenta delle criticità
che devono essere riviste per
garantire una maggiore equità e sostenibilità del sistema
pensionistico italiano. Il tema della flessibilità è noto anche a Mario Draghi tanto che
il 29 ottobre, quando ha presentato in conferenza stampa
la legge di bilancio approvata
dal Consiglio dei ministri, ha
timidamente accennato all’esigenza di garantire una maggiore flessibilità del sistema
pensionistico. Parole che finora non si sono concretizzate in nessuna iniziativa normativa volta alla revisione
della Fornero.
Ieri però la Corte dei conti
(e non solo i sindacati) ha
riacceso il faro sulla questione con parole inequivocabili.
Un’indicazione tra l’altro che
arriva a distanza di qualche
giorno dall’inizio della discussione tra il governo e i
sindacati proprio sulla revisione della Fornero. Ricordiamo infatti che settimana
scorsa le parti sociali si sono
incontrate con il governo per
discutere della manovra ma
sopratutto per affrontare il
tema delle pensioni. Dopo il
confronto il premier ha promesso che a partire dal 1° dicembre inizieranno una serie
di incontri con i sindacati con
l’obiettivo di ridisegnare la
Fornero in chiave di flessibilità. Un percorso che sarà distaccato da quello della legge
di bilancio, dato che mancano i fondi per poter inserire
una riforma strutturale della
Fornero all’interno della manovra, ma che allo stesso tempo risulta essere importante
e urgente dato che Quota 102
sarà in vigore solo nel 2022.
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