STUPIDA RAZZA

martedì 23 novembre 2021

Tanti dubbi sulla stretta in arrivo

 

Il green pass 2.0, che la gran parte della stampa ha già ribattezzato «super», è roba da vaccinati. O per chi è guarito dal Covid. Tutti gli altri, che la vulgata definisce «no vax», probabilmente dovranno fare il tampone più spesso per poter lavorare o viaggiare. L’obiettivo di alcuni ministri di «premiare chi ha scelto di vaccinarsi» e far pagare a tutti gli altri il prezzo più alto in quanto a restrizioni delle libertà verrà messo nero su bianco nei prossimi giorni, dopo un confronto con i governatori delle Regioni (alcuni dei quali, come Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, sono già in pressing da giorni). Ma già in queste ore si stanno mettendo a puntino i contenuti del provvedimento, con la lista dei luoghi da vietare a chi ha scelto di non obbedire ai richiami della campagna affidata al generale Francesco Paolo Figliuol o. E per non farsi sfuggire chi è già stato vaccinato ma che, probabilmente, ha in testa di non sottoporsi alla terza dose o al richiamo, pare si stia prevedendo che questi perderà il green pass alla scadenza del nono mese dall’ultima inoculazione. Sarà confermato e normato l’obbligo di sottoporsi alla terza dose di vaccino per il personale sanitario e per i lavoratori che accedono nelle Rsa. E secondo il C o r rie - re della Sera, «a Palazzo Chigi si valuta anche il tema dell’obbligo vaccinale per tutti gli italiani. È l’opzione estrema, ma non si può escludere che il governo decida di andare in questa direzione nel caso di un ulteriore peggioramento dei dati». Per lavorare, per ora, sarà sufficiente il tampone. Ma il governo di Mario Draghi s ta valutando la riduzione della sua validità: il test antigenico rapido potrebbe valere per sole 24 ore (ora vale 48 ore) e il test molecolare 48 ore (ora vale 72 ore). E se per i treni ad alta velocità e per gli aerei dovrebbe restare tutto invariato, quindi basterà un tampone negativo, pare che il governo stia cercando un modo per rendere obbligatorio il green pass per metropolitane e autobus. Tra i ministri, però, sembra che ce ne siano alcuni particolarmente dubbiosi. Il nodo più difficile da sciogliere è quello dei controlli. Soprattutto nelle grandi città. Dove già oggi il sistema risulta per nulla semplice. Anche per la Cgil. Che ieri da Roma ha alzato la voce: «Al momento, senza personale ad hoc», ha spiegato il segretario della Filt Cgil Roma e Lazio Euge - nio Stanziale, «non ci sono le condizioni per l’introduz ione del green pass su bus e metro. I tempi del servizio pubblico verrebbero ampliati in maniera enorme, ma soprattutto mancano gli strumenti». E allora, «nell’immediato bisognerà puntare su distanziamento e mascherine». «Super» green pass anche per il tempo libero: bar e ristoranti, palestre, piscine, teatri, cinema, stadi, discoteche, musei, mostre, sale giochi. E dovrebbe trovare applicazione in tutte le fasce di colore, quindi comprese le zone bianche. Nel governo, però, c’è anche chi lo ritiene applicabile solo nelle Regioni in cui scattano le fasce di rischio gialle, arancioni o rosse. Renato Brunetta, per esempio, ha spiegato: «Chi non ha il vaccino ma solo il green pass con il tampone subirà i vincoli del cromatismo». Gli annunci, nel frattempo, hanno già dato un brutto colpo al turismo. Se fino a un mese fa erano 35 milioni gli italiani che avevano programmato partenze per il ponte dell’Immacolata, per Natale e per Capodanno, ora si contano 2,5 milioni di disdette e 11 milioni di italiani che erano pronti a prenotare ma che adesso sono in sospeso. 

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