NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 25 novembre 2021
È partita la campagna del governo per somministrare il siero ai bimbi
Libertà di circolazione per
tutti i bambini
sotto i 12 anni,
ma tanto sopra i
5 anni si avvicina
a grandi passi la vaccinazione
di massa. Se il governo italiano ieri sera ha evitato di
estendere il green pass anche
ai bambini di scuole primarie
e medie, l’Ema potrebbe ammettere già oggi il vaccino anche per la fascia di popolazione tra i 5 e i 12 anni. E una
volta che si sarà espressa a
favore l’Agenzia europea per i
medicinali, arriverà immediatamente il semaforo verde
dell’italiana Aifa. A sua volta,
questo via libera sarà nuovo
carburante per la martellante campagna mediatica che
mira a introdurre obblighi
vaccinali per tutti. Bambini
compresi. La campagna sui
bambini, però, partirà subito
e lo ha anticipato Mario Draghi: «Al via da subito un’importante campagna di sensibilizzazione sulla vaccinazione per i più piccoli», perché
«immaginiamo che potranno
esserci delle resistenze».
Pur nella confusione di
messaggi e b allo n d’essai che
arrivano quotidianamente
dal governo e dalla pletora di
consulenti del ministro Roberto Speranza, la direzione
di marcia delle autorità italiane nei metodi di contrasto
della pandemia cinese è chiara e coerente fin dai tempi di
Giuseppe Conte: su obblighi e
limitazioni, indietro non si
torna. Ogni volta, si tratta solo di preparare il campo adeguatamente al nuovo giro di
vite, con la tenaglia rappresentata da green pass e vaccinazione, e con sullo sfondo il
fantasma dell’i m p ove r i m e n -
to di massa da lockdown. O,
quantomeno, del Natale «rov i n ato » .
Ecco perché c’è poco da illudersi sul fatto che la cabina
di regia di ieri abbia escluso
l’obbligo di green pass per i
ragazzini sotto i 12 anni di età,
sui quali la Lega di M atte o
Sa lv i n i ha fatto le barricate. Il
Carroccio si è fatto promettere che il certificato non sarà
richiesto neppure quando ci
sarà il via libera alla vaccinazione dei bambini. Per vedere
se il governo sarà di parola
non serviranno molti giorni.
L’estensione della puntura di
Stato ai pargoli corre ormai a
grandi falcate, accompagnata
dalla diffusione di dati sempre più ansiogeni, nonostante il Covid continui a essere
un virus che sembra dare più
problemi ai nonni che ai nipoti. Ma i nonni votano e i
nipoti no. E l’Italia, dalle pensioni al mercato del lavoro,
passando per sindacati e partiti, è sempre più un Paese
per anziani. Ieri, alla cabina
di regia il presidente dell’Is t i -
tuto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, e il coordinatore dei «saggi» ministeriali,
Franco Locatelli, hanno spiegato a D ra g h i e ai capi delegazione dei partiti che occorre
«sensibilizzare le famiglie
italiane» sulla vaccinazione
dei minori tra i 5 e i 12 anni.
Durante la riunione, però, si
sarebbe convenuto che per
ora non sia il caso di obbligare
alla vaccinazione e al green
pass anche i ragazzini. E questo, come detto, anche quando l’Aifa approverà la loro
vaccinazione. Non un’i p ote s i
avanti nel tempo, ma di poche
o re.
Giorgio Palù, presidente
d e ll ’Agenzia del farmaco e
membro del Cts, ieri non ha
brillato per diplomazia e ha
affermato che «il Covid-19 sta
mutando». Glissando come al
solito sui dati che contano
davvero, ovvero terapie intensive e morti,Pa lù si è dedicato ai famosi «contagi». «Se
prima il 2% dei bambini contraeva l’infezione, con la variante Alfa, oggi siamo al 25-
30%», ha osservato il capo di
Aifa, e non a caso «l’Ema sta
discutendo sull’e s te n s io n e
della possibilità di vaccinare
questa fascia d’età». «La decisione potrebbe già arrivare
tra oggi o domani, a cui seguirebbe quella dell’Aifa entro
24 ore», ha concluso.
Ma il punto più interessante delle dichiarazioni di Pa lù
riguarda l’obbligo. «Una valutazione sull’obbligo di vaccinazione», ha rivelato, «verrà
fatta progressivamente, ponderata con rischi e benefici. I
dati dell’epidemia ci stanno
dicendo che la categoria 5-11
anni è quella che presenta il
maggior numero di casi incidenti». La formula un po’
oscura dei «casi incidenti» rimanda a un calcolo probabilistico sulla possibilità che una
persona si ammali e si distingue dal concetto di «prevalenza», che invece è il rapporto tra gli «eventi sanitari rilevati» in una popolazione in
un certo arco di tempo e il
numero di cittadini sotto osservazione. Insomma, il gioco di prestigio di Pa lù è quello
di non voler usare la locuzione «soggetti a rischio», che gli
sembra meno forte di «casi»
veri e propri.
Al momento le fiale autorizzate per i bambini sono
quelle della Pfizer e sono diverse da quelle per gli adulti.
Sarà interessante vedere
quale strada sceglierà il governo italiano, tra la somministrazione nei normali hub
oppure negli studi dei pediatri. Il dibattito non sarà semplice e poi c’è ancora da organizzare la campagna, motivo
per il quale, di fatto, la possibilità di vaccinare gli under 12
dovrebbe iniziare con il prossimo anno. Anche se lo zelante capo dell’Aifa ha affermato
che «le vaccinazioni anti Covid sui bambini potrebbero
partire anche dal prossimo
lunedì». Del resto S p e ra n za
ieri, su Facebook, ha dettato
la linea con chiarezza: «Ora le
prenotazioni vanno aperte a
tutti, senza fasce di età». Nel
corso della conferenza stampa di Palazzo Chigi, in serata,
il ministro ha invece teso una
mano ai pediatri, affermando
che la campagna di comunicazione annunciata da D ra -
ghi mirerà in sostanza a far sì
che i genitori dubbiosi
«ascoltino i propri pediatri».
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