STUPIDA RAZZA

sabato 27 novembre 2021

Lamorgese persa nel rebus controlli

 

C’è grande inquietudine mista a irritazione, tra le forze dell’ordine, a pochi giorni dal l’entrata in vigore della nuova stretta per i non vaccinati. Tanto che alcuni rappresentanti sindacali hanno deciso di esporsi in prima persona per lanciare l’allarme sulle procedure di controllo messe a punto dall’ultimo Consiglio dei ministri. In effetti, polizia e carabinieri rischiano di rimanere col cerino in mano: l’articolo 7 del decreto, infatti, prevede che entro tre giorni dall’entrata in vigore delle nuove misure si riuniscano i comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza, presieduti dai questori, i quali a loro volta dovranno mettere a punto entro poche ore i piani per i controlli costanti reclamati a gran voce dal premier M a r io D ra g h i mercoledì in conferenza stampa. Il problema, però, è che per venire incontro alle esigenze di controllo connesse alla portata abnorme delle limitazioni in campo dal prossimo 6 dicembre, si rischia di diminuire il presidio sui territori (specialmente quelli più problematici) sul fronte della sicurezza. Con il risultato che poliziotti e carabinieri lascino al proprio destino migliaia di cittadini vittime del degrado e della criminalità, per svolgere mansioni da capotreno o da controllore d’autobus. Il segretario del Coisp, Domenico Pianese, ha espresso con una nota la preoccupazione degli agenti di pubblica sicurezza per il «surplus di attività che graverà sulla polizia con il nuovo super green pass». «A fronte delle note carenze di organico», ha spiegato Piane se, «l’aumento dei controlli, che si aggiunge al carico di lavoro già esistente, rischia di creare grandi difficoltà operative. Sarebbe stato opportuno un confronto tra il governo e i sindacati di polizia prima di varare il provvedimento». Pianese non ha mancato di esprimere una certa perplessità anche sull’altra norma che investe direttamente le forze dell’ordine, vale a dire l’estensione dell’obbligo vaccinale, che sarà rispettato «benché si tratti di una norma che subiamo nonostante una copertura vaccinale già molto elevata, che si aggira intorno al 90% del nostro personale». Ma la questione dei controlli, oltre alla questione pratica che ricade in larga misura sugli agenti, presenta anche un’implicazione politica che grava sul ministro dell’Interno, Luciana Lamorge s e. Dopo essere stata difesa a spada tratta dal versante giallorosso della maggioranza e aver ottenuto ampia copertura dal premier D ra g h i , rispetto alle critiche di Lega e Fdi sulla gestione dei flussi migratori, dell’e m e rge n za sbarchi e dei clamorosi e indisturbati rave party, la Lam o rge s e si trova per la prima volta in rotta di collisione con Palazzo Chigi. Le indiscrezioni riferiscono di un battibecco tra D ra - ghi e la responsabile del Viminale nel corso della riunione dell’esecutivo di mercoledì pomeriggio sulla necessità di rafforzare i controlli sul green pass e sull’uso delle mascherine, avvalorate poi da quanto affermato in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, perentorio nel giudicare inadeguati i controlli finora operati dalle forze dell’ordine. Un’insoddisfazione che se dovesse aumentare nel caso di flop dei controlli natalizi e saldarsi con quella più profonda di Matteo Salvini sulla mancanza di filtri alle frontiere, renderebbe improvvisamente traballante la posizione della L a m o rge s e. Il rischio caos appare così concreto a più di un esponente del governo, che il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ha messo in qualche modo le mani aventi affermando che «a nessuno sfugge che non è facile controllare sulle metropolitane, spesso non si controlla nemmeno il biglietto, però c’è un impegno da parte del ministero degli interni ad intensificare i controlli e di effettuarli a campione». E meno male che non sfugge...

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