Ok ai sieri per i piccoli testati solo su 1.305
L’Ema dà il via
libera alla vaccinazione per la
fascia dai cinque agli undici
anni, mentre
l’ok dell’Aifa dovrebbe arrivare la prossima settimana.
Milioni di bambini europei
riceveranno quindi la prima
dose, eppure la sperimentazione è stata assai ridotta:
2.000 i soggetti testati, di cui
solamente 1.305 hanno ricevuto il vaccino. Scettica la virologa Maria Rita Gismondo:
«Dati su rischi e benefici insufficienti». E pure per l’Fda i
trial clinici non bastano a
quantificare il rischio di potenziali miocarditi.Rassicurati dalla sperimentazione positiva su 2.000 bambini di età compresa tra i cinque e gli undici anni, gli scienziati dell’Ema hanno deciso di
autorizzare la vaccinazione
per quasi 40 milioni di piccoli
europei. Non manca certo il
coraggio, all’agenzia europea
che vigila sui farmaci. Come
non manca all’Aifa, il suo omologo italiano, che la prossima
settimana si riunirà per fare
«una propria valutazione» della scelta dell’Ema, che tutti si
aspettano perfettamente allineata. A quel punto, anche ufficialmente, potrà partire la
campagna di vaccinazione dei
bambini di scuole primarie e
medie (indicativamente), con
la promessa del governo Dra -
ghi che almeno a loro verrà risparmiato il green pass.
Sotto l’evidente pressione
d e l l’aumento dei contagi in
tutta Europa, l’Ema ha dunque
rotto gli indugi e ieri ha raccomandato ufficialmente di vaccinare anche i ragazzini nella
fascia d’età 5-11. Se si tiene
conto che per Eurostat nel
Vecchio continente ci sono 79
milioni di ragazzi e bambini
sotto i 14 anni, significa che almeno la metà di loro verrà
spinta a vaccinarsi contro il
Covid. Secondo l’Ema, i benefici della vaccinazione superano i rischi e gli effetti indesiderati nei bambini sarebbero assai simili a quelli riscontrati finora negli adulti, ovvero dolori
al braccio o dove è avvenuta l’iniezione, stanchezza generale, mal di testa, arrossamento e
gonfiore della zona della puntura, dolori muscolari e brividi. Si tratta, insomma, di effetti
generalmente modesti e che
passano nel giro di pochi giorni. Colpiscono, per ora, i numeri modesti della sperimentazione sui bambini. L’Ema riporta uno studio su poco meno
di 2.000 soggetti tra i 5 e gli 11
anni, dal quale risulta che su
1.305 bambini che hanno ricevuto il vaccino (gli altri hanno
avuto il placebo) solo in tre
hanno sviluppato il Covid-19
rispetto ai 16 dei 663 bambini a
cui invece è stato somministrato un semplice placebo.
Significa che, in base a questo studio, il vaccino è stato efficace al 90,7% nel prevenire il
Covid-19 sintomatico. Un altro
studio citato da Ema ha inoltre
mostrato che la risposta immunitaria a Comirnaty (Pfizer-BioNtech) somministrata
a una dose più bassa (10 milligrammi) in un gruppo tra i 5 e
gli 11 anni di età ha la medesima forza della dose più alta (30
milligrammi) assunta da giovani tra i 16 e i 25 anni.
La mossa dell’Agenzia europea, che arriva in una fase delicata e con il Natale alle porte,
non convince però una virologa che ha dimostrato grande
autonomia come Maria Rita
G is m o nd o. La direttrice del
Laboratorio di microbiologia
clinica, virologia e diagnostica
dell’ospedale Sacco di Milano,
rileva che «al momento non ci
sono dati sufficienti per poter
avvalorare la scelta del vaccino
anti-Covid nella fascia d’età 5-
11 anni, anche perché non ci
sono dati validi sul rapporto rischio-beneficio». «Questo lo
dico ovviamente per i bambini
in buona salute», aggiunge Gi -
s m o n d o, «perché per i fragili il
discorso è diverso e tutti loro,
di qualsiasi età, dovrebbero essere vaccinati, anche obbligatoriamente». Se si guarda fuori dai confini europei, i profeti
della vaccinazione di massa
dei bambini sono gli Stati Uniti
(sempre tra 5 e 11 anni di età),
dove la raccomandazione della Casa Bianca è del 2 novembre e il 10% ha già ricevuto la
prima dose. Eppure, in un rapporto del 26 ottobre, la Fda riteneva «il numero dei partecipanti ai test clinici troppo basso per la rilevazione dei potenziali rischi di miocarditi associati alla vaccinazione».
La pensa diversamente
Marco Cavaleri, responsabile
Vaccini e Prodotti terapeutici
Covid-19 dell’Ema: «Tremila
soggetti sono la dimensione
standard per verificare i vaccini. Ma è importante proseguire il monitoraggio del vaccino
ai bambini, presto avremo i dati dagli Stati Uniti e Israele, e
verificheremo eventuali eventi avversi come le miocarditi.
Ma siamo fiduciosi che vedremo meno incidenza nei bambini piccoli». Nessuna certezza quindi, ma solo «fiducia» da
parte degli esperti Ema, sui rischi che potrebbero correre
milioni di piccoli. E, pure in
Italia, il via libera è questione
di giorni. L’Aifa si riunirà tra
mercoledì e venerdì prossimi e
di certo non deluderà le aspettative del governo. Come ha
anticipato mercoledì dal ministro S p e ra n za, la Pfizer dovrebbe consegnarci le dosi pediatriche di vaccino entro la
terza decade di dicembre. Solo
da allora potrà iniziare la campagna anche nella fascia 5-11
anni. La casa farmaceutica
americana ha sperimentato il
dosaggio ridotto su 2.268 bambini dai 5 agli 11 anni: due terzi
hanno ricevuto la doppia dose
del vaccino a tre settimane di
distanza; agli altri sono state
iniettate due dosi di placebo.
Lo studio non era abbastanza
ampio per ottenere delle conclusioni sulla capacità del vaccino di prevenire la malattia o
il ricovero (vista la bassa frequenza di questi eventi nei
bambini), e allora i ricercatori
della Pfizer hanno misurato la
risposta immunitaria partendo dal presupposto che i livelli
protettivi di anticorpi osservati nelle persone adulte siano
altrettanto efficaci nei bambini. È così che si è rilevato che
per gli under 12 bastano 10 milligrammi. Per evitare errori di
somministrazione, la fiala
avrà un cappuccio arancione e
u n’etichetta con la scritta «solo per bambini».
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