Titolava ieri il magazine scientifico Focus (15.11.21), e ancora: “lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia può alzare il livello degli oceani e aumentare il rischio di alluvioni in tutto il mondo” (1).
Strano ma vero: l’isola venne scoperta intorno al 900 d.C. quando il condottiero normanno Erik il Rosso vi si stabilì con la sua gente battezzandola Grønland, «Terra Verde». Molto diversa da quella di oggi: in inglese è Greenland, ma in lungo e largo è ricoperta di ghiaccio.
Esempio palese di come il clima della Terra non sia mai impazzito, ma sia sempre cambiato: dall’Era glaciale durata milioni di anni, al periodo caldo del medio evo fino alle torride denunce planetarie di Greta Thunberg.
L’innalzamento della temperatura dell’atmosfera terrestre, chiamato “riscaldamento globale”, viene utilizzato sempre di più come un’arma politica ed economica per favorire grandi interessi capitalistici e una transizione green che significherà un cambio radicale per la nostra vita e le nostre società, così come la scomparsa di tante piccole e medie imprese che ovunque dovrebbero rappresentare ossatura e struttura portante della classe media di un Paese.
In questa ottica, la transizione alla green economy è parte del passaggio verso quel capitalismo di quarta generazione che prevede digitalizzazione e vita sostenibile, ma non è detto che ciò andrà a vantaggio dei territori, delle economie nazionali e quindi a favore degli interessi popolari.
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https://comedonchisciotte.org/il-futuro-dellartico-sara-green-a-vantaggio-di-chi/
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