Lo avevamo annunciato ed è puntu al me nte arrivato: ecco un altro colpo alla zootecnia, un’al - tra sfida che l’Europa lancia nella guerra delle proteine alleandosi alle multinazionali della nutrizione che vogliono darci cibo chimico e spremute di fagioli, carne sintetica e insetti al posto della nostra bistecca. Con un dato: gli italiani di carne ne mangiano sempre meno, ma a Bruxelles non perdono occasione per puntare l’indice verde contro tutto ciò che è allevamento e a g r ic o l tu ra . Il vicepresidente della Commissione e delegato al Green Deal all’altare del quale Ursula Von der Leyen è pronta a sacrificare l’economia europea ha annunciato lo stop a ll ’importazione di prodotti che arrivano da aree del mondo soggette a deforestazione. Frans Timmermans, olandese amicissimo delle multinazionali della nutrizione, ha fatto l’elenco delle merci messe al bando: la soia, la carne, il legname, l’olio di palma, il caffè e il cacao. Il perché è presto detto: fallito Cop 26 si doveva pur fare qualcosa e allora ecco che l’Unione Europea si eleva ad anima candida del pianeta. Che sia la sagra dell’ipocrisia è evidente da un’ulteriore dichiarazione di Timmermans che annuncia nessun blocco per la gomma che pure viene estratta da alberi che pigliano il posto delle foreste. È che la gomma serve tanto alle industrie. Il resto invece è merce del diavolo. Il meccanismo che controlla le importazioni da deforestazioni è stato spiegato da Paolo Gentiloni, commissario italiano in quota Pd all’Economia a Bruxelles. «Ci sarà un sistema di tracciabilità rafforzato per ogni prodotto importato compresi anche i derivati come cioccolata, mobili, cuoio e ogni paese membro avrà l’obbligo di sapere se quella merce viene o no da u n’area del mondo soggetta a d e fo re s ta z io n e » . Il blocco dovrebbe scattare a partire dal prossimo anno. Ma a veder bene tra le pieghe del provvedimento c’è la conferma che l’Ue a trazione Vo n der Leyen e T i mm e r ma n s vuole mandare in soffitta l’agricoltura e soprattutto l’alle - vamento per favorire i nuovi signori delle proteine. Nei giorni scorsi l’Ue ha sdoganato le locuste come secondo insetto edibile dopo le tarme della farina e ha dato il via libera all’importazione di carne di coccodrillo del Nilo a cui seguirà tra breve il serpente. Con la caduta delle etichette di origine per quel che riguarda gli ingredienti di cibi confezionati è probabilissimo che avremo alimenti con non meglio precisate «proteine animali». Per ottenere questi risultati è però necessario riuscire a bloccare il consumo di carne. Si comincia con l’im - portazione con la scusa - in parte plausibile - della deforestazione per arrivare a togliere tutti gli aiuti alla zootecnia europea. È un tentativo che peraltro Timmermans ha già fatto. In commissione agricoltura a Bruxelles si è presentato con un sondaggio - non si sa come e da chi realizzato - per sostenere che i consumatori europei non vogliono più saperne di carni rosse. E c’è un particolare che non va sottaciuto: il principale paese che esporta carne e soia è il Brasile. E però vi è una contraddizione. Il Brasile sta disboscando anche per estrarre terre rare quelle che servono per fare i microchip che devono alimentare la transizione ecologica. Ma quella è una deforestazione buona. Nella decisione dell’Ue per esempio il fatto che la Repubblica Democratica del Congo sia il paese che ha maggiormente distrutto alberi non emerge. Li tagliano per vendere il legname, ma anche per estrarre il cobalto indispensabile per le batterie al litio delle auto elettriche. Ciò che però né Timmermansné Gen - tiloni dicono è che ci sono paesi e prodotti «graziati». Il maggiore attacco è in Africa dove opera la Cina, non in Amazzonia, ma questo evidentemente non si può dire. Come non si prende atto che nel nostro continente il problema della deforestazione non c’è, ma l’attacco all’agricoltura e alla zootecnia a Bruxelles è sempre più forte. A dimostrarlo sta proprio l’Italia. Da noi le foreste coprono il 37% del paese con un aumento di oltre il 18% in dieci anni. Da noi la zootecnia è in arretramento: abbiamo perso circa il 20% complessivo dei capi con un consumo sempre minore di carne soprattutto bovina ben al di sotto dei limiti stabiliti da Oms e Fao. Le politiche di Bruxelles dunque non hanno alcun fondamento. Nonostante ciò c’è un continuo allarme green sulla zootecnia al punto che l’Europa sta cercando di introdurre il consumo di carne sintetica (quella prodotta dalle staminali che vengono però prelevate dai feti e dunque con sofferenza degli animali) di cui il primo finanziatore è Bill Gates. L’Europa sostiene l’azienda di Leonardo Di Cap r io, la star di Hollywood, anche lui lanciatosi nel business del filetto in provetta che vale 25 miliardi di euro. Una prospettiva quella del consumo di carne artificiale che non convince però gli italiani. Un sondaggio di Coldiretti Ixe rivela che il 95% dice no e che la prima motivazione di rifiuto è che i consumatori (al 60%) ritengono il filetto Frankenstein dannoso per la salute. Esattamente l’opposto di quello che pensa la Commissione europea.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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