STUPIDA RAZZA

giovedì 4 novembre 2021

Dal Daspo a Puzzer alle piazze vietate O accetti il pass o finisci imbavagliato

 

C’è puzza di regime, in Italia. Anzi, Pu z ze r. Il foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno a Roma piovuto sul groppone del portuale di Trieste, leader della protesta no green pass, rappresenta un ulteriore salto di qualità nella strategia che il governo sta attuando nei confronti di chi non è d’ac c o rd o sulla obbligatorietà del certificato verde. La manifestazione di protesta, non dovrebbe essere il caso neanche di ricordarlo, è un diritto garantito dalla Costituzione, eppure quello che è successo a Stefano Puzzer va oltre ogni immaginazione. Il portuale, l’altro ieri, non ha fatto altro che posizionare, in piazza del Popolo, un banchetto, intorno al quale si sono radunati alcuni cittadini contrari al green pass. «Staremo qui fino a quando non ci arriverà una risposta», aveva spiegato, aggiungendo di essere «pronto a tornare qui ogni giorno, anche fino al 31 dicembre». Non potrà: Digos e polizia scientifica hanno ripreso tutte le fasi della manifestazione, hanno trovato il cavillo, ovvero che l’i n i z i at iva non era stata preavvisata, e hanno fatto scattare il foglio di via e la denuncia alla Procura. A Pu z ze r è stato intimato di lasciare la Capitale e di far rientro a Trieste entro le 21 di ieri: in caso contrario, il portuale avrebbe commesso un altro reato. «Puzzer e tutti coloro che hanno preso la parola in piazza», ha fatto sapere la Questura di Roma, «verranno denunciati alla Procura della Repubblica per manifestazione non preavvisata, per il primo aggravato dal fatto di esserne stato promoto re » . A quel punto, Stefano Puzze r ha lasciato Roma e si è diretto verso casa. La notizia del «Daspo» a Puzzer ha scatenato una mobilitazione a suo sostegno, e sul Web si stanno organizzando manifestazioni con banchetti, per simulare la protesta del sindacalista triestino, in varie città, compresa una iniziativa intitolata «Liberiamo l’Ita - lia», in programma il prossimo 20 novembre alle 15 al Circo Massimo. La evidente sproporzione tra il «reato» commesso da Pu z ze r e la sanzione che lo ha colpito ha scatenato vivaci proteste: «Al presidente D ra - ghi», ha detto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il premier, «ho parlato anche del clima che c’è. Sono rimasta molto colpita dal Daspo a Pu zze r, come ero rimasta molto colpita dal fatto che il governo che consente i rave sparasse con gli idranti sui manifestanti. Credo che non siano reazioni degne di una democrazia: si deve avere il diritto di manifestare il dissenso», ha aggiunto la M el o - ni, «non siamo in Corea, Cina o tra i talebani. Non credo neanche che aiuti la credibilità del suo governo». «Il governo», ha chiesto in aula il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Fra n c e - sco Lollobrigida, «venga urgentemente a riferire sul provvedimento di Daspo che ha colpito il sindacalista Ste - fano Puzzer. Si può ancora liberamente esprimere in questa nazione opinioni in dissenso da chi la governa?». Il gruppo L’Alternativa c’è ha chiamato in causa il ministro dell’Interno: «Il Daspo a Pu z - ze r », ha sottolineato il deputato Andrea Vallascas, «non è altro che la conferma della dottrina Lamorgese di uno Stato che usa il pugno di ferro con i cittadini che manifestano pacificamente, ma che sta a guardare in caso di manifestazioni violente». Un altro bersaglio dei teorici della censura è S i g f r id o R a nuc c i, conduttore di Re - p o rt , trasmissione di Rai 3 considerata a sinistra una specie di Sacra Scrittura, fino a lunedì scorso. L’u l ti m a puntata, infatti, ha trasformato R a nuc c i da giornalista idolatrato sempre e comunque, soprattutto quando attacca il centrodestra, a pericoloso no vax, per il semplice motivo di aver trasmesso un servizio che solleva dubbi e perplessità sulla terza dose di vaccino, etichettata come un business per le case farmaceutiche. Apriti cielo: Ranucci è passato dall’essere un premio Pulitzer a vestire i panni del premio Puzzer. «Su Report», hanno attaccato i parlamentari del Pd della Commissione di vigilanza sulla Rai, che hanno anche chiesto un chiarimento ai vertici dell’azienda, «è andato in onda un lungo compendio delle più irresponsabili tesi no vax e no green pass. Sedicenti infermieri, irriconoscibili e coperti dall’anonimato come se si trattasse di pentiti di mafia affermano nel servizio di essersi infettati per responsabilità delle aziende farmaceutiche». Attacchi pure da Andrea Rugge r i , di Forza Italia, e da M at - teo Renzi. «Sono stufo di queste accuse. Sono vaccinato come tutta la redazione della trasmissione», si è difeso Ranuc c i , «ma come giornalista devo essere libero di raccontare delle criticità». È appena il caso di ricordare agli indignados a gettone del Pd che la tecnica di intervistare persone coperte dall’anonimato viene utilizzata in centinaia di trasmissioni, sempre e costantemente difese dai dem, tranne stavolta. Intanto, dopo il divieto di manifestare a Trieste, sarebbero in arrivo analoghi provvedimenti a Padova, a Novara, a Udine, a Gorizia, a Pordenone, mentre aumentano le voci di chi vorrebbe spedire in lockdown i non vaccinati in caso di aumento dei contagi e dei ricoveri (il virologo Fa b r i - zio Pregliasco parla di «opzione possibile»). «Credo sia giusto fare una distinzione fra chi si è vaccinato e chi non si è vaccinato», dice a questo proposito a Rai Radio 1 il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. «È una follia dal punto di vista giuridico ed epidemiologico», replica all’Ad nk ro no sAndrea Crisanti , direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Un ive r - sità di Padova, «penso che siamo all’i mp rov vi sa zion e. Non ha nessun senso epidemiologico anche perché i vaccinati trasmettono il virus. E uno che non si può vaccinare perché sta male che fa? Rimane a casa perché non si può vaccinare? La Costituzione», conclude C r is a nti , «non la prevede questa cosa». Neanche tante altre. 

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