Il testo del PNRR, la cui stesura, si dice, è avvenuta a porte chiuse, è l'emblema di questa strategia tanto ambigua quanto pericolosa.
Non si attacca direttamente il lavoro ma lo si fa scomparire tra le righe di una inquietante celebrazione, esaltazione e osannazione dell'interesse di profitto delle grandi imprese e del capitale straniero, considerato un interesse superiore e quindi un principio cardine delle riforme in tutti i settori (giustizia, pubblica amministrazione, appalti, ecc.).
Non si dice esplicitamente che è necessario ridurre ancora gli stipendi, ma si ripete ossessivamente che bisogna spingere la concorrenza, la produttività e la competitività.
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