Stop ai pagamenti effettuati con carte di credito Visa emesse nel Regno Unito: l’annuncio è arrivato dalla filiale Uk di Amazon, che ieri ha inviato un’email ai clienti in cui spiegava che le carte in questione non potranno più essere utilizzate sul sito di e-commerce a partire dal prossimo 19 gennaio. Amazon ha sottolineato di aver preso questa decisione a causa delle «alte commissioni che Visa addebita per l’elaborazione delle transazioni con carta di credito»: dopo il 19 gennaio, i clienti della filiale Uk potranno ancora utilizzare le carte Visa emesse fuori dal Regno Unito, le carte di debito, tra cui anche le Visa, e le carte di credito emesse da altre società, come Mastercard e American E x p re s s . «Il costo dell’ac c etta z io n e dei pagamenti con carta continua ad essere un ostacolo per le imprese che si sforzano di fornire i migliori prezzi per i clienti», ha spiegato un portavoce del colosso di Jeff Bezo s . «Questi costi dovrebbero scendere nel tempo con i progressi tecnologici, ma invece continuano a rimanere alti o addirittura aumentano». E quindi, «come risultato del continuo alto costo dei pagamenti di Visa, con dispiacere comunichiamo che Amazon.co.uk non accetterà più le carte di credito Visa emesse nel Regno Unito a partire dal 19 gennaio 2022. Con il panorama dei pagamenti in rapida evoluzione in tutto il mondo, continueremo a innovare per conto dei clienti per aggiungere e promuovere opzioni di pagamento più veloci, più economiche e più inclusive nei nostri negozi in tutto il mondo». Un portavoce di Visa ha replicato sottolineando che «gli acquirenti del Regno Unito possono utilizzare le loro carte di debito e di credito Visa su Amazon UK oggi e per tutta la stagione delle vacanze», aggiungendo: «Siamo molto delusi che Amazon stia minacciando di limitare la scelta dei consumatori in futuro. Quando la scelta del consumatore è limitata, nessuno ne trae beneficio». Tuttavia, ha precisato il portavoce, «la nostra relazione con Amazon è di lunga data, e continueremo a lavorare per trovare una soluzione». La decisione del gigante dell’e-commerce è solo l’ultimo capitolo di una questione che dura da anni, cioè il braccio di ferro tra gli operatori del commercio online e i gestori di servizi di pagamento. Già nel 2018 la catena di supermercati Wal-Mart aveva fatto causa a Visa per i costi delle transazioni, e l’anno dopo alcuni negozi californiani della Kroger, altro marchio della grande distribuzione statunitense, avevano smesso di accettare le carte di credito Visa, sempre per lo stesso motivo. Da parte sua, secondo quanto riferisce Bloomberg, Amazon aveva già imposto una sovrattassa per gli utenti di Singapore e Australia che pagano con carte di credito Visa. Da tempo i retailer protestano per la cifra, a loro dire eccessiva, che spendono ogni anno per accettare i pagamenti elettronici. Si parla di una somma che è arrivata a superare i 100 miliardi all’anno negli Usa, a causa dell’aumento delle tasse sulle transazioni e del ricorso sempre maggiore dei consumatori alle carte premium, che prevedono commissioni di interscambio - quelle applicate per ogni singola operazione - più alte. A complicare ulteriormente le cose nel Regno Unito è arrivata la Brexit, che avrebbe spinto i colossi dei servizi di pagamento come Visa e Mastercard a rivedere al rialzo alcune commissioni, considerato che ora la Gran Bretagna è fuori dall’Unione europea. Questo perché, con l’uscita di Londra dall’Ue, sono saltati anche i limiti al costo delle transazioni effettuate tra il Regno Unito e l’Eea (European Economic Area). Una ricerca della società di consulenza per i pagamenti Cms Payments Intelligence e del British Retail Consortium ha mostrato che i costi per le transazioni effettuate con carte di credito e di debito sono aumentati di 150 milioni di sterline in un anno, a danno dei retailer su entrambe le sponde della Manica. «La gran parte - quattro quinti - della spesa per acquisti retail in Gran Bretagna nel 2020 è stata effettuata tramite carte, con due società che hanno gestito il 98% di questi pagamenti», ha spiegato A n d rew C rega n , consulente del British Retail Consortium, che ha chiesto all’autorità di regolamentazione dei pagamenti Uk di intervenire. «Alla fine saranno i consumatori a pagare prezzi più alti per i loro acquisti, almeno finché non si riuscirà ad arrestare la crescita di questi costi». In passato Amazon ha provato in vari modi a limitare i prezzi pagati dai consumatori per le transazioni, incentivandoli a usare carte di debito o a collegare i loro conti correnti all’account. Tuttavia, la portata della novità per ora è limitata: secondo Julie Chariell, analista di Bloomberg Business Intelligence, «potrebbe diventare significativa solo se si estendesse ad altri retailer o alla stessa filiale Usa di Amazon». Il colosso di B ezo s , ha aggiunto C h a r iel l , «secondo Euromonitor detiene una quota pari al 25% del mercato e-commerce britannico, pari a 29 miliardi di dollari in volume e allo 0,26% del totale di Visa».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
sabato 20 novembre 2021
Amazon inizia dagli inglesi la guerra a Visa
Stop ai pagamenti effettuati con carte di credito Visa emesse nel Regno Unito: l’annuncio è arrivato dalla filiale Uk di Amazon, che ieri ha inviato un’email ai clienti in cui spiegava che le carte in questione non potranno più essere utilizzate sul sito di e-commerce a partire dal prossimo 19 gennaio. Amazon ha sottolineato di aver preso questa decisione a causa delle «alte commissioni che Visa addebita per l’elaborazione delle transazioni con carta di credito»: dopo il 19 gennaio, i clienti della filiale Uk potranno ancora utilizzare le carte Visa emesse fuori dal Regno Unito, le carte di debito, tra cui anche le Visa, e le carte di credito emesse da altre società, come Mastercard e American E x p re s s . «Il costo dell’ac c etta z io n e dei pagamenti con carta continua ad essere un ostacolo per le imprese che si sforzano di fornire i migliori prezzi per i clienti», ha spiegato un portavoce del colosso di Jeff Bezo s . «Questi costi dovrebbero scendere nel tempo con i progressi tecnologici, ma invece continuano a rimanere alti o addirittura aumentano». E quindi, «come risultato del continuo alto costo dei pagamenti di Visa, con dispiacere comunichiamo che Amazon.co.uk non accetterà più le carte di credito Visa emesse nel Regno Unito a partire dal 19 gennaio 2022. Con il panorama dei pagamenti in rapida evoluzione in tutto il mondo, continueremo a innovare per conto dei clienti per aggiungere e promuovere opzioni di pagamento più veloci, più economiche e più inclusive nei nostri negozi in tutto il mondo». Un portavoce di Visa ha replicato sottolineando che «gli acquirenti del Regno Unito possono utilizzare le loro carte di debito e di credito Visa su Amazon UK oggi e per tutta la stagione delle vacanze», aggiungendo: «Siamo molto delusi che Amazon stia minacciando di limitare la scelta dei consumatori in futuro. Quando la scelta del consumatore è limitata, nessuno ne trae beneficio». Tuttavia, ha precisato il portavoce, «la nostra relazione con Amazon è di lunga data, e continueremo a lavorare per trovare una soluzione». La decisione del gigante dell’e-commerce è solo l’ultimo capitolo di una questione che dura da anni, cioè il braccio di ferro tra gli operatori del commercio online e i gestori di servizi di pagamento. Già nel 2018 la catena di supermercati Wal-Mart aveva fatto causa a Visa per i costi delle transazioni, e l’anno dopo alcuni negozi californiani della Kroger, altro marchio della grande distribuzione statunitense, avevano smesso di accettare le carte di credito Visa, sempre per lo stesso motivo. Da parte sua, secondo quanto riferisce Bloomberg, Amazon aveva già imposto una sovrattassa per gli utenti di Singapore e Australia che pagano con carte di credito Visa. Da tempo i retailer protestano per la cifra, a loro dire eccessiva, che spendono ogni anno per accettare i pagamenti elettronici. Si parla di una somma che è arrivata a superare i 100 miliardi all’anno negli Usa, a causa dell’aumento delle tasse sulle transazioni e del ricorso sempre maggiore dei consumatori alle carte premium, che prevedono commissioni di interscambio - quelle applicate per ogni singola operazione - più alte. A complicare ulteriormente le cose nel Regno Unito è arrivata la Brexit, che avrebbe spinto i colossi dei servizi di pagamento come Visa e Mastercard a rivedere al rialzo alcune commissioni, considerato che ora la Gran Bretagna è fuori dall’Unione europea. Questo perché, con l’uscita di Londra dall’Ue, sono saltati anche i limiti al costo delle transazioni effettuate tra il Regno Unito e l’Eea (European Economic Area). Una ricerca della società di consulenza per i pagamenti Cms Payments Intelligence e del British Retail Consortium ha mostrato che i costi per le transazioni effettuate con carte di credito e di debito sono aumentati di 150 milioni di sterline in un anno, a danno dei retailer su entrambe le sponde della Manica. «La gran parte - quattro quinti - della spesa per acquisti retail in Gran Bretagna nel 2020 è stata effettuata tramite carte, con due società che hanno gestito il 98% di questi pagamenti», ha spiegato A n d rew C rega n , consulente del British Retail Consortium, che ha chiesto all’autorità di regolamentazione dei pagamenti Uk di intervenire. «Alla fine saranno i consumatori a pagare prezzi più alti per i loro acquisti, almeno finché non si riuscirà ad arrestare la crescita di questi costi». In passato Amazon ha provato in vari modi a limitare i prezzi pagati dai consumatori per le transazioni, incentivandoli a usare carte di debito o a collegare i loro conti correnti all’account. Tuttavia, la portata della novità per ora è limitata: secondo Julie Chariell, analista di Bloomberg Business Intelligence, «potrebbe diventare significativa solo se si estendesse ad altri retailer o alla stessa filiale Usa di Amazon». Il colosso di B ezo s , ha aggiunto C h a r iel l , «secondo Euromonitor detiene una quota pari al 25% del mercato e-commerce britannico, pari a 29 miliardi di dollari in volume e allo 0,26% del totale di Visa».
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