Gli italiani sono scettici sulla terza dose di vaccino: un sondaggio di Emg per la trasmissione Agorà della Rai fotografa una situazione preoccupante. Alla domanda «Si va verso l’approvazione della terza dose del vaccino per tutti. Lei è disponibile a farla?», risponde sì il 66% (lo stesso dato di una settimana fa) e no il 30% (in aumento del 3% rispetto a una settimana fa). Preferisce non rispondere il 4% (3 punti in meno della settimana scorsa). In sostanza, gli indecisi si sono spostati tutti verso il no. In Italia, la terza dose fino ad ora è consentita solo ai sanitari, a chi ha più di 60 anni, agli over 40 in Lombardia e Lazio, e ai soggetti estremamente fragili o affetti da patologie gravi, purché siano trascorsi almeno sei mesi dalla somministrazione dell’ultima dose. Senza limiti di età possono prenotare la seconda dose i cittadini che hanno fatto la prima (e unica) con Johnson & Johnson, anche in questo caso purché siano trascorsi sei mesi. In seguito alla decisione di ieri di F i g l iuol o, dal prossimo 22 novembre la terza dose sarà aperta anche ai soggetti di età compresa tra i 40 e i 59 anni, data anticipata rispetto a quella precedentemente stabilita del primo dic e m b re. Preoccupa, tra i vari spunti di riflessione, la bassa affluenza dei sanitari agli hub vaccinali: secondo i dati diffusi ieri dalla Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) solo il 42% di medici, infermieri e personale sanitario ha ricevuto la terza inoculazione, per un totale di 600.000 persone. «Con questo ritmo», spiega il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore, «saranno necessarie 5-6 settimane per il completamento, decisamente troppe rispetto alla rapida evoluzione della quarta ondata epidemica. Dobbiamo accelerare, per questo riteniamo indispensabile l’ob - bligatorietà del richiamo per i sanitari, unico modo per salvaguardare il funzionamento del Sistema sanitario nazionale. Anche questa settimana registriamo progressi significativi nella somministrazione della terza dose agli operatori sanitari», aggiunge M i g l io re, «ma più della metà deve ancora effettuare il richiamo. Grazie al lavoro intenso svolto nei mesi scorsi abbiamo ancora numeri e indici migliori di altri Paesi europei, ma non dobbiamo perdere questo vantaggio». L’obbligo della terza dose per i sanitari è effettivamente in arrivo, insieme alla riduzione della validità del green pass dagli attuali 12 mesi a nove: il Cdm, la prossima settimana, dovrebbe esaminare entrambe le questioni, che tra l’altro sono strettamente correlate. Ridurre il periodo di validità del green pass, infatti, ha come obiettivo costringere gli italiani a farsi inoculare la terza dose. Costringere, non convincere: la strategia del governo, dal punto di vista della comunicazione, è infatti basata, come evidente a tutti, su messaggi sostanzialmente apocalittici, oppure, per quel che riguarda il certificato verde, su scenari di restrizioni per chi non ne è in possesso. Una strategia aggressiva che però, stando all’andamento della campagna, non sembra funzionare. Abbiamo chiesto un parere su questo argomento a un esperto di comunicazione, Giovanni Diamanti, co-fondatore di YouTrend: «Ci sono due strade possibili», dice Diamanti alla Ve rità , «una aggressiva e una più persuasiva. Ciascuna ha dei pro e contro: il contro di quella aggressiva è che non supera le resistenze di chi non si fida, il contro di quella persuasiva è che avrebbe bisogno di tempo, e il tempo al momento non c’è. La campagna aggressiva può dare risultati più immediati nel breve termine», aggiunge D i a m a nti , «e forse oggi serve questo. Ma non si potrà fare a meno di una seconda fase mirata alla persuasione e al superamento dei dubbi delle persone». Intanto, in Inghilterra, il governo guidato da Boris John so n sceglie messaggi molto più persuasivi che aggressivi per convincere i cittadini a farsi inoculare il vaccino per la terza volta. Lunedì scorso, Joh n s o n si è rivolto alla nazione con un messaggio estremamente caloroso, ma senza inasprire gli animi o minacciare restrizioni: «Sarebbe una tragedia totale», ha detto il primo ministro inglese, «se, dopo tutto quello che abbiamo passato, le persone che hanno fatto la cosa giusta facendosi vaccinare due volte finissero per ammalarsi gravemente o addirittura perdere la vita perché hanno permesso che la loro immunità scemasse non facendo il richiamo. E se non avete fatto nemmeno una dose, non è troppo tardi. Infatti», ha aggiunto Boris Johnson, «non c’è mai stato un momento migliore per ottenere questa protezione vitale mentre ci avviciniamo all’inverno. Quindi per favore, per favore andate a farvi vaccinare». «Please, please go and get vaccinated», dice il premier, ripetendo per ben due volte «per favore». Un altro stile, una strategia di comunicazione all’insegna della partecipazione, della persuasione, totalmente diversa da quella del governo italiano.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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