Immobiliare, bruciati 1.137 miliardi
Tra il 2011 e il 2020 in Italia
abbiamo perso 1.137 miliardi
di euro di patrimonio immobiliare. È quanto emerge dal
rapporto sulla ricchezza immobiliare stilato da Confedilizia in collaborazione con
Gualtiero Tamburini, professore universitario ed
esperto del mondo immobil i a re.
Secondo lo studio, a fiaccare il patrimonio immobiliare
italiano ci hanno pensato una
serie di fattori che, principalmente, vanno dall’aum ento
della tassazione, alla riduzione degli investimenti, alla diminuzione dei prezzi degli
i m m obi l i .
La perdita, solo per quanto
riguarda le abitazioni è stata
di oltre 530 miliardi di euro
del 2011 che, ai valori del 2020
(con il potere di acquisto che
negli anni è diminuito), equivalgono a 980 miliardi di euro. La cifra, stando all’indagine, sale però, a 1.137 miliardi
di euro prendendo in considerazione anche gli immobili
diversi dalle abitazioni. L’associazione presieduta da
Giorgio Spaziani Testa s otto -
linea che la perdita potrebbe
anche arrivare a raddoppiarsi qualora si prendessero a
riferimento le sole variazioni
dei prezzi degli immobili.
Un dato così negativo incide dunque sia sui redditi generati dagli affitti, sia sulla
minore propensione al consumo delle famiglie. Inoltre,
spiega Confedilizia in una nota, «poiché il patrimonio immobiliare d’ogni tipo costituisce l’infrastruttura fisica
che ospita le attività delle famiglie e delle imprese, se questo non viene continuamente
gestito, rinnovato e mantenuto, le conseguenze si vedono poi in termini di minore
produttività e benessere gen e ra l e » .
Si pone così il tema di rilanciare l’investimento immobiliare e in particolare
quello delle famiglie dato che,
storicamente, la maggioranza degli investimenti in costruzioni sono effettuati da
privati, la gran parte dei quali
direttamente dalle famiglie.
«Questo non può che avvenire restituendo alle stesse famiglie», spiega Confedilizia,
«la fiducia (spesso incrinata
da scelte contrarie) così che
esse possano essere indotte a
tornare ad investire in immobili l’ingente liquidità accumulata anche durante» questa pandemia.
Secondo quanto spiega
l’indagine, a fronte di una
produzione diretta complessiva di 424,1 miliardi di euro
nel 2020, i due grandi comparti del settore, quello delle
costruzioni e quello delle
compravendite, hanno generato assieme, sull’intera economia, un impatto diretto e
indiretto complessivo di
708,936 miliardi di euro di
produzione, ai quali si possono aggiungere altri 211 miliardi di euro di indotto, per
un totale di produzione di
920 miliardi di euro. Si tratta
del 30,2% del valore di tutta la
produzione italiana, fa notare Confedilizia.
Inoltre, come sottolinea
l’organizzazione dei proprietari di casa, il mondo delle
costruzioni e quello delle
compravendite hanno avuto
un ruolo determinate sul
29,7% dell’occupazione italiana. Inoltre, questi due
comparti hanno contribuito
anche al 27,09% del Pil italiano e hanno prodotto un valore aggiunto del mattone del
30%.
Come sottolinea Confedilizia, dunque, «si può concludere che il 30% è l’ordine di
grandezza della dimensione
delle attività immobiliari nell’economia del Paese».
Il problema è dunque sotto
gli occhi di tutti. Poiché oltre
il 70% degli italiani possiede
almeno un immobile, è chiaro che negli ultimi dieci anni
abbia perso valore l’i nve s t i -
mento principale del nostro
Paese. Un problema serio a
cui le istituzioni devono correre ai ripari il prima possibile prima che sia troppo tardi.
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