Cala leggermente il tasso di disoccupazione ma preoccupano i giovani: secondo i dati mensili provvisori dell’Istat, a settembre la percentuale dei senza lavoro è diminuita al 9,2%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto al mese precedente, mentre nella fascia 15- 24 anni si è registrato un aumento di 1,8 punti percentuali, dal 28% al 29,8%. Si tratta dell’aumento mensile più marcato dell’intera Eurozona, che vale al nostro Paese il poco invidiabile secondo posto nella classifica delle nazioni dell’area euro con il maggior numero di giovani disoccupati: in base ai dati Eurostat, l’Ita l i a è seconda solo alla Spagna, dove peraltro la disoccupazione nella fascia di età sotto i 25 anni è in calo al 30,6%, rispetto al 31,7% di agosto. Meglio dell’Italia fa persino la Grecia, che è passata dal 32,8% di agosto al 24,5% di settembre. In media, a settembre il tasso di disoccupazione giovanile è sceso sia nella zona euro sia nella Ue a 27, passando rispettivamente dal 16,3% di agosto al 16% e dal 16,1% al 15,9%. Un anno fa, nel settembre 2020, era al 18,8% e al 18%. In Italia a settembre il saldo degli occupati è risultato positivo per poco più di 500.000 unità rispetto a gennaio, ma l’incremento, spiega l’Istat, è dovuto «esclusivamente alla ripresa del lavoro dipendente, che cresce di circa 520.000 unità». E in ogni caso «rispetto ai livelli pre pandemia (febbraio 2020) il numero di occupati è inferiore di oltre 300. 000 unità. Il tasso di occupazione e quello di disoccupazione sono più bassi rispettivamente di 0,4 e 0,6 punti percentuali, mentre il tasso di inattività è superiore di 0,9 pu nt i » . A sottolineare le criticità di una ripresa disuguale è stato anche l’ufficio studi di Confcommercio, che rileva come la crescita dell’occupazione a settembre sia «frutto di dinamiche troppo articolate tra i diversi segmenti del mercato del lavoro per non suscitare qualche preoccupazione. La ripresa, infatti, continua a interessare esclusivamente il lavoro dipendente, soprattutto quello a termine, tornato ormai sui livelli pre pandemici, mentre gli indipendenti continuano a ridursi». In particolare, spiega l’a s s o c i a z io n e, «rispetto a febbraio del 2020 le persone impiegate in questa posizione sono diminuite di 327.000 unità (-6,3%), a conferma delle difficoltà in cui ancora versano molte piccole imprese e larga parte del lavoro autonomo». E anche dalla Uil si segnala che, nonostante gli indicatori mostrino «un aumento, sia congiunturale che tendenziale, dell’occupa - zione dipendente» e una «flessione del numero dei disoccupati e degli inoccupati, preoccupa l’aumento, in maniera sostenuta, dell’occupa - zione a termine, a fronte di un difficoltoso cammino di crescita di quella a tempo indeterminato», sottolinea il segretario confederale Tiziana Ve ro n e s e. Per la sindacalista bisogna «fare di più per i giovani, che i dati dimostrano essere tra i soggetti più fragili del nostro mercato del lavoro. Non possiamo né dobbiamo permettere che 30 ragazzi su 100 siano disoccupati».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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