Che penserebbero gli adepti della religione del vaccino - e del green pass suo profeta - se uno scienziato che ha testato il farmaco confessasse di aver operato in laboratori gestiti «a casaccio»? E cosa accadrà a chi sbertuccia i più grotteschi cospirazionisti, ora che qualche perplessità sul sacro rimedio di Pfizer arriva non dalle chat di Telegram, ma dal British medical journal? Sul sito della prestigiosa rivista scientifica è comparsa u n’inchiesta, scaturita dalla denuncia di una «whistleblower», su presunte falle nelle sperimentazioni del vaccino di Pfizer negli Usa. A rivelare che la velocità nei test può essere stata ottenuta «a scapito dell’integrità dei dati e della sicurezza dei pazienti», è un’esperta di trial clinici, Bro ok Jacks on , precedentemente impiegata nel centro di ricerca di Ventavia in Texas, dove, nell’estate del 2020, si è svolta la fase tre delle sperimentazioni di Comirnaty. La testimonianza della dottoressa fa rabbrividire: la Jack s o n dichiara che «la compagnia ha falsificato dati, deanonimizzato pazienti, assunto vaccinatori privi di adeguata formazione ed è stata lenta nel seguire gli aventi avversi riportati». Sarebbe niente, se il regolatore americano, la Food and drug administration, avesse disposto un’ispezione. Invece, poche ore dopo l’email di rimostranze che Jack s o n aveva inviato a Fda, l’unico ad arrivare è stato il licenziamento da Ventavia. La «talpa», comunque, si era premurata di raccogliere foto, posta elettronica e registrazioni vocali di conversazioni compromettenti. Nelle immagini, riferisce il B mj, si scorgono «materiali per l’impacchetta - mento dei vaccini, recanti i numeri d’identificazione dei partecipanti al trial», lasciati in bella vista, così che chiunque avrebbe potuto associarli ai singoli pazienti, violando la regola dell’anonimato. Un’a ccortezza che non deriva da scrupoli di privacy, bensì dalla necessità di confrontare correttamente il gruppo che riceve il medicinale e quello che riceve il placebo. Le «checklist sulle verifiche di qualità» sarebbero state aggiornate con due mesi di ritardo, quando un migliaio di reclute aveva già preso parte ai test. Peraltro, Ventavia non avrebbe garantito standard sufficienti nemmeno nella raccolta dei dati. Tanto che Icon, un’organizzazione partner di Pfizer, nel settembre 2020, inoltrò una mail al sito texano, evidenziando oltre 100 quesiti, cui rispondere entro 24 ore. Tra le voci, ce n’era una sulle reazioni avverse gravi. La sollecitazione era chiara: contattare telefonicamente i soggetti che avessero patito effetti collaterali seri e poi aggiornare il relativo form. I vertici di Ventavia non sembravano ignari delle irregolarità. Un dirigente avrebbe riferito di aver «suggerito verbalmente» a un membro dello staff di «cambiare i dati senza annotare l’ultimo accesso». La situazione appariva talmente fuori controllo che, durante un meeting, uno dei capi avrebbe manifestato preoccupazioni per un controllo da parte di Fda: «Come minimo,ci beccheremo una lettera d’i nforma zione…», cioè una sorta di richiamo formale. Dopo il suo licenziamento, la «whistleblower» ha tenuto i contatti con alcuni ex colleghi, che le hanno confermato che quelle pessime pratiche erano state mantenute. Alcuni, appunto, hanno definito quello di Ventavia «un ambiente di lavoro» organizzato «a casaccio». Rassicurante: il siero che ci siamo inoculati sarebbe stato testato, tra gli altri, in un sito in cui si lavorava «a casaccio». Nella mail del 25 settembre 2020 all’autorità regolatoria, che le è costata il posto, la Jac - kson aveva segnalato diverse circostanze allarmanti: «Partecipanti piazzati in un salone dopo l’iniezione, senza monitoraggio da parte dello staff clinico; mancanza di un puntuale follow up dei pazienti con effetti avversi; deviazioni dal protocollo non registrate; vaccini conservati a temperature improprie; campioni di laboratorio etichettati in modo errato; accanimento sul personale di Ventavia che segnalava questi problemi». Nessun ispettore bussò mai alla porta della società. In compenso, meno di tre mesi dopo, Fda autorizzò il vaccino.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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