La lunga tregua con il fisco e con la riscossione è finita e per il contribuente italiano si prospetta un lungo periodo di passione. Come ricorda l’ottimo Giuliano Mandolesi, dalle colonne di Ital ia Oggi, e come si vede dallo scadenziario dell’Agen za delle entrate, nel mese di novembre qualcosa come 261 adempimenti attendono il contribuente: una media di 9 al giorno, tra pagamenti e altri adempimenti buroc rat ic i . Solo alla scadenza del 16 novembre sono in calendario i pagamenti su 147 tipologie di versamenti, tra imposte dirette, Iva, ritenute, ecc. Ma con la fine della tregua ripartono anche i controlli fiscali. Con la recente approvazione della convenzione sui risultati del triennio 2021-2023 tra Mef e Agenzia delle entrate, si attendono 390.000 verifiche da parte dell’A ge n z i a delle entrate e 170.000 in collaborazione con la Guardia di finanza: 130.000 accessi nel 2022 da parte della sola Agenzia e 60.000 da parte delle (o insieme alle) Fiamme gialle. Nel documento, oltre alla solita enfasi su tante cose che non suonano per niente minacciose, ci sono anche alcuni obiettivi che l’A ge nzia si impegna a perseguire, e che dovrebbero fare riflettere. Nell’area strategica di attività di contrasto all’eva - sione (quindi, detta in soldoni, le attività di controllo e verifica) c’è una voce, che sostanzialmente conferma le precedenti convenzioni
tra Mef e Agenzia: è quello
che viene definito «indicatore istituzionale» relativo
al «tasso di positività dei
controlli sostanziali».
Questo tasso di positività
per i tre anni dal 2021 al
2023 deve perseguire il
«Target» del 94%. Dietro
tante parolone il senso è che
nel triennio a venire, su 100
controlli, volere o volare, almeno 94 si devono concludere con delle contestazioni. Quindi si muove dal presupposto che al massimo 6 contribuenti su 100 siano in
regola, o comunque, possano scamparla. E questo, a
p r io r i .
E cosa succede se per puro caso su 100 contribuenti
quelli a posto fossero più di
6? Magari 10, 20 o anche 50?
I verificatori dovrebbero comunque fare di tutto per
centrare l’obiettivo di impallinare 94 contribuenti su
100, in qualche modo. Il che
è inaccettabile e contrario al
principio di imparzialità
dell’azione amministrativa
garantito dall’art. 97 Cost.
Non è tutto.
Negli obiettivi, i controlli
a carico di piccole imprese e
professionisti dovrebbero
essere 340.000 nell’arco del
triennio, a fronte di un totale di 540.000. Quindi, partite Iva e piccole imprese, le
categorie più colpite dalla
pandemia, resteranno l’obiettivo prioritario e preferenziale di questa infinita,
costosa caccia all’eva s o re,
mentre i miliardi di tante
multinazionali prendono
allegramente il volo verso
paradisi fiscali europei e
non, senza che nessuno sia
riuscito ancora a muovere
un dito.
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