« I l S e n a t o
francese appro-
va l’es te ns ion e
del green pass».
Questo è ciò che
titolavano ieri i
principali siti d’i n fo r m a z io -
ne italiani. Notizia che, im-
maginiamo, ha consentito
domenica sera all’eu ro pa rl a -
mentare del Pd, Alessandra
Moretti, di dire in tv che tutti
i Paesi europei ci copiano. Sì,
secondo l’onorevole, l’Italia è
d’esempio nella Ue e forse
anche nel mondo, perché
prima di altri ha deciso di
introdurre il certificato ver-
de e ha posto divieti - perfino
sui luoghi di lavoro - a chi non
ne risulti in possesso. Pecca-
to che la realtà sia molto di-
versa e la prova è fornita pro-
prio dalla decisione presa dal Senato tran-salpino, dove si è adottato
un disegno di legge sulla
vigilanza sanitaria, ma con
molte differenze rispetto
alle norme in vigore in Ita-
lia.
Un esempio? Beh, il pri-
mo che ci viene in mente è
la percentuale di vaccinati
che fa decadere l’obbligo di
presentazione del passa-
porto vaccinale. Il Parla-
mento francese ha infatti
stabilito che, in un diparti-
mento, una volta raggiunto
un tasso dell’80 per cento
di immunizzati non sarà
più richiesto il tesserino
sanitario. Tanto per inten-
derci, significa che il green
pass sarebbe già decaduto
nella maggioranza delle re-
gioni italiane, fatta eccezio-
ne per Sicilia, Calabria, Val-
le d’Aosta e provincia di
Bolzano, dove la percentua-
le è ancora sotto la soglia
fissata da Parigi. Da noi ci
sono regioni come Lombar-
dia, Toscana, Emilia, Lazio
e Puglia che hanno da tem-
po superato l’85 per cento
di vaccinati e, se si contasse
anche la prima dose, sfiore-
rebbero il 90 per cento. Del
resto, in Italia la media di
persone completamente
vaccinate è di poco sotto
all’83 per cento, a cui si
deve aggiungere un altro
2,8 per cento di italiani che
hanno ricevuto una sola
iniezione. In definitiva, og-
gi solo il 13 per cento della
popolazione maggiore di 12
anni risulta non essersi an-
cora sottoposta all’i n o c u l a-
zione. Ne risulta che, se
fosse in vigore una tessera
sanitaria come quella ap-
provata in Francia, oggi tut-
ti sarebbero liberi dall’ob -
b l i go.
Ma a fare la differenza
non è solo il tetto, legato al
tasso di vaccinazione, bensì
una serie di altre clausole
che lasciano molto più libe-
ri i francesi di quanto non
siano gli italiani. Tanto per
cominciare il green pass
non serve per i minori,
«che possono continuare a
praticare un’attività fisica e
s p o r t i va a l l ’ i n t e r n o d i
u n’associazione o di una
società senza dover presen-
tare alcuna tessera sanita-
ria». Non solo, le nuove nor-
me introducono la possibi-
lità di effettuare un auto
test sotto la supervisione di
un professionista sanitario
e questo basta per «benefi-
ciare del pass sanitario». In
pratica, chiunque potrebbe
farsi un tampone (come
succede già in molti Paesi
stranieri, a cominciare dal-
la Gran Bretagna), facendo-
si assistere da un infermie-
re o consegnandolo poi a un
centro specializzato (come
accade in Inghilterra). Da
noi non solo non è possibile
l’autotest, ma si fa di tutto
per complicare le cose, in
modo che le persone non
vaccinate si rassegnino a
offrire il braccio alla patria
(del resto, i renitenti al vac-
cino sono chiamati diserto-
ri), senza cercare soluzioni
alternative come il tampo-
ne ogni due giorni.
Aggiungete poi che quel-
la presentata dai siti come
una estensione del green
pass, in Francia esclude
espressamente dall’obb l i go
vaccinale il personale che
si occupa dell’accoglienza e
dell’assistenza dei bambini
in tenera età, a meno che
non si tratti di un professio-
nista sanitario. Come dire
che solo gli infermieri e i
medici sono tenuti ad avere
il green pass.
Ma mentre i nostri cugini
fissano dei paletti, a garan-
zia del rispetto delle libertà
dei cittadini, il ministro
della Sanità, ossia Rober to
S p e ra n za , un nome che è
già una garanzia, ha tran-
quillamente annunciato l’e-
stensione dello stato di
emergenza e dunque la pro-
secuzione dell’obbligo di
possedere il certificato ver-
de per poter lavorare e per
accedere ai luoghi pubblici.
L’ex assessore all’u rba n i-
stica di Potenza, diventato
per colpa di Giuseppe Con-
t e, di Massimo D’Alema e di
Pier Luigi Bersani, cioè del-
la solita compagnia di giro
della sinistra, l’uomo che
ha in mano la salute degli
italiani, non ha legato la
prosecuzione delle misure
straordinarie a un qualche
obiettivo. No, nessun tasso
dell’80 per cento, che pe-
raltro abbiamo già raggiun-
to, e nemmeno del 90. For-
se, spaventato dalle notizie
che arrivano dall’I rl a nd a
(nonostante sia il Paese con
la più alta copertura vacci-
nale, ha visto tornare a cre-
scere i contagi) o dalle Isole
Faroe (altro posto dove il
siero è stato somministrato
alla quasi totalità della po-
polazione, ma questo non
ha impedito la comparsa di
focolai), Speranza pensa a
un altro giro di vite, pren-
dendo magari esempio dal-
l’Austria, dove si sta pen-
sando a un lockdown solo
per i non vaccinati. Del re-
sto, il prefetto di Trieste
ieri ha vietato ogni manife-
stazione dei no vax, provve-
dimento che potrebbe pre-
sto essere esteso ad altre
città. Perché i rave con
sballo e droga in questo
Paese sono permessi, ma
contestare il certificato
verde proprio non si può: si
rischiano le manette. In-
somma, siamo un Paese li-
bero, dove la libertà però è
c o n d i z io n ata d a l g re e n
pa s s.
Nessun commento:
Posta un commento