Se si vuole parlare di emergenza sanitaria per i bambini, altro che Covid: quella della bronchiolite quest’anno è una catastrofe. In queste settimane, solo nell’os p ed al e pediatrico Bambino Gesù, ogni giorno si recano in pronto soccorso tra i 40 e i 45 bambini affetti da bronchiolite. Si tratta di circa il 14% degli accessi totali al Dea (Dipartimento emergenza accettazione), di cui la maggior parte sono di bambini di età inferiore ai tre mesi. Di questi, circa la metà ha necessità di essere ricoverato per effettuare ossigeno terapia e/o reidratazione per via endovenosa, mentre i restanti sono riaffidati al pediatra di famiglia per la continuità assistenz i a l e. La bronchiolite è un’i n fezione virale acuta dei bambini ed è causata da diversi virus, ma nel 75% dei casi deriva dal virus sinciziale. È una forma che può dare serie difficoltà respiratorie, specialmente nei più piccoli. Ha un’incidenza maggiore tra novembre e marzo, ma quest’anno si è notato un anticipo di circa un mese e mezzo contro il trend consueto che vede un’i m p e n n ata dei casi a fine dicembre. In un approfondimento promosso dal canale del Bambino Gesù, la dottoressa Anna Chiara Vittucci, medico dell’unità operativa di pediatria generale, ha chiarito quali siano le cause che hanno portato all’au - mento dei casi di quest’a nno. «Il virus respiratorio sinciziale è un virus frequente nell’età pediatrica. Si stima che entro i due anni di vita tutti i bambini entrino a contatto con questo virus e il fatto che l’anno scorso non sia circolato, a causa delle misure restrittive applicate per il Covid, ha reso la popolazione pediatrica più suscettibile di esser colpita quest’anno. Lo stesso vale per le madri che erano incinte lo scorso anno che, non essendo venute a contatto con il virus sinciziale, non hanno rinnovato gli anticorpi da trasmettere nel bagaglio anticorpale del neonato». Sono proprio i bambini con meno di tre mesi a risultare i più colpiti infatti e sono anche quelli che necessitano con maggiore frequenza di cure intensive. Non solo i lattanti, ma anche i bambini prematuri, gli immunodepressi, gli asmatici o in generale chi ha delle comorbidità rischia molto perché l’infez io ne può dare quadri respiratori anche molto gravi. Il virus respiratorio sinciziale può colpire anche gli adulti e i bambini più grandi, mentre negli anziani può provocare la polmonite. Per prevenire il contagio anche qui la precauzione migliore è quella del lavaggio delle mani. Bisogna evitare che i più piccoli vengano a contatto con persone che presentano sintomi respiratori, come ad esempio i fratelli più grandi che frequentano la scuola. Questo rappresenta infatti uno dei maggiori fattori di rischio. I pediatri, tra le altre cose, consigliano anche di non portare i bambini piccoli in luoghi affollati in questo periodo dell’a n n o. La bronchiolite insorge come una malattia respiratoria comune caratterizzata da semplice rinite e febbricola, ma può degenerare velocemente (più velocemente nei piccolissimi) in tosse insistente per arrivare in alcuni casi alla difficoltà respiratoria. Quando il bambino smette di alimentarsi e quando comincia a dare segni di difficoltà respiratoria, bisogna chiamare il medico. In quel caso il bambino sembrerà respirare con la pancia e a quel punto va assolutamente visitato. Non esiste una cura specifica per la bronchiolite e le terapie che vengono applicate sono di mero supporto al paziente. Il bambino va prima di tutto idratato e poi nel caso in cui si rendesse necessario, va effettuata l’ossigeno terapia. Non esiste vaccino, ma solo una profilassi che però viene riservata solo ai soggetti deboli o prematuri e, anche se la patologia è stata scoperta negli anni Settanta, se ne parla molto poco se non negli ambulatori pediatrici e negli ospedali. È un virus che circola tra la popolazione adulta e tra i bambini più grandi dando, nella maggior parte dei casi, sintomi respiratori non importanti quali quelli di un banale raffreddore. Nei bambini più piccoli insorgono sintomi ben più seri che però non sembrano essere attenzionati dai media con il giusto peso, anzi. Si usa associare questa patologia al Covid quando invece risulta essere molto più seria per i piccoli e piccolissimi. Con una stima, sommando i dati che ci fornisce il Bambino Gesù, si parla quindi di circa 840 accessi al pronto soccorso in sole tre settimane, contro i 750 bimbi e ragazzini ricoverati per Covid nello stesso ospedale da inizio pandemia (quindi in quasi due anni). Non è una gara a chi soffre di più, ma si parla di numeri ben diversi. Nella sede del Bambino Gesù di Palidoro lunedì c’erano otto ricoverati per Covid, mentre nelle stesse ore nei Dea delle due sedi si affollavano decine di bambini con difficoltà respiratoria dovuta alla bronc h io l i te. Alla luce di questo non è chiaro perché si spendano pagine e pagine dei giornali per fare informazione sull’impatto che il Covid ha sui bambini, quando ci troviamo in un’emergenza bronchiolite di cui invece si sa poco o nulla e della quale invece sarebbe bene che i genitori venissero informati.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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