STUPIDA RAZZA

sabato 6 novembre 2021

Giusto protestare prima che sia tardi

 

Il 30 ottobre scorso dei manifestanti hanno sfilato a Novara reggendo un filo spinato e indossando pettorine a strisce verticali con numeri (fittizi) di identificazione per protestare contro le misure tiranniche del governo ricordando la tragedia della Shoah. Apriti cielo! La comunità ebraica ha vigorosamente protestato; i media di regime hanno stigmatizzato l’evento; il ministro della malattia Speranza si è detto scioccato. Anche questo giornale ha detto la sua, dichiarando quella di Novara una pessima idea. Non sono d’accordo. Siccome nel nostro Paese i pettegolezzi prevalgono sempre sui principi, ci tengo a precisare che non ho avuto e non intendo avere nessun contatto con i manifestanti del 30 ottobre; reagisco solo all’a f fe r m a z io n e che la situazione attuale non sia nemmeno lontanamente paragonabile a quella dei lager hitleriani e quindi non sia lecito evocarli per dissentire dalle politiche in corso. Al pastore protestante Martin Niemöller è attribuita una frase che ho già più volte citato: «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare». Questa frase contiene il nocciolo della questione. Le proteste si fanno prima di arrivare al peggio, perché quando ci si arrivasse sarebbe troppo tardi. L’Italia ha subito negli ultimi due anni una drammatica involuzione autoritaria, della quale non si vede la fine e che anzi si aggrava costantemente. Gli esiti di involuzioni del genere sono ben presenti nella storia, e sarebbe bene ricordarseli per sapere che cosa può aspettarci dietro il prossimo angolo, se non ci svegliamo e agiamo. Se la storia è maestra di vita, dovrebbe pure insegnarci qualcosa. Quindi ricordare la Shoah nei tempi di un’emergente dittatura è un’ottima idea: segnala quale sia il pericolo e ci esorta a combatterlo in tempo. La situazione attuale è molto diversa da quella degli ebrei sotto il nazismo, senza dubbio, ma non è detto che lo rimanga. Anche la situazione degli ebrei sotto il nazismo era molto diversa nel 1933 e nel 1941.

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