STUPIDA RAZZA

domenica 21 novembre 2021

No vax discriminati, rom coccolati

Da giorni l’intero sistema me diatico -po litico italiano è in fibrillazione, e si balocca con l’idea di escogitare nuove forme di apartheid per la minoranza di connazionali che ha deciso di non vaccinarsi. Ci sono illustri professori di medicina che suggeriscono di «andarli a prendere a casa», industriali che caldeggiano l’inoculazione coatta, parlamentari di vario calibro e governatori che s’infiammano al pensiero della reclusione forzata per i renitenti. I viscidi untori, gridano i commentatori più autorevoli, andrebbero banditi da bar, ristoranti, palestre eccetera. E non c’è dubbio che se qualcuno, domani, proponesse di organizzare un bel pogrom non faticherebbe a trovare volonterosi carnefici. Questo feroce desiderio di discriminazione, ovviamente, non ha fondamento alcuno. Ha cercato di spiegarlo perfino il professor Andrea Crisanti, secondo cui l’accanimento contro chi rifiuta la puntura è una perdita di tempo, ma sembra che le sue parole - poiché contrarie alla narrazione dominante - siano state agevolmente dimenticate. È ormai una certezza, del resto, che se domani tutti i no vax sparissero, il virus resterebbe comunque in circolazione, ci sarebbero lo stesso persone in terapia intensiva e, purtroppo, anche qualche morto. L’evidenza, in ogni caso, non ferma l’odio. La discriminazione viene teorizzata con leggerezza su tutte le tv, la guerra civile è continuamente fomentata, la minoranza no vax dev’essere sterminata allo stesso modo dei kulaki. Tale atteggiamento, a ben vedere, contraddice platealmente la retorica sul rispetto e l’inclusione delle minoranze che da decenni i progressisti vanno propagandando. Esistono, infatti, alcune minoranze (come i no vax) su cui si può liberamente infierire senza che alcuna commissione «anti odio» si mobiliti, e altre a cui invece si debbono riservare coccole delle più dolci. Piccolo esempio. Ieri papa Fra n c e s c o ha ricevuto in Vaticano una rappresentanza della World rom organization, che si prefigge di tutelare i diritti dei gitani. Questa associazione ha messo in piedi una rappresentativa calcistica che oggi - a Formello, in casa della Lazio, sfiderà la «Squadra del Papa-Fratelli tutti», di cui fanno parte 7 guardie svizzere, dipendenti vaticani e relativi figli oltre «a tre migranti, accolti dalla Comunità di Sant’E g id io, e un ragazzo con sindrome di Down, Filippo». A fare da arbitro sarà Ciro Immobile. L’intera iniziativa è stata ribattezzata «Un calcio all’esclu - sione» e nel presentarla Fran - cesco ha ribadito concetti a lui molto cari. «Troppe volte i rom sono stati oggetto di preconcetti e di giudizi impietosi, di stereotipi discriminatori, di parole e gesti diffamatori», ha detto. «Con ciò tutti siamo diventati più poveri di umanità. L’evento sportivo a cui voi darete vita ha un grande significato: indica che la via per la convivenza pacifica è l’i ntegrazione». Che il Papa faccia appello all’integrazione non può sorprendere, e non si può dire che sia sbagliato. D’a l tra parte, però, non si può sostenere che qui i rom siano perseguitati. Anzi, lo status di minoranza protetta consente ad alcuni di loro - quelli che vivono nei campi, soprattutto abusivi - di agire nella impunità pressoché totale. Da settimane le televisioni raccontano la storia del malcapitato Ennio Di Lalla, pensionato di 86 anni che, tornando da un ricovero in ospedale, si è trovato la casa occupata da due rom, le quali si sono premurate di sfasciargliela a dovere dopo averci passato ben 23 giorni. Le gentili donzelle non si trovano agli arresti. Una (Nadia Sinanovic), giovedì, era ospite di Paolo Del D e b bio aDritto e rovescio. L’al - tra ha già occupato una nuova abitazione, una casa popolare assegnata a un’anziana. Non tutti i rom vivono in questo modo e delinquono, sia chiaro. Ma quelli che lo fanno troppo spesso usano come scudo la paccottiglia buonista sulla «minoranza da integrare». L’antirazzismo ipocrita, negli anni, non solo ha incentivato il proliferare dell’illegali - tà, ma ha anche impedito agli stessi rom di emanciparsi e di uscire dai campi (dove per lo più la vita è indecente). Diciamola tutta: le banalità inclusive ormai non ci toccano nemmeno più. Ci siamo quasi rassegnati al fatto che, tra il pensionato a cui occupano la casa e gli occupanti rom, a essere presentati come vittime siano i rom. Non pensiamo neppure che i gitani siano il principale problema dell’Ita - lia o che meritino purghe. Ci limitiamo a constatare che ad alcune minoranze tutto è concesso. Per altre, invece, si allestiscono persecuzioni in grande stile. Cerchiamo di vedere l’aspetto positivo: se girasse la voce che i campi rom sono pieni di no vax, magari si deciderebbero a sgomberarli.



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