STUPIDA RAZZA

domenica 21 novembre 2021

OBBLIGO DI VACCINO: PERCHÉ È IMPOSSIBILE

 

 In molti tirano per la giacc hetta Mario Draghi. Con la scusa dell’a umento dei contagi, politici, giornalisti e imprenditori da giorni auspicano che il premier vari l’obb l i - go vaccinale anti Covid, in modo da costringere i renitenti alla siringa a porgere il braccio. Tuttavia, fossimo nei panni del presidente del Consiglio ci guarderemmo bene dal dare retta a costoro. Imporre per decreto il vaccino ha infatti una serie di controindicazioni, alcune di buon senso e altre pratiche, che in breve andiamo a elenc a re. Cominciamo dalla questione più evidente: si può imporre un’iniezione? In punta di diritto, la faccenda è discussa, perché la Costituzione riconosce che nessun cittadino può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, salvo che non vi sia un’apposita legge, ma è evidente che per consentirlo servono motivi straordinari. Una pandemia è certamente una buona ragione, ma se si controllano i numeri, cioè i ricoveri e l’occupazione delle terapie intensive, al momento non si può parlare di emergenza. Dunque, è sufficiente un aumento dei contagi, che in gran parte non si traduce in una degenza in ospedale, per decretare un provvedimento che contravviene al diritto di ogni cittadino di scegliersi il trattamento sanitario che preferisce? Al momento, i Paesi che si sono infischiati di questa sottile questione sono il Tagikistan, il Turkmenistan, la Micronesia e l’Indonesia, ossia non proprio dei campioni di democrazia. Qualche giorno fa, dopo aver deciso il lockdown per i soli non vaccinati, anche l’Austria ha annunciato che a febbraio introdurrà l’obbligo vaccinale, ma al momento pare più una minaccia per indurre i riottosi a offrire il braccio che altro. Del resto, in un’Eu ro pa che si erge a tutela dei diritti di qualsiasi minoranza, compresa quella no gender, non si capisce perché gli unici a non godere di alcuna libertà siano solo i no vax o i no pass. Le conseguenze di questa mancata difesa le si vedono un po’ ovunque nel Vecchio Continente, con le manifestazioni in Olanda e nella stessa Austria e con una compressione di diritti che non promette nulla di buono, dall’una e dall’altra parte, ossia sul fronte dei governi e sul fronte di chi li contesta. Ma oltre ai profili costituzionali e di democrazia, ci sono anche questioni pratiche e di buon senso. Poniamo infatti il caso che davvero il governo decida per l’obb l i - go vaccinale, approvando una legge che costringa tutti a ricevere l’iniezione anti Covid. Che facciamo con chi la rifiuta? Le ipotesi in campo sono numerose. Si va da chi predilige le multe, a chi pensa a un licenziamento, fino a coloro che sono per la linea durissima e suggeriscono addirittura l’arresto. Allora, proviamo a ipotizzare un po’ che cosa accadrebbe se davvero venissero introdotte tali misure, senza tuttavia dimenticare che, da quando è stato varato il green pass per ristoranti e aziende, nonostante le violazioni, le sanzioni sono state pochissime. Mettiamo però che questa volta il governo faccia sul serio e introduca una penale da 1.000 euro nei confronti di chi non si adegui al diktat vaccinale. E se i sei milioni di italiani che ancora oggi non hanno ricevuto la loro parte di siero non pagassero e ignorassero la legge, che si potrebbe fare? Pignorargli la casa, sequestrargli la macchina e i mobili? Ma se lo Stato non è neppure in grado di ottenere ciò che gli spetta, cioè incassare le tasse e le multe che dovrebbe, pensate davvero che potrebbe affrontare centinaia di migliaia di pignoramenti? Non scherziamo: non ci sono nemmeno gli ufficiali giudiziari per eseguire gli sfratti, immaginate se li troverebbero per costringere i renitenti all’iniezione a pagare la multa. E allora, che si fa? Li licenziamo, come propone qualcuno e come piacerebbe pure ai falchi confindustriali? Ok, così i licenziati avranno finalmente la scusa per ottenere il reddito di cittadinanza, cioè per campare a carico della fiscalità generale, ovvero dei contribuenti, come già fanno in tanti. Per evitarlo, si farà anche un’apposita legge che inibisca di ottenere sussidi qualora non si sia vaccinati? E con quelli che il reddito di cittadinanza già ce l’hanno, ma sono sprovvisti di vaccino, che facciamo? Glielo togliamo, così reintroduciamo la povertà dopo averla abolita, come crede Luigino Di Maio? Se il licenziamento è complicato, resta sempre l’a r re - sto. Certo, questa è una buona idea. Non abbiamo prigioni a sufficienza per 53.000 detenuti (tale è la popolazione carceraria) e l’Europa ci ha già condannato per il sovraffollamento nelle celle. Dunque, disponiamo la detenzione per qualche centinaio di migliaia di italiani che si sono resi responsabili di rifiutare l’iniezione. E dove metteremo questi pericolosi delinquenti? Libereremo le galere da rapinatori, spacciatori e stupratori per fare posto ai renitenti alla siringa? Oppure costringeremo i disertori del vaccino agli arresti domiciliari, magari con il braccialetto elettronico alla caviglia perché non ci sarebbero uomini a sufficienza per controllare che tutti non escano? Vi sembra molto complicato? Io un’idea per risolvere la questione l’avrei: inoculiamo un po’di buon senso nella testa di politici, imprenditori e giornalisti e vedrete che l’obbligo vaccinale sarà un problema risolto. Ps. Da mesi scriviamo che radicalizzare lo scontro pro e contro vaccino non avrebbe prodotto nulla, se non guai. Oggi ne abbiamo la prova. Ma i talebani del siero non si arrendono. Per alcuni suggeriamo un trattamento sanitario obbligatorio allo scopo di far dar loro una calmata. L’articolo 32 della Costituzione lo consente, no?

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