STUPIDA RAZZA

sabato 20 novembre 2021

Per Biden le famiglie sono covi di terroristi

 

L’ammi nistrazione Biden ha un nuovo nemico: i genitori statunitensi. Un pericolo a quanto pare rilevante, visto che il Dipartimento di Giustizia ha addirittura mobilitato la sezione antiterrorismo dell’Fbi. A fine settembre, la National School Boards Association (Nsba) aveva inviato una lettera a Joe Bide n, chiedendo aiuto contro quei genitori che si oppongono a ll ’inserimento nei curricula scolastici della cosiddetta Critical race theory: un insieme di teorie sociologiche che mira a rileggere la storia secondo le categorie del razzismo sistemico. La lettera invocava il ricorso al Patriot Act e bollava alcuni dei genitori in questione come dei terroristi interni. In particolare, la missiva era stata firmata dal Ceo ad interim della Nsba Chip Slaven, il quale è legato al Partito democratico, avendo lavorato nello staff di Bob Wise: ex deputato ed ex governatore dem della West Virginia. È così che il Dipartimento di Giustizia ha emesso, il 4 ottobre, un controverso memorandum in cui si dà incarico all’Fbi di occuparsi della faccenda. Per carità: è vero che si sono verificati alcuni casi di genitori che avevano tenuto dei comportamenti di protesta esagerati o sgradevoli contro i consigli scolastici. Ma si trattava appunto di singoli casi, laddove l’opposizione all’indottrinamento nelle scuole coinvolge associazioni di caratura nazionale, come Parents Defending Education. Parlare di «terrorismo interno» e mobilitare addirittura l’Fbi lascia non solo perplessi, ma configura una potenziale violazione del Primo emendamento, che tutela la libertà di espressione. Non solo: nonostante in un primo momento Bid en avesse cercato di evitare le polemiche scaricando la responsabilità sul Dipartimento di Giustizia, nei giorni scorsi è emerso che, prima di inviare la missiva di settembre, la Nsba si fosse coordinata con la Casa Bianca. Segno che si è trattato di uno sforzo politico organizzato ai più alti livelli delle istituzioni Usa. In questo clima, durante una testimonianza alla commissione Giustizia della Camera il 21 ottobre, il procuratore generale, Merrick Garland, aveva cercato di minimizzare il suo stesso memo, dichiarando: «Non riesco a immaginare una circostanza in cui [i genitori] sarebbero etichettati come terroristi interni». Peccato che le cose stiano diversamente. L’altro ieri, i deputati repubblicani hanno ottenuto e pubblicato un’email interna dell’Fbi, datata 20 ottobre e firmata dal vicedirettore della sezione antiterrorismo del Bureau, Timothy Langan. Ebbene, in questo documento - dedicato ai consigli scolastici - si riporta la creazione di un «tag di minaccia» e si prescrivono operazioni di «tracciamento». Ne consegue che, nonostante le minimizzazioni di G a rl a n d , i genitori ostili all’indottrina - mento scolastico siano trattati dal Bureau alla stregua di terroristi interni. In tal senso, il deputato repubblicano, Jim Jo rd a n , ha inviato una lettera di fuoco al procuratore generale. «Se eri a conoscenza delle azioni dell’Fbi al momento della tua testimonianza, questa prova mostra che hai volutamente ingannato la commissione», ha tuonato. Fedelissimo di Donald Trump,Jo rd a n è il deputato attorno a cui si è verificato un piccolo «giallo» relativo al recente viaggio della guardasigilli, Marta Cartabia, negli Stati Uniti: in un primo comunicato pubblicato dal sito del ministero della Giustizia italiano il 13 novembre (e successivamente cancellato), la Car tabia avrebbe infatti dovuto incontrare Jo rd a n , in quanto membro della commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti. Un meeting che è stato espunto dal comunicato successivo, datato 15 novembre, in cui si parlava invece genericamente di un incontro con «selezionati interlocutori Usa». Ora, non è chiaro se il meeting sia saltato (o comunque non più pubblicizzato) perché, attraverso Jo rd a n , la Car tabiatemesse di essere politicamente associata a Tr u m p e magari irritare qualche ambiente che conta (non è del resto un mistero che la guardasigilli sia una papabile candidata al Quirinale, nonostante ieri abbia smentito, dicendo di «non saperne niente»). Tuttavia, se realmente i rapporti istituzionali fossero stati subordinati a considerazioni di tipo politico, allora si dovrebbe porre un tema di opportunità anche per il suo colloquio – questo, sì, avvenuto – con l’omologo G a rl a n d che sta adottando una linea controversa (e un po’inquietante) sui genitori e sull’indottrinamen - to scolastico: tanto più che la stessa Nsba, il 22 ottobre, ha fatto marcia indietro, scusandosi pubblicamente per la lettera di fine settembre. In altre parole, se di opportunità politica si è trattato, allora la cosa avrebbe dovuto valere per tutti, non solo per qualcuno. Tutto ciò, mentre è proprio sul tema dell’indottrinamento che i dem hanno perso le ultime elezioni governatoriali in Virginia: segno, questo, di una debolezza che potrebbe portare i repubblicani a riconquistare l’intero Congresso l’an n o prossimo. Quei repubblicani che in Italia certi ambienti si ostinano a snobbare, non rendendosi conto che ciò potrebbe rivelarsi un grosso errore per il futuro. 

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