BlackRock «non persegue il disinvestimento
dalle società petrolifere e del gas come strategia».
Non è certo una retromarcia, quella che arriva da
Larry Fink, amministratore delegato di
BlackRock, la più grande società di investimento
del mondo con oltre 10mila miliardi di dollari in
gestione, manager che dell’impegno verso la
transizione verso un’economia a basse emissioni
di carbonio negli ultimi anni ha fatto una
bandiera. Però non può passare inosservato il
messaggio che Fink, 69 anni, ha inserito nella sua
ormai consueta lettera aperta di inizio anno
inviata ai capi azienda di tutto il mondo, lettura
pressochè “obbligata” per investitori e manager.
Un modo, questo, forse per rispondere alle
critiche arrivate dal mondo conservatore
americano, che lo accusa di «impoverire» il
tessuto imprenditoriale a stelle e strisce con la
sua politica improntata alle emissioni zero. Ma
che d’altra parte non gli ha risparmiato critiche
anche da alcuni attivisti ambientalisti, che lo
accusano di essere un «aspirante» leader
ecologista «pieno di aria fritta». A Fink interessa
di fatto difendere la posizione di BlackRock,
confermando l’impegno e il supporto alle aziende
nella transizione verso un’economia a basse
emissioni di carbonio, «non perché siamo
ecologisti, ma perché siamo capitalisti e siamo
legati da un rapporto fiduciario verso i nostri
clienti». Eppure, con pragmatismo, nel contempo
Fink chiarisce che non intende disinvestire da
aziende focalizzate su oil & gas. E che le aziende
non possono essere la «polizia climatica» ma
devono piuttosto lavorare con i governi. Anche
perché «il disinvestimento da interi settori - o
semplicemente il passaggio di attività ad alta
intensità di carbonio dai mercati pubblici ai
mercati privati - non porterà il mondo a zero
netto», spiega Fink. Che sottolinea anche come la
transizione verde sia un’opportunità, tanto da
prevedere che le prossime 1.000 imprese
“unicorno” - società da oltre un miliardo di
dollari di capitalizzazione - «non saranno motori
di ricerca o social media», bensì «innovatori
sostenibili e scalabili» e «startup che aiutano il
mondo a decarbonizzarsi».
Con la sua lettera - intitolata “The Power of
Capitalism” - il ceo di BlackRock intende poi
anche respingere le accuse secondo cui il gestore
usi il suo peso e la sua influenza per sostenere
un’agenda politicamente corretta o progressista.
«Il capitalismo degli stakeholder non ha niente a
che fare con la politica, non rientra in nessuna
agenda sociale o ideologica». Non è insomma
«un’istanza woke», accusa questa mossagli
contro proprio per il suo supporto a
investimenti ispirati a principi Esg. È «il
capitalismo, che fa leva sulle relazioni
reciprocamente vantaggiose tra voi e i vostri
dipendenti, clienti, fornitori e le comunità su cui
la vostra società fa affidamento per prosperare».
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