STUPIDA RAZZA

lunedì 31 gennaio 2022

Le imprese rilanciano l’emergenza energia: «Servono contromisure»

 

Un confronto sul caro energia, «una vera e propria emergenza per i settori manifatturieri italiani». Il mondo delle imprese continua a incalzare il governo, tenendo alto l’allarme sulla bolletta energetica. Proprio per questo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha invitato ieri il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, a partecipare alla riunione del Consiglio generale. Gli imprenditori, come ha sottolineato una nota di Confindustria che ha dato notizia dell'incontro, «si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, con particolare riferimento al prezzo del gas naturale e dell’elettricità». Le previsioni parlano di una bolletta energetica per il 2022 di oltre 37 miliardi, a fronte degli 8 miliardi del 2019. E per il 2023 si prevede sì un calo, ma sempre ad un livello assai elevato, attorno ai 21 miliardi. Per le imprese, quindi, un’emergenza, come ha messo in evidenza la nota. Servono azioni che vadano oltre quelle prese dal Consiglio dei ministri della scorsa settimana. Proprio la «condivisione di possibili azioni» è stato l’obiettivo dell’incontro con Cingolani. Interventi «frutto di una riflessione costruttiva e non ideologica per contrastare il drammatico impatto dei costi dell’energia sul sistema produttivo con potenziali gravi conseguenze sociali ed economiche per il paese». Una «tempesta che rischia di paralizzare definitivamente il sistema industriale italiano, già interessato da molteplici decisioni di chiusura». E che richiede, «come è stato condiviso di nuovo oggi (ieri ndr) un deciso intervento di politica industriale dagli effetti   congiunturali e strutturali immediati, oltre ad una progettualità di lungo termine». Sono stati molti gli interventi in Consiglio generale, organismo di Confindustria al quale partecipano circa 200 imprenditori, in rappresentanza del sistema associativo, a riprova della drammaticità della situazione. Un dialogo «articolato e proficuo – ha commentato il ministro Cingolani (collegato on line) – che ha consentito un confronto serio sulla necessità di portare a compimento tutte le sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Confindustria nella nota ha ricordato il pacchetto di misure più urgenti per affrontare il caro energia: la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei benefici finanziari per l’anno 2022; l’intervento immediato per la cessione ai settori industriali a rischio chiusura di energia rinnovabile elettrica “consegnata al Gse” per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ad un prezzo di 50euro/Mwh; l’aumento delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa europea (art.39 elettrico ex Com200/214/Ue). Tra le proposte avanzate nei giorni scorsi da Confindustria nel confronto con il governo, prima del Consiglio dei ministri di giovedì, c’è anche la richiesta di aumentare la produzione di gas nel nostro paese, attualmente sotto i 4 miliardi di metri cubi all’anno, a fronte di un consumo nazionale attorno ai 72 miliardi di metri cubi. Un obiettivo che si può cominciare a raggiungere nel medio termine, 12-15 mesi, senza aumentare le perforazioni, ma utilizzando l’infrastruttura esistente.

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