NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
martedì 25 gennaio 2022
Caro energia, altri aiuti per 1,7 miliardi Imprese deluse: misure insufficienti
Nel Dl sostegni ter varato dal Cdm
spiccano le misure mirate alle imprese per arginare i rincari di luce e
gas: nuovi aiuti per 1,7 miliardi con
taglio agli oneri di sistema e crediti
d’imposta agli energivori. Prelievo
temporaneo sugli extra profitti dei
produttori di energia da rinnovabili.
Raffica di critiche dalle associazioni
territoriali e di settore delle imprese
che parlano di «misure insufficienti
a contrastare i fortissimi incrementi
dei costi» e «piccoli interventi spot
senza una visione di lungo termine».Molto delusi, preoccupati: il governo
sta sottovalutando l'emergenza energia. Gli imprenditori bocciano il decreto approvato ieri con le misure
sull'energia: troppo poco, davanti alla
prospettiva di una bolletta oltre i 37
miliardi per quest'anno e di 21 per il
prossimo. Lanciando di nuovo l’allarme: con questo andamento del gas e
dell'elettricità il sistema industriale
italiano è in pericolo e si rischia la
chiusura di intere filiere. «È un piccolo aiuto non risolutivo, per ammortizzare i folli aumenti, con il gas che in
Europa ha segnato +700% del gas,
serve un piano di lungo termine»,
commenta Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia.
Quelle del governo sono «misure
congiunturali e non strutturali, il rischio che le nostre imprese siano costrette a ridurre o addirittura sospendere la produzione si farà sempre più
concreto», dice il presidente di Confindustria Genova, Umberto Risso.
Un allarme che arriva all’unisono tra
territorio e categorie, in particolare
quelle più esposte al caro energia:
«sono piccoli interventi spot, occorrono misure strutturali come in Francia e Germania. Tra l'altro le misure sono finanziate con i proventi delle
aste Co2 pagate dalle imprese energivore, che dovrebbero essere utilizzati
per la decarbonizzazione dell'industria», commenta Lorenzo Poli, presidente di Assocarta. Stessi toni da
Assovetro, con il direttore Walter Da
Riz: «Il solo settore del vetro dà lavoro
a 60mila dipendenti, così è sempre
più alto il rischio chiusura. Spero che
ci sia un prossimo provvedimento per
recuperare».
Un «piccolo aiuto, mentre i numeri
presentati da Confindustria e l’impatto dei rincari richiedono un intervento complessivo in tempi stretti e
con una visione di lungo termine», è
il commento del presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay. «Se
il governo proseguirà nella direzione appresa in queste ore la tempesta diventerà perfetta. Confindustria Alto
Adriatico con i consorzi è al fianco
delle imprese ma in questo contesto
non si possono fare miracoli», è la reazione di Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico. «Ci sono criticità di lungo periodo,
molte proposte non sono state prese
in considerazione», dice Alessandro
Spada, presidente Assolombarda. «Le
prime bozze circolate sono veramente modeste, siamo delusi, me misure
del governo non incontrano le esigenze delle imprese», condivide Angelo Camilli, presidente Unindustria.
«Misure non adeguate, non c’è nulla
per calmierare l'aumento del 500%
dei prezzi del gas, sembra ignorata la
disponibilità data a coinvestimenti
per estrazioni aggiuntive», dice Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica. Segnali «deludenti» per Luigi Traettino, presidente di
Confindustria Campania: «Si deve invertire la rotta con misure strutturali
in Campania la situazione è diventata
insostenibile». Per Sergio Fontana,
presidente di Confindustria Puglia e
Confindustria Bari-Bat «non bastano
più i pannicelli caldi, le imprese chiedono che l'Italia, come Francia e Spagna, faccia una scelta forte di politica industriale». Non sono soddisfatti
nemmeno gli industriali della Calabria, come dice il numero uno Francesco Somma: «Il governo ha raccolto
le nostre sollecitazioni, ma – ha detto
- non ha tenuto conto delle proposte
che abbiamo avanzato. La situazione
provocherà conseguenze economiche e sociali». Un’emergenza che, per
Roberto Valvassori, delegato Anfia
(industria automobilistica) rappresenta «una vera pandemia. Intere filiere industriali hanno elevati ordini
ma per via del caro energia non riescono a decidere se produrre in perdita o fermarsi».
Misure «inadeguate per merito e
metodo, mancano in particolare risposte adeguate sul gas, servono interventi strutturali», dice Paolo Lamberti, presidente di Federchimica. «Ci
aspettiamo vere misure di politica industriale, altrimenti le nostre aziende
rischiano veramente di fermarsi», incalza Alessandro Banzato, presidente
di Federacciai. E Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, chiede al
governo di sedersi di nuovo attorno al
tavolo «per correggere la rotta ed evitare il peggio». Si mette a rischio la ripresa del paese per il presidente di
FederlegnoArredo, Claudio Feltrin:
«pensare che siano sufficienti 1,2 miiardi per far fronte ai rincari è insufficiente. Serve un'azione più incisiva».
Usa le stesse parole il presidente di
Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi: «Non c’è la consapevolezza
della gravità della situazione». Anche
per Sergio Tamborini, presidente di
Sistema Moda Italia le misure
sull'energia sono «totalmente insufficienti. Chiediamo con forza che si
possa correggere la rotta». Per Marco
Nocivelli, presidente Anima, «le proposte di Confindustria sono una soluzione concreta e a lungo termine,
servono misure strutturali». Misure
insufficienti, mentre le imprese pagano un prezzo altissimo è il commento di Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche. E
Alessandro Albanese, presidente di
Confindustria Sicilia protesta: «Insufficienti e inadeguati, per favore
non chiamateli aiuti, il caro energia
non si affronta con piccole mance».
«Bisogna mettere mano alla politica energetica nazionale, Francia e
Germania lo stanno facendo», commenta il presidente di Federmeccanica Federico Visentin. E per Angelo
Carlini presidente di Assistal: «Misure insufficienti, serve un atto di coraggio del governo».
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