STUPIDA RAZZA

domenica 30 gennaio 2022

La Fed preannuncia il primo rialzo dei tassi in marzo


LA FED FA RIDERE I POLLI !

Il messaggio non poteva essere più diretto. Il comunicato ufficiale della Federal Reserve ha avvertito che «con un’inflazione molto al di sopra dell’obiettivo del 2% e un mercato del lavoro forte, il Comitato (di politica monetaria, Fomc, ndr) si aspetta che sarà presto appropriato elevare il range per i Federal funds», che al momento resta tra lo zero e lo 0,25%. Gli acquisti di titoli saranno azzerati - è stato confermato - all’«inizio di marzo». Nella riunione del 16 saranno quindi terminati e la stretta, che sarà lenta e graduale, potrà avere inizio «se le condizioni saranno appropriate», ha detto il presidente Jerome Powell in conferenza stampa. A dicembre, sempre nel comunicato ufficiale, la Fed aveva semplicemente parlato di un’inflazione che aveva «superato l’obiettivo del 2% per qualche tempo» - Powell ha riconosciuto che da allora la situazione «è leggermente peggiorata» - e non aveva fatto alcun riferimento all’occupazione. L’indicazione del «mercato del lavoro forte» è allora la frase chiave, quella necessaria perché la Fed potesse davvero dare il via al rialzo dei tassi. Ancora a fine 2021, infatti, la banca centrale Usa spiegava che i tassi dovessero restare fermi «fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto un livello coerente» con la definizione di massima occupazione. Invariata invece la diagnosi dell’economia. Pur ripetendo che le prospettive dipendono dall’andamento della pandemia, la Fed ritiene ancora che «gli indicatori dell’attività economica hanno continuato a rafforzarsi», e anche i «settori più duramente colpiti dalla pandemia sono migliorati», malgrado la nuova ondata di contagi. Soprattutto, «l’aumento dei posti  di lavoro è stata notevole nei recenti mesi e il tasso di disoccupazione è sceso notevolmente». Sulle prospettive continuano a pesare «rischi», compresi quelli posti da eventuali nuove varianti del coronavirus. L’ondata di contagi generata dalla Omicron «sicuramente peserà» - ha spiegato Powell - su alcuni settori in particolare, come viaggi e ristoranti, ma in generale su tutta l’economia. La Fed, con molti esperti, prevede però una rapida fine di questa fase e un veloce ritorno a una forte ripresa dell’attività economica, caratterizzata da un mercato del lavoro «molto forte», ha aggiunto Powell, con salari in crescita alla velocità più alta rispetto al passato e in eccesso rispetto alla produttività. I progressi sull’occupazione sono stati ad ampio raggio, e hanno coinvolto anche minoranze come gli afroamericani e gli ispanici, che spesso restano indietro. L’economia, è la conclusione, «non ha più bisogno di sostenuti e alti livelli di accomodamento monetario». Una volta iniziata la stretta - della quale non è stato definito un ritmo preciso, ha precisato Powell - anche le dimensioni del bilancio della Fed saranno ridotte «in modo prevedibile», soprattutto attraverso la gestione dei reinvestimenti dei titoli in scadenza; anche se non sono stati ancora decisi «tempi, ritmo e altri dettagli» dell’operazione. La stretta sarà graduale. «Penso che ci sia spazio per alzare i tassi senza minacciare il mercato del lavoro», ha spiegato Powell. Anche perché, ha aggiunto, altri fattori in gioco potrebbero raffreddare i prezzi: le strozzature dell’offerta dovrebbero ridursi, anche se i tempi sono incerti, mentre «la politica fiscale sosterrà meno la crescita, quest’anno». Il rialzo ha soprattutto lo scopo, allora, di evitare che l’inflazione diventi troppo «radicata» nelle aspettative degli operatori economici, sui prezzi e sulle mosse della stessa Fed: «La politica monetaria - ha ricordato Powell - funziona in modo significativo attraverso le aspettative». Il parziale irrigidimento delle condizioni finanziarie - sostanzialmente il rialzo dei rendimenti accompagnato da un po’ di volatilità - è per Powell «appropriato». La Fed, in ogni caso, è consapevole di navigare in un mare di incertezza tra gli scogli di due scogli, l’inflazione da un lato e il rischio di una brutta frenata della crescita dall’altro e si muoverà di conseguenza con cautela, prestando attenzione ai fattori che potrebbero rallentare i progressi: il Covid, la durata delle strozzature dell’offerta e, ha ammesso Powell, anche «la situazione in Europa orientale». Anche per questo motivo non è stato definito un ritmo predefinito per la piccola stretta - i livelli di partenza sono molto bassi - che potrebbe presto iniziare.

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