LA FED FA RIDERE I POLLI !
Il messaggio non poteva essere più
diretto. Il comunicato ufficiale della
Federal Reserve ha avvertito che
«con un’inflazione molto al di sopra
dell’obiettivo del 2% e un mercato
del lavoro forte, il Comitato (di politica monetaria, Fomc, ndr) si aspetta che sarà presto appropriato elevare il range per i Federal funds»,
che al momento resta tra lo zero e lo
0,25%. Gli acquisti di titoli saranno
azzerati - è stato confermato - all’«inizio di marzo». Nella riunione
del 16 saranno quindi terminati e la
stretta, che sarà lenta e graduale,
potrà avere inizio «se le condizioni
saranno appropriate», ha detto il
presidente Jerome Powell in conferenza stampa.
A dicembre, sempre nel comunicato ufficiale, la Fed aveva semplicemente parlato di un’inflazione
che aveva «superato l’obiettivo del
2% per qualche tempo» - Powell ha
riconosciuto che da allora la situazione «è leggermente peggiorata»
- e non aveva fatto alcun riferimento all’occupazione.
L’indicazione del «mercato del
lavoro forte» è allora la frase chiave,
quella necessaria perché la Fed potesse davvero dare il via al rialzo dei
tassi. Ancora a fine 2021, infatti, la
banca centrale Usa spiegava che i
tassi dovessero restare fermi «fino
a quando le condizioni del mercato
del lavoro non avranno raggiunto
un livello coerente» con la definizione di massima occupazione.
Invariata invece la diagnosi dell’economia. Pur ripetendo che le
prospettive dipendono dall’andamento della pandemia, la Fed ritiene ancora che «gli indicatori dell’attività economica hanno continuato a rafforzarsi», e anche i «settori più duramente colpiti dalla
pandemia sono migliorati», malgrado la nuova ondata di contagi.
Soprattutto, «l’aumento dei posti di lavoro è stata notevole nei recenti mesi e il tasso di disoccupazione è sceso notevolmente».
Sulle prospettive continuano a
pesare «rischi», compresi quelli
posti da eventuali nuove varianti
del coronavirus. L’ondata di contagi generata dalla Omicron «sicuramente peserà» - ha spiegato
Powell - su alcuni settori in particolare, come viaggi e ristoranti, ma
in generale su tutta l’economia. La
Fed, con molti esperti, prevede però una rapida fine di questa fase e
un veloce ritorno a una forte ripresa dell’attività economica, caratterizzata da un mercato del lavoro
«molto forte», ha aggiunto Powell,
con salari in crescita alla velocità
più alta rispetto al passato e in eccesso rispetto alla produttività. I
progressi sull’occupazione sono
stati ad ampio raggio, e hanno
coinvolto anche minoranze come
gli afroamericani e gli ispanici, che
spesso restano indietro.
L’economia, è la conclusione,
«non ha più bisogno di sostenuti e
alti livelli di accomodamento monetario». Una volta iniziata la stretta - della quale non è stato definito
un ritmo preciso, ha precisato
Powell - anche le dimensioni del bilancio della Fed saranno ridotte «in
modo prevedibile», soprattutto attraverso la gestione dei reinvestimenti dei titoli in scadenza; anche
se non sono stati ancora decisi
«tempi, ritmo e altri dettagli» dell’operazione.
La stretta sarà graduale. «Penso
che ci sia spazio per alzare i tassi
senza minacciare il mercato del lavoro», ha spiegato Powell. Anche
perché, ha aggiunto, altri fattori in
gioco potrebbero raffreddare i
prezzi: le strozzature dell’offerta
dovrebbero ridursi, anche se i tempi sono incerti, mentre «la politica
fiscale sosterrà meno la crescita,
quest’anno». Il rialzo ha soprattutto lo scopo, allora, di evitare che
l’inflazione diventi troppo «radicata» nelle aspettative degli operatori economici, sui prezzi e sulle
mosse della stessa Fed: «La politica
monetaria - ha ricordato Powell -
funziona in modo significativo attraverso le aspettative». Il parziale
irrigidimento delle condizioni finanziarie - sostanzialmente il rialzo dei rendimenti accompagnato
da un po’ di volatilità - è per Powell
«appropriato».
La Fed, in ogni caso, è consapevole di navigare in un mare di incertezza tra gli scogli di due scogli,
l’inflazione da un lato e il rischio di
una brutta frenata della crescita
dall’altro e si muoverà di conseguenza con cautela, prestando attenzione ai fattori che potrebbero
rallentare i progressi: il Covid, la
durata delle strozzature dell’offerta
e, ha ammesso Powell, anche «la situazione in Europa orientale». Anche per questo motivo non è stato
definito un ritmo predefinito per la
piccola stretta - i livelli di partenza
sono molto bassi - che potrebbe
presto iniziare.
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