STUPIDA RAZZA

giovedì 27 gennaio 2022

Il metaverso più bello? è attento ai diritti umani

 

H ype. Concetto che si usa tra l’altro per designare una tecnologia della quale si parla con entusiasmo sproporzionato rispetto alla realtà. Il metaverso è entrato in questa categoria dall’annuncio di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook: incappato in una quantità di guai superiore alle sue forze con il social network da 3 miliardi di utenti, ha annunciato una riconversione aziendale nella direzione del metaverso e si è ribrandizzato Meta. Dietro a Zuck e ai dieci miliardi di dollari annui che dice di voler spendere per conquistare il metaverso si sono accodati in coro media, inserzionisti pubblicitari, concorrenti, venditori di fumo e veri esperti di metaversi. Storicamente l’effettoannuncio può avere due conseguenze alternative. La prima assomiglia a quella generata dall’Ibm quando disse di voler entrare nel mercato dei computer, tanto tempo fa: gli investimenti delle aziende che si interessavano dei computer già in commercio si fermarono in attesa che il più credibile produttore mantenesse la promessa. La seconda, vista molte altre volte, genera una moda, una convinzione generalizzata che scatena la corsa all’oro di grandi e piccoli pretendenti alla conquista di una fetta dell’ennesimo nuovo mercato digitale. Interessante notare come questa non sia la prima moda del metaverso: ci hanno provato in molti a più riprese, dalla realtà virtuale degli anni Novanta alla Second Life degli anni Duemila. Nel frattempo, senza tanti annunci, i giocatori stavano ore nel metaverso di World of Warcraft e Fortnite. O nella realtà aumentata dei Pokemon e simili. Ormai la velocità con la quale lo hype si smonta è elevata quando quella alla quale si monta. La curva dello hype di Gartner è istruttiva. Una tecnologia conquista la vetta delle chiacchiere, poi crolla fino a perdere quasi tutti i suoi sostenitori: a quel punto avviene una selezione. E le tecnologie che portano effettivamente valore riconquistano l’attenzione dei mercati, sulla scorta non degli annunci ma dei fatti. Qual è l’interpretazione del metaverso che si troverà al posto giusto nel momento in cui la curva dell’attenzione comincerà a basarsi su qualcosa di concreto? Quella di un’azienda che definire controversa è understatement, come Facebook? O quella che deriva dall’esperienza dei grandi videogiochi? O un’altra: interoperabile, trasparente, ad architettura distribuita? La speculazione potrà preferire la prima, l’economia reale la seconda. Ma i cittadini quale vorrebbero? La Commissione europea, questa settimana, annuncerà la sua idea di diritti umani nel digitale. Con ogni probabilità sarà più favorevole alla terza opzione. La più difficile. La più bella. 

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