Con gli
addizionali 150 milioni di dollari aumentiamo il
nostro impegno per aiutare la Coalizione a
sviluppare vaccini contro le varianti del coronavirus
e a prepararsi, e possibilmente prevenire, la
prossima pandemia».Dobbiamo essere
essere così rosei.Farrar ha ricordato che poiché nessuno crede che
Omicron sarà l’ultima variante o Covid-19 l’ultima
pandemia, tutti devono tornare a lavorare assieme,
superando i confini per il bene comune e creando i
vaccini del futuro che diano una protezione più
ampia anche contro nuove varianti e riescano a
fermare la trasmissione.
Cov-2 ma è presto per dichiarare finita la fase acuta
della pandemia e si deve continuare a lavorare per
rendere disponibili a tutti i vaccini. Lo hanno
sostenuto Bill Gates, co-presidente della Bill &
Melinda Gates Foundation, e Jeremy Farrar, direttore
di Wellcome Trust, durante un incontro con la stampa
in cui hanno annunciato l’impegno a finanziare con
150 milioni di dollari ciascuno, per un totale di 300
milioni, la Coalizione per la preparazione alle
epidemie (Cepi, Coalition for Epidemic Preparedness
Innovations) che ha sostenuto 14 candidati vaccini
contro Covid-19, 11 dei quali ancora in corso di
sviluppo mentre tre già autorizzati dall’Oms.
Gates e Farrar hanno ricordato che proprio in
questi giorni cinque anni fa, nel 2017, Cepi è nata
nell’ambito del World Economic Forum a Davos
come partnership globale tra soggetti pubblici e
privati per facilitare la ricerca e lo sviluppo dei vaccini
e la loro condivisione per prevenire le pandemie.
I progressi da allora sono stati importanti e la
prova di Covid-19 ha reso più acuta la necessità di
continuare. «Mentre il mondo risponde alla sfida di
un virus dalla rapida evoluzione - ha dichiarato
Gates - non è mai stato così urgente offrire nuovi
strumenti di intervento per salvare vite. Con gli
addizionali 150 milioni di dollari aumentiamo il
nostro impegno per aiutare la Coalizione a
sviluppare vaccini contro le varianti del coronavirus
e a prepararsi, e possibilmente prevenire, la
prossima pandemia». C’è ancora molto da fare, ha
continuato, su tre fronti: «Il primo è avere strumenti
per far finire l’attuale epidemia; il secondo strumenti
per quelle future e il terzo far funzionare la
piattaforma per i vaccini in generale, rendendoli
disponibili per malattie come malaria e Aids».
Gates ha sottolineato che «al momento sembra
che Omicron creerà molto immunità. La
protezione delle cellule T significa che forse
l’impatto di Omicron o di future varianti sarà
ridotto in modo significativo». Per quanto si debba
essere cauti nelle previsioni, «c’è la ragionevole
possibilità che, grazie ad anticorpi e cellute T,
questa si avvi a diventare una malattia molto simile
all’influenza stagionale». Farrar, medico, ha però
invitato a tenere alta la guardia: «Nel giro di poche
settimane Omicron sembra aver soppiantato Delta
ma l’evoluzione non lavora necessariamente nel
senso di una minore severità. Dobbiamo essere
pronti anche ad altri scenari che potrebbero non
essere così rosei. È prematuro pensare che sia
finita». Secondo Richard Hatchett, ceo di Cepi,
«sebbene tutti noi speriamo che Omicron
rappresenti la transizione verso la fase endemica, è
davvero presto per dichiarare finita la fase acuta».
Farrar ha ricordato che poiché nessuno crede che
Omicron sarà l’ultima variante o Covid-19 l’ultima
pandemia, tutti devono tornare a lavorare assieme,
superando i confini per il bene comune e creando i
vaccini del futuro che diano una protezione più
ampia anche contro nuove varianti e riescano a
fermare la trasmissione. A tale fine devono
aumentare gli investimenti e l’8 marzo Londra
ospiterà una conferenza dei donatori per Cepi il cui
obiettivo di finanziamento è di 3,5 miliardi.
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