STUPIDA RAZZA

giovedì 27 gennaio 2022

Pnrr, già possibile una revisione

 

Il Pnrr dell’Italia potrebbe cambiare
nellasecondametàdell’anno,acausa
del forte rincaro delle materie prime
che potrebbe mettere in difficoltà gli
enti appaltatori nel rispetto del cro-
noprogrammasugliobiettiviprevisti
dal governo. «L’aumento dei prezzi
- ha detto il ministro Giovannini -
potrebberichiedere,alivelloUeena-
zionale, un aggiustamento dei Pia-
ni».IntalcasoRomanonavràvitafa-
cile con Bruxelles, anche perché i fari
Ue sono già accesi su aumento della
spesa corrente e piani ambientali.È un fulmine a ciel sereno quello

scagliato ieri dal ministro delle In-
frastrutture, Enrico Giovannini: «Il
2022 - ha detto nel corso di un se-
minario organizzato dal Cnel sul
Recovery Plan - è un anno cruciale
sotto tanti punti di vista, ma anche
per una possibile revisione dei Pia-
ni di ripresa presentati dai vari Pae-
si, alla luce di eventi eccezionali,
uno dei quali è il forte aumento dei
prezzi delle materie prime, che
metterà sotto pressione gli enti ap-
paltatori e che potrebbe richiedere,
a livello europeo e nazionale, un ag-
giustamento dei Piani presentati
l’anno scorso».
È la prima volta che un membro
del governo italiano ammette
pubblicamente la possibilità - di
cui finora si era parlato solo in
riunioni riservate - che il Pnrr
possa essere modificato. O alme-
no «aggiustato». Più tardi il mini-
stero delle Infrastrutture spieghe-
rà che si tratta di una possibilità
prevista dall’articolo 21 del rego-
lamento Ue 2021/241 che ha isti-
tuito il Next Generation Eu, ma
non c’è dubbio che il ministro ab-
bia fatto un passo avanti ipotiz-
zando che si possa effettivamente
andare in quella direzione.
Finora la linea di governo era di
blindatura assoluta del Pnrr.
Ma Giovannini non si è limitato
a questa apertura. Ne ha fatta un’al-
tra. «Il ruolo della società civile - ha
spiegato il ministro - potrebbe es-
sere particolarmente rilevante lad-
dove nel secondo semestre di que-
st’anno si dovessero fare degli ag-
giustamenti». Si aprono evidente-
mente spazi per proposte che
possano arrivare anche dal settore
privato e dai cittadini sul territorio.
Giovannini ha fatto anche un riferi-
mento al dibattito pubblico che ha
rilanciato proprio per dare voce ai
territori. «Abbiamo rivisto le norme
che, in nome comunque della sem-
plificazione e velocizzazione delle
procedure, attribuiscono al coin-
volgimento delle comunità locali
un ruolo centrale», ha detto ancora.
L’articolo 21 richiamato da Giovannini prevede una procedura
tutt’altro che semplice, attivata
dallo Stato membro e imperniata
su «condizioni oggettive» che
rendano necessaria la modifica,
con un esito che non è affatto
scontato (si veda l’articolo da Bru-
xelles in pagina).
La proposta italiana, per altro, è
tutta da costruire, anche nei conte-
nuti. Quale dovrebbe essere l’ag-
giustamento, quali progetti avreb-
bero più risorse e quali meno? Quali
progetti corrono il rischio di uscire
per farne entrare altri?
Oltre al tema sollevato da Gio-
vannini del rincaro dei materiali,
che potrebbe impattare pesante-
mente sul costo delle infrastruttu-
re inserite nel Piano, richiedendo
quindi più risorse per questo ge-
nere di opere, c’è quello della ca-
pacità di spesa che già da que-
st’anno sarà messa a dura prova con 27 miliardi di euro contabiliz-
zati per il 2022. Sarà la vera prova
del fuoco per l’Italia che da sempre
ha grandi difficoltà su questo
fronte e incontra una certa preoc-
cupazione a Bruxelles. L’ipotesi
che un pezzo del Piano sia in ritar-
do è tutt’altro che remota: una re-
visione potrebbe anche servire per
eliminare, o «aggiustare», i vagoni
più lenti del treno italiano.


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