STUPIDA RAZZA

martedì 25 gennaio 2022

shock da anni settanta: l’europa deve intervenire

 

V edere una bolletta mensile del gas di una grande impresa che passa da 70 mila euro a settembre a 400 mila euro a dicembre fa paura e rabbia: paura perché non riuscirà a pagarla, e rabbia, perché con quei soldi si potevano pagare molti stipendi. I calcoli sono semplici, perché, se dovessero durare i prezzi del gas di oggi, a 80 euro per megawattora, la bolletta energetica del 2022 con l’estero sarà di 88 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 48 miliardi stimati per il 2021 e quasi 4 volte i 23 miliardi del minimo del 2020. È uno shock tipo anni ’70, caso mai qualcuno non se ne fosse accorto, perché il peso sul Pil passerà da 1,4% del 2020, al 2,6 del 2021 e al 4,7% del 2022. Questa botta dall’estero è stata poi accentuata, per almeno 10 miliardi di euro, dai prezzi interni dell’elettricità, schizzati verso l'alto a beneficio di tutta la produzione, anche di quella che nulla ha a che fare con il gas, soprattutto le rinnovabili. Chi pagherà questo conto sono, prima di tutto, le imprese, quelle che consumano molto energia, ma anche milioni di piccole e medie, dal manifatturiero al commercio che, in molti casi, non ce la faranno. Di fronte ad un aggravio di decine di miliardi della bolletta, scaricatosi soprattutto da gennaio 2022, è poco quanto stanziato ieri dal governo, circa 2 miliardi di euro. Peraltro il grosso della copertura viene dal ricco fondo delle aste CO2, raddoppiato nel 2021 grazie proprio a quei prezzi della CO2, triplicati in un anno, e pagati dalle stesse aziende che adesso ricevono una parziale compensazione. Poco è stato fatto sugli extra profitti delle rinnovabili, perché non si possono modificare le regole della finanza, quella che molte responsabilità ha nella spirale rialzista dell’ultimo anno. Imbarazzante è il silenzio circa la necessità di fare delle indagini severe e approfondite sui meccanismi dei mercati e su chi ha fatto enormi profitti e perché. Le nostre autorità nazionali sarebbero già dovute partire, magari forti di un mandato del governo o del parlamento, e chiedere che lo stesso fosse fatto a livello europeo, soprattutto sul gas, in maniera più approfondita di quanto timidamente fatto finora. Occorre, ad esempio, fare chiarezza su quanti sono e chi ha i contratti a lungo termine del gas di cui parla la Russia e poi chiarire quanti, come e quali margini sono stati fatti sull’elettricità in Italia e nel resto d’Europa. I politici, invece, fanno pressione sulle autorità di regolazione per non intervenire sui mercati, per non irritare la finanza. Subito occorre modificare le regole degli stoccaggi, per obbligare chi li gestisce ad averli pieni la prossima estate. Di più occorre fare a livello internazionale, perché il prestigio che l’Italia ha riguadagnato deve servire non solo a difesa del nostro debito, ma anche per fare perno sulle buone relazioni che da sempre abbiamo con la Russia a cui possiamo, dobbiamo, chiedere uno sforzo per mandare più gas in Europa. In sostanza, serve maggiore realismo, quello che la lettura delle bollette porterebbe immediatamente.  

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