STUPIDA RAZZA

domenica 30 gennaio 2022

Da Washington un fumoso cambio di rotta

 


NON PUO' FARE ALTRO SE NO SALTA TUTTO ! (🤫😉🤫😉)

 Ãˆ un comportamento che è tanto più razionale quanto più si assume che il banchiere centrale sia un burocrate opportunista. Non sarebbe certo la prima volta. E, come ogni volta, potremo assistere al paradosso di una banca centrale che rischia di accelerare quello che invece dice di voler scongiurare.

L a Fed dice e non dice, ed allora si scommette sul corso futuro della politica monetaria. Invece di indicare una rotta, la banca centrale preferisce farsi scarrocciare dai mercati, per poi dire che la comunicazione funziona. E il gioco della mosca nocchiera continua. Il mare macroeconomico è sempre più agitato. Lo ha detto l’altro ieri il Fondo Monetario Internazionale. Il Fondo rivede al ribasso le sue stime, parlando esplicitamente di un rischio stagflazione, cioè di crescita anemica, unita a prezzi al consumo in salita. Ma ancor più interessante è l’analisi complessiva, che accende i riflettori sulle quattro maggiori incognite che gravano sullo scenario mondiale: il perdurante rischio pandemico; le strozzature dal lato dell’offerta aggregata; l’incognita sul mercato del lavoro statunitense. Infine, per ultima ma non meno importante, il Fondo cita la reazione delle politiche monetarie, ed in particolare della Federal Reserve, che - si dice dovrebbe essere particolarmente attenta a quello che fa e dice, sia perchè ha un mandato duale, sia perchè vedrà cambiare la sua composizione, essendoci tre seggiole del suo consiglio da riempire. Infine, il Fondo continua ad affermare che il surriscaldamento dell’inflazione, ancorché più lungo del previsto, deve essere considerato temporaneo. Dunque sono cinque i fattori che rendono alte le onde. Allora, per contribuire a calmare le acque, dalla Fed dovrebbero arrivare risposte chiare su almeno tre argomenti, che rientrano nel suo perimetro di responsabilità. Per ogni argomento, risposte chiare dovrebbe significare essere trasparenti su tre aspetti: che cosa, come e quando. Primo: quanto lontano è l’obiettivo della piena occupazione negli Stati Uniti? Un quesito cruciale, visto che l'ultima volta che la Federal Reserve esplicitò la sua strategia - era l’agosto del 2020 – si disse che, tra rischio disoccupazione e rischio inflazione, il primo era di gran lunga più importante del secondo,e che comunque i due rischi sono oggi meno correlati che in passato. Inoltre, si affermò che si sarebbe tollerata una crescita dei prezzi al consumo maggiore del target del due per cento, tenendo conto di una inflazione media, purtroppo però senza esplicitare cosa si intendesse per media. Se la Fed non risponde a questa domanda, i mercati scommettono: i più scommettono sull’eventualità che gli Stati Uniti stiano raggiungendo la piena occupazione, e quindi la priorità deve essere raffreddare l’inflazione. Secondo: pensa la Fed, come il Fondo, che l’inflazione debba continuare ad essere considerata un fenomeno temporaneo? Se la Fed non risponde anche a questa seconda domanda, i mercati hanno un’altra scommessa; più ci si aspetta che l’inflazione non sia temporanea, più si prevede una politica restrittiva, con due ulteriori rivoli di incognite: quanti rialzi dei tassi ci saranno nel 2022? come sarà disegnato il drenaggio della liquidità? Terzo: pensa la Fed, come il Fondo, che l’inflazione sia essenzialmente legata alle strozzature dal lato dell’offerta, e che quindi eventuali politiche restrittive basate su aumenti dei tassi di interesse risultino essere meno inefficaci? Purtroppo anche ieri la comunicazione ufficiale della banca centrale americana non ha dato una risposta sistematica ed esauriente a nessuno dei tre quesiti. Durante la conferenza stampa, i tentativi giornalisti di avere maggiore chiarezza sono stati sistematicamente, ancorché elegantemente, rimbalzati al mittente. Risultato finale: quando più la Fed continuerà ad essere opaca, quanto più sarà facile che, invece di contribuire a ridurre i marosi, apre ancora di più l’otre di Eolo. È un comportamento che è tanto più razionale quanto più si assume che il banchiere centrale sia un burocrate opportunista. Non sarebbe certo la prima volta. E, come ogni volta, potremo assistere al paradosso di una banca centrale che rischia di accelerare quello che invece dice di voler scongiurare. Con la benedizione della parte più miope della politica e dei mercati.

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