S ul caro bollette partiamo da un dato microeconomico per trarne qualche considerazione macroeconomica e per valutare quantità e qualità dei necessari interventi. Prendo a concreto riferimento le bollette Enel pagate da luglio a dicembre 2021 da un medio ristorante di Roma. Certamente non è un campione statisticamente rappresentativo, ma è un caso dove si potranno riconoscere centinaia di migliaia di piccole e medie imprese e milioni di famiglie. Quel ristorante ha pagato a luglio scorso una bolletta elettrica di 1743,81 euro per un consumo di 7369 kWh. A dicembre la stessa bolletta è balzata a 4438,55 euro per un consumo di 9335 kWh. In valore assoluto in euro, la bolletta è aumentata in sei mesi del 155%, dovuto ad un aumento del 187% del costo della materia prima e ad un aumento dell’Iva del 154%. In kilowattore, la stessa bolletta indica un costo totale di 24 centesimi di euro a luglio, balzati a 48 a dicembre (+100%), dovuto ad un aumento della materia prima del 127% ed un aumento del gettito Iva del 101%. Nel frattempo sono aumentati consistentemente anche i prezzi per gli acquisti di materie prime della ristorazione, +30%. Sommati ad un kWh aumentato del 100% e con una bolletta totale aumentata del 155% è evidente che “strutturalmente” il conto economico di quella impresa non sta più in piedi, a meno che non si pensi di mantenere la stessa clientela aumentando i listini del 40/50%! Queste attività hanno perso mesi e mesi di fatturato per le chiusure, i ristori sono stati pressoché irrisori, hanno faticato a recuperare la clientela e riportarla a livelli accettabili (ancora inferiori a quelli del 2019) e l’ondata Omicron ha reso deserte le vie delle città. Non possono certo permettersi aumenti di listino. Prima domanda: come possono andare avanti? Seconda domanda: in attesa della buona stagione estiva, quante di queste attività si vedranno costrette a chiudere nei prossimi tre o quattro mesi? I numeri macro-economici sono così presto fatti. Prendete i dati del precedente caso micro e moltiplicateli per diverse centinaia di migliaia di attività in tutti i settori dell’economia italiana. A questi occorre aggiungere i settori cosiddetti energivori, dove il costo dell’energia rappresenta il 50% e più del loro fatturato: dai vetrai di Murano, alle piastrelle di Sassuolo, ai grandi settori di base dell’acciaio, dell’alluminio ecc. Qui l’impatto del carobollette è tre o quattro volte superiore e la loro sopravvivenza è misurata in qualche settimana. Fonti credibili stimano un aggravio di costi annui per imprese e famiglie di circa 30 miliardi di euro. Che fare subito? Che fare strutturalmente? Anche qui guardiamo i numeri micro per capire. I fornitori di energia elettrica hanno scaricato sugli utenti un aumento per kWh del 127% del costo della materia prima dicendo “semplicemente” che sono aumentati i prezzi internazionali del gas. Quattro argomenti da sollevare per capire cosa fare: 1.- Ma quelle aziende comprano gas giorno per giorno sul mercato spot oppure fanno acquisti a medio lungo termine? In questo secondo caso perché fanno pagare in bolletta il costo dell’ultimo acquisto e non quello fatto magari due o tre anni fa? 2.- Le stesse aziende scrivono in bolletta quale è la composizione della loro produzione rispetto alle diverse fonti di energia utilizzate. Nelle succitate bollette sta scritto che nel 2019 l’energia elettrica prodotta era in Italia mediamente dovuta al gas solo per il 43%. Il 42% era dovuto a fonti rinnovabili ed il 9% a carbone. Anche le rinnovabili ed il carbone hanno avuto quegli esorbitanti aumenti di prezzo? E quindi quel +127% imputato al consumatore finale da quale calcolo proviene? 3.- Il costo di distribuzione e del contatore è aumentato “soltanto” del 31%. Perché? Tali margini sono il risultato di un cartello più o meno tacito tra i vari distributori di energia. A ciò si aggiungono gli oneri di sistema (sussidi alle energie rinnovabili) caricati sulle bollette anziché coperti con la fiscalità generale. Questi moloch sono totalmente intoccabili? 4.- Di fronte ad imponenti aumenti delle bollette, lo Stato ha aumentato il suo prelievo Iva del 101% per ogni kWh e del 154% sul totale della bolletta che comprende anche il maggior consumo tra luglio e dicembre. Basta allora percorrere questi quattro argomenti per assumere le conseguenti decisioni di politica economica volte ad attenuare nell’immediato il dirompente effetto del caro-bollette su tutte le famiglie e le imprese italiane: agire sui margini dei distributori e sulle tasse, magari recuperandoli quando e se il prezzo del gas tornasse a livelli più normali. “Strutturalmente” per il medio e lungo termine, ma decidendo ora con urgenza, dobbiamo diventare meno dipendenti dall’estero e dai suoi mutevoli andamenti di mercato. C’è un solo modo: aumentare la produzione nazionale di gas e programmare un rapido rientro nel nucleare di fissione di quarta generazione in attesa della fusione. A fronte di questi numeri e ragionamenti, il governo ha varato venerdì scorso un nuovo decreto per 1,7 miliardi. Una inezia che attenua il caro bollette per due… settimane, mentre centinaia di migliaia di piccole e medie imprese sono in agonia ed altre centinaia di migliaia di famiglie in ulteriori serie difficoltà, sia a pagare le bollette sia a mantenere il posto di lavoro.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento