La Cina è seduta su una fortuna mi-
liardaria nata dal doppio surplus
della bilancia commerciale (676 mi-
liardi di dollari) e dei pagamenti
(224,2 miliardi le partite correnti,
83,2 quelle in conto capitale, ai
massimi dal 2010) che nel 2021 ha
sostenuto la corsa dello yuan (+2,7%
sul dollaro USA, estendendo il
+6,7% del 2020).
Una vera e propria manna legata
alla pandemìa si è abbattuta su Pe-
chino, le merci cinesi e i titoli redditi-
zi in valuta locale hanno calamitato
risorse immense alle quali si som-
merà la liquidità innescata dai re-
centitaglialprimerate,aitassiabre-
ve e alle riserve obbligatorie della
Banca centrale a sostegno della crisi
del settore immobiliare.
Piuttosto che essere percepito co-
me un elemento di fragilità - ricor-
diamo l’effetto boomerang dell’iniezione di liquidità anti-crisi 2008 -,tanta ricchezza ne attira altra, il
mondoscommettesullaCinaesuiti-
toli cinesi grazie alla stabilità del
cambio e all’inflazione (per il mo-
mento) contenuta. La musica po-
trebbe cambiare con l’aumento dei
tassidecisidallaFedchedirecenteha
stigmatizzato proprio la fragilità nel
mattonecinese,ingradodicontagia-
re anche gli Stati Uniti con vendite a
cascata di titoli in dollari. Gli effetti
dell’aumento dei tassi Usa sul diffe-
renziale dei rendimenti dei titoli on-
shore potrebbe riservare brutte sor-
prese, anche per questo Pechino de-
vemuoversicongrandecautelasullo
scacchiere politico globale.
Non sorprende che Qin Gang,
l’ambasciatore cinese negli Usa, ve-
nerdì scorso abbia ritirato il premio
dell’autoritàportualedelMassachu-
setts, Massport, perchè la rotta del
commercio con la Cina ha creato
400milanuovipostidilavoroameri-
cani: il surplus commerciale andrà
per la sua strada, già oggi Shanghai,
da sola, vanta un volume da 640 mi-
liardi, +16,5, è primo partner com-
merciale della Ue che, dal canto suo,
stando ai dati Eurostat, nel 2021 da
gennaioanovembrehaincassatoun
deficitda8,3miliardidieuroe,perla
primavoltadalgennaio2014,untra-
de deficit mensile.
Se il Fondo Monetario abbassa a
4-4,5lacrescitacinesedel2022,gliin-
vestitoriesteridalcantoloro,insistono.
Nel 2021 hanno già acquistato
azioniinobbligazionisovranecinesperaltri90,9miliardididollari,alrit-
mo più veloce mai registrato finora
nonostante la Spada di Damocle di
Evergrande & co. L’investimento in
azioni e obbligazioni denominati in
yuandainvestitorioffshoreadicem-
bre è salito a 23 miliardi, il valore più
alto da dodici anni a questa parte.
Come ha utilizzato la Cina queste
risorse? La National Development
and Reform Commission (NDRC)
nel 2021 ha approvato 90 progetti da
122 miliardi di dollari in investi-
menti fissi nel settore del trasporto,
energia, acqua, e industrie dell’IT.
Gli investimenti fissi cinesi nel 2021
sono cresciuti del 4,9% e secondo
Ning Jizhe, il numero due della
NDRC, «la Cina ha il potenziale e
l’incentivo per espandere questi in-
vestimenti con una politica moneta-
ria e fiscale adeguata».
Musica per le orecchie degli inve-
stitori nell’anno della Tigre d’acqua
ormai alle porte.
Wenchang Ma, co-manager del-
l’All China Equity di Ninety One
prevede che «i titoli azionari di al-
cune società cinesi che servono
principalmente il mercato interno
hanno il potenziale per performare
relativamente bene, meglio con-
centrarsi sulle società cinesi orien-
tate al mercato interno, può essere
un modo intelligente per gestire
uno dei probabili grandi rischi:
l’inasprimento delle tensioni geo-
politiche, specie con gli Usa».
Nel reddito fisso, invece, in uno
scenario di bassi tassi di default, le obbligazioni corporate rimarranno
un asset interessante, specie con la
Cina, poi, considerata «il più grande
creditore al mondo». Per Wilfred
Wee, portfolio manager dell’All Chi-
na Bond, «l’economia cinese seguirà
un percorso indipendente: le pro-
spettive di crescita e inflazione rela-
tivamente stabili la distinguono dal-
le economie di altri mercati obbliga-
zionari, dove il rischio di rialzi dei
tassi è maggiore.
L’offshore cinese in dollari USA
(vale 700 miliardi di dollari), po-
trebbe addirittura sovraperforma-
re, mentre quello cinese onshore
denominato in yuan (addirittura 20
trilioni di dollari), potrebbe offrire
ai capitali esteri un potenziale di di-
versificazione».
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